Un'interesante
punto di vista del decennio 'più caldo' del secolo
(socialmente parlando) visto da vicino: queste pagine riproducono
commenti sul '65 e limitrofi scritti nel 1975 da giornalisti di tutto
rispetto e prestigio.
1965/1975
Il decennio
che ha fatto storia
Roma,
novembre 1975
- Dopo
dieci anni, dieci tutti interi, Breus, il cavalier dei cavalieri,
sostò pensoso avanti a quel castello...
-
- II periodo che va
dall'apertura del Piper Club in Roma (17 novembre 1964, un
venerdi) alla grande rissa collettiva di Valle Giulia molti di voi
non possono ricordarlo, perchè, se togliamo dieci alla
vostra età attuale, allora eravate veramente troppo giovani
per capirci qualcosa e, del resto, non ci abbiamo capito
granchè neanche noi.
- E' però un
periodo importantissimo perchè fu allora che i fermenti
cominciarono a lievitare e la vita cominciò a cambiarci
attorno pur senza fratture apparenti. Ad ascoltare i
Beatles eravamo in pochi; alla Rai, addirittura, i loro
dischi vennero rifiutati dalla commissione di ascolto
perchè "non musicalmente idonei"; su tutti trionfava la
vocetta petulante di Rita Pavone in pieno boom.

- Caterina
Caselli
- Caterina
Caselli cantava al Piper ma nessuno la conosceva e se qualche
complesso del fiabesco locale qualche volta usciva in trasferta a
suonare si vedeva circondato da gente ilare e stupita per i primi
capelli lunghi e la prima musica "beat". Erano gli anni nei quali
per contare qualcosa nel campo della musica leggera bisognava
passare per le tappe obbligate del Cantagiro, di San Remo,
Castrocaro; erano gli anni in cui Morandi arrivava al
video dopo una durissima gavetta e in cui Bobby Solo
"esplodeva" praticamente senza sforzi.
- I jeans non erano
una novità, esistevano fin dal dopoguerra ma Adriano
Celentano (un "vecchio" cantante, visto che era sulla breccia
fin dal '59), aveva scopiazzato un'idea di Johnny Halliday
lanciando gli "scampanati" e chiamandoli "alla Celentano". Ci
riprovò subito dopo, con ancor minor successo, lanciando i
jeans bicolori; i tempi erano ancora troppo acerbi.
- Gabriella
Ferri cantava ancora in coppia con Luisa De Sanctis,
una miriade di cantanti che non lasciarono tracce avevano invaso
il campo musicale mentre i primi scapaccioni fioccavano sulle
teste di coloro che, malgrado il divieto paterno, si ostinavano a
lasciar crescere il capello.
- "Che"
Guevara non era ancora un eroe emblematico, nel VietNam era
cominciata un'altra fase della guerra; a San Domingo erano
sbarcati i marines e Franco Tozzi cantava "l tuoi occhi
verdi".
- Un gruppo di
ragazzi in bilico fra il beat ed il tradizionale cantava belle
canzoni come: "Noi non ci saremo", "Dio è morto", il cui
autore era un certo Francesco Guccini; erano i
Nomadi. Fra i cantanti più in voga la già
citata Pavone, una onnipresnte Milva, Liitle Tony,
Gianni Morandi, Wilma Goich, il sempreverde Celentano,
Dalida, Johnny Dorelli, Modugno, Salvatore Adamo, Don Backy
e, naturalmente, Mina Mazzini; Mia Martini si
chiamava Mimi Bertè e cantava "Il magone", Iva
Zanicchi spuntava al Disco per l' Estate assieme (eh,
sì) ad Orietta Berti e ad Al
Bano.

- Nomadi
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- Albano
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- Prima
tournée dei Rolling Stones e degli Who; primo
tentativo ingenuo dei giovani di inserirsi presentandosi a San
Remo. Quella volta si salvarono solo la Caselli che diventà
"Casco d'oro" proclamando fieramente "Nessuno mi può
giudicare" ed i Rokes, i quali filosoficamente enunciavano
che "Bisogna saper perdere"; figurarsi che quei pericolosissimi
complessi di musica beat li avevano relegati in uno studio a parte
e che l'ltalia intera parlò più delle lunghissime
chiome del cantante dei Renegades che delle canzoni
ascoltate.
Rokes
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- Furoreggiavano
ancora le fonovaligie e i primi mangiadischi; il quarantacinque
giri si vendeva come i panini ed il trentatrè come il
panettone (solo a Natale).
- Una biondina
paffutella e spregiudicata cominciava a farsi conoscere; nata
Nicoletta Strambelli, si era ribattezzata in un primo tempo
(disastrosamente) Guy Magenta per poi scegliere definitivamente il
nome che le avrebbe portato fortuna: Patty Pravo. Figlia
del Piper e di una accurata operazione pubblicitaria, Patty andava
a gonfie vele assieme agli altri "nuovi": Fausto Leali, Gene
Pitney, i Camaleonti, i Flippers, i Giganti, i Rokketti.
Placidi in un mare in tempesta navigavano i vascelli di quelli che
un vero valore ce l'avevano sul serio: Gino Paoli, Sergio
Endrigo, Giorgio Gaber; spuntava Jannacci, Umberto
Bindi era già sulla china discendente e Luigi
Tenco stentava a farsi strada.
Luigi
Tenco
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Gianni Morandi
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- La televisione
faceva da padrona assoluta fra i mass-media, non avendo
concorrenti nè fra la stampa nè alla radio che, non
avendo ancora imparata la lezione di Radio Monte Carlo,
Radio Luxemburg e Radio Caroline, era una lagna, ma
una lagna tale che nessuno la ascoltava più se non per
conoscere il bollettino per i naviganti. Anche la stampa, abbiamo
detto, era una grande assente perchè gli italiani allora,
figuriamoci, leggevano ancora meno di adesso. Erano però
nati alcuni settimanali per giovani e si chiamavano: "Big",
"Giovani" e "Ciao Amici", quest' ultimo lanciato da
Celentano che evidentemente ci teneva a saccheggiare le idee dei
coniugi Hallyday visto che stavolta l'aveva tolta paro paro a
Sylvie Vartan e al suo "Salut les Copains",
- Al cinema
furoreggiava, con tutto il suo filone, James Bond e si
vedevano i primi "Spaghetti western".
- Canzonissima
macinava canzoni e personaggi fra il gaudio di tutta la
popolazione tranquillizzata, per quel che riguardava la tragedia
della diga del Vaiont dove persero la vita migliaia di valligiani,
dalle assicurazione delle autorità secondo le quali si
sarebbe fatta "rapida giustizia". Fra i "divi" sempre sulla
breccia popolare spiccavano Claudio Villa e Sergio Bruni; Nilla
Pizzi era sempre in giro, Ornella Vanoni non aveva
ancora sfondato con il grosso pubblico; gli uomini la trovavano
"molto sexy" e le donne la dicevano "troppo sexy", punto e basta,
e lei restava con le canzoni della mala attaccate come una
etichetta pur avendo al suo attivo lo splendido "Senza fine" di
Paoli.
- Meno automobili
in giro e quasi nessuna motocicletta: pochissimi quelli che
ascoltavano quasi nella clandestinità, i dischi di
Jaques Brèl, Bob Dylan o Joan Baez. I giovani forse,
anzi certamente, avevano delle idee ma non avevano ancora trovato
il modo di scambiarsele, di metterle a confronto. Quando lo fecero
scoprirono di essere tutti stufi di un mondo che non piaceva a
nessuno, nè ai genitori nè ai figli, e si chiesero
perchè mai allora non si pensasse di cambiarlo.
- Ci provarono loro
e ci fu la grande fiammata del Sessantotto che sembrò poter
bruciare in un unico falò tutto quanto di falso e di
cattivo c'era nella società.
- Si svegliarono
gli studenti, gli immigrati cominciarono ad ascoltare ed a
pretendere che li si ascoltassa; tutto il mondo dei giovani si
mosse compatto contro la "gerontocrazia" contestando pretendendo e
sperando.
- E' stata una
grande corsa a staffetta nel bel mezzo della quale, perè,
ci troviamo a non sapere a chi passare il "testimone". Riappare il
conformismo musicale, letterario, radiofonico e politico; i
"vecchi" sono sempre ai posti di comando, a "tutti" i posti di
comando mentre i giovani, scoraggiati forse, si rifugiano su
rombanti e inutili macchine a due ruote, in un qualunquismo
scontroso o nella violenza che troppo spesso arriva fino
all'assassinio.
- Si era cominciato
cosi bene ma, al punto in cui siamo, è il caso di chiedersi
come Francois Villon "Ou sont les neiges d'antan? "
Eddie
Ponti
George Harrison
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Rita Pavone
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