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PIPER STORY - parte 4

Da Nuovo Sound - n.11 del 22 marzo 1975

 

a cura di Eddie Ponti

Ormai divisi i due Piper fra la periferica ma attivissima branca viareggina e la più stanca ma classica sede romana, era fatale che ci cominciasse a sfaldare quel meraviglioso sodalizio del "tutti per uno"; Crocetta a Viareggio profondeva patrimoni - di denaro e di intelligenza per fare un centro pilota della nuova musica italiana con l'appoggio di tanti e tanti personaggi grandi e piccoli. Una trasmissione speciale da Radio Monte Carlo mandava in onda, ogni settimana, interviste e registrazioni dal vivo di tutti i personaggi che via via passavano come Johnny Hallyday o Donovan che ci venne a trovare attirato dalla fama del Piper che aveva raggiunto anche lui e al quale il nuovo direttore Mariani (ne cambiammo quattro) presentò il conto dei drink bevuti compiendo una gaffe che rimase classica.

Cercavamo soprattutto nuove leve e, pur puntando molto sui Trip che allora ('70) facevano la musica più avanzata italiana, e basta ascoltare il loro primo 33 per convenirne, scoprimmo Jody Clark, grande cantante che aveva fatto "Hair" a New York e che volevamo lanciare in sostituzione di Nicoletta che ci aveva piantati in asso per seguire maghi e fattucchiere. I complessini in cerca di spazio si alternavano ai grandi nomi internazionali e a qualche elemento inquinante e fu cosi che accanto a Thelonious Monk, Wallace Collection, Formula Tre, Ricchi e Poveri, Lucio Battisti avemmo dei debutti interessanti. Con i valorissimi "Posteri", un gruppetto viareggino che tenne la scena per tutta la stagione ruggente, vedemmo un giorno esibirsi un gruppo di due ragazzi ed una ragazza che si lamentavano per ia defezione del chitarrista; si chiamavano "Brain Ticket" e due di loro, Gianfranca Monteduro, e Joel Vanbrockenbrok dettero poi vita al Living Music e al secondo Brain Ticket, due complessi che la disattenzione discografica strozzò sul nascere malgrado le importanti promesse. Una domenica pomeriggio arrivò per farsi sentire da Crocetta una ragazza che conoscevamo da anni ma che era stata messa in un angolino per un sacco di circostanze avverse pur conservando una voce più che notevole; cantava con due elementi d'accompagnamento ma questo bastò a farsi adottare; a ciò segui una febbrile attività per trovarle un nome più decente, (si chiamava Bertè), e delle canzoni adatte al personaggio. Adesso è Mia Martini.

Intanto c'eravamo messi d'accordo con Radio Monte Carlo, con una famosissima casa discografica, un'altrettanto famosa casa di produzione cinematografica ed avevamo deciso la produzione di un film in cui ci fossimo dentro tutti: Trip, (protagonisti) Four Kents, Jody Clark, New Trolls, Primitives, Mal, Sheyla, Ricchi e Poveri e il vostro umilissimo. Per realizzare le riprese esterne con pubblico oceanico accettammo l'idea di uno che allora ci pareva un po' matto ma che in seguito dimostrò di essere un dritto di tre cotte: Giovanni Cipriani. Nacque cosi il primo festival italiano all'aria aperta; gratis per tutti ci fu un raduno imponente alle terme di Caracalla con noi che, non avendo neanche sognato i palcoscenici faraonici che poi divennero normali, ci esibivamo su un camion a rimorchio. Oltre a tutti quelli che partecipavano al film, vennero i Camel, i Pooh e Le Esperienze',e fu quella l'unica volta in vita mia che litigai con il loro leader (Francesco "Big" del Banco) perchè lui voleva suonare nel pomeriggio mentre a me le ore di luce servivano per girare le scene del film. Il festival fu un successo e sull'argomento ci torneremo quando scriveremo una storiellina sui festivals italiani; il film invece fu una buca colossale che inghiottì definitivamente tutti i nostri sogni di finire a Hollywood.

La casa madre romana continuava un po' stancamente, sfruttando la solidissima fama, una routine che di tanto in tanto aveva impennate sia verso l'alto che verso il basso:Whiterspoon con i suoi blues, il Black Festival, Manfred Mann, purtroppo anche un festival della magia, un Pippo Baudo Show, delle ignobili Riffe organizzate da me che con la collaborazione dell'allora minorennissima Elena Veronese, estraevo ricchi premi abbinati ai biglietti d'ingresso e distribuivo stecche di Marlboro in quantità. Un riuscitissimo broglio elettorale mi permise una volta di impadronirmi del primo premio; un biglietto gratuito per un viaggio in aereo. Purtroppo una sera mi toccò presentare, al Piper Claudio Villa... Andava già tanto male che la fine di un mito sembrava imminente quando un giornale, allora molto in gamba organizzò una "Controcanzonissima" con Guccini, le Orme, i Trip, New Trolls, Claudio Rocchi, Premiata Forneria Marconi e l'intervento, non previsto né sollecitato, (né gradito) di un certo Santagata. A parte costui e malgrado la presenza di Carlo Silvestro la serata fu un successo, un colpo di frusta per tutti meno che per Rocchi il quale, seccato per alcune interruzioni, lasciò il palco piangendo. Per un anno ancora si videro delle cose più che egregie come Isaac Hayes, i Genesis, i Van Der Graaf Generator, i Blood Sweet & Tears, Rory Gallagher, gli Hookfoot, i Curved Air. Ci furono anche episodi da dimenticare come quelli degli U.F.O. e dei Life, ma si trattava dell'eterno fenomeno di mezze cartucce gonfiate a dismisura dagli impresari interessati con la complicità di giornalisti o corrispondenti venali.

Una serata rimarrà sempre nella mente di chi ci partecipò, sia come spettatore che come artista, e fu quella in onore, in memoria e in aiuto dei "Free Love". i Free Love erano un complesso amico di tutti ed erano tutti ragazzi bravissimi sia dal punto di vista artistico che da quello umano; tornando a casa da una serata fatta a Siracusa (una sola tirata fino a Roma), ci fu un colpo di sonno dell'autista e due morirono. Gli altri restarono praticamente massacrati e Ie famiglie dei morti con problemi finanziari e morali tremendi; uno doveva sposarsi perchè la ragazza aspettava un bambino, l'altro era il solo appoggio della madre e di tre fratelli piccoli. Fu decisa una serata di solidarietà e ci mettemmo ai telefoni chiamando gli amici e dando a tutti appuntamento al Piper. Tutti pagarono, i complessi nuovissimi e quelli più famosi, la signora del guardaroba e la dama dei cessi, il leggendario tecnico Mario "Barba", i barman, tutto il pubblico; tutti, ripeto, pagarono il biglietto d'ingresso e ci fu chi non potendo esibirsi data la differenza fra il suo genere e quello pop, venne a portare solidarietà e grosse somme e qui ringrazio ancora Mal, Gianni Nazzaro e Claudio Villa. Sul palco, con altri cento i Four Kents, Mia Martini (che piangeva come una fontana), Mauro Lusini, Delirium, Gepy & Gepy, Toto Torquati, il Punto, e poi una jam session con tutti gli elementi presenti e fra loro tre della Premiata, del Banco, e di complessini di cui ormai ci è perso anche il ricordo. Lo spettacolo era cominciato alle cinque del pomeriggio e, verso le cinque del mattino, un esausto Mario "Barba" che fino a quel momento e da solo aveva fatto l'assistenza tecnica ad almeno quaranta gruppi mi venne a suggerire di smettere; dovevano suonare ancora sei gruppi!! Un terzo della somma raccolta dovemmo per forza versarla alla S.l.A.E., fu un sopruso che grida ancora vendetta!

Ci fu una seconda edizione di ''Controcanzonissima" nettamente al di sotto della prima e infine ci fu l'intervento di una nota casa discografica che fiutando il vento meglio di noi, aveva previsto l'inversione di tendenza dei gusti popolari e quindi aveva finanziato la trasformazione del "nostro" Piper in Music Hall. Si distrussero i quadri del palco e le pedane luminose, vennero messi velluti e paillettes ed i camerini vennero finalmente sistemati in modo che gli artisti che li occuparono in seguito non furono più obbligati a fare pipì nelle bottiglie vuote, come invece capitava a noi.

Restano pochi ricordi da allora; le sole eccezioni: un recital di Josephine Baker, un recital ad ingresso libero della Preghiera di Sasso e la presentazione, sempre ad ingresso libero, di tre gruppi nuovi e promettenti: Living Music, Brain Ticket cui ho già accennato, e Perigeo, sì, proprio l'ultimo colpo di coda del vecchio Piper, il suo uovo di drago lasciato a schiudersi in mezzo ai farisei.

Viareggio chiuse, dopo molte vicissitudini e Roma cambiò del tutto pelle quindi ora se volete vedere gli acrobati, i giocolieri, il Can Can, Loffredo con il liscio o l'orchestra Casadei (tutti bravissimi pare) andate pure in quel locale di via Tagliamento 19 ma non andateci a cercare la magia di un tempo perchè non c'è più, con un magone grosso così devo purtroppo dire che il capitolo è chiuso.

Eddie Ponti

Roma, 29 marzo 1975

(fine)

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