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Annarita Spinaci,

trent'anni dopo

intervista di Giuliano Zunino

Ricordate la ragazza del "po-po-po"? Era il 1967. Al Festival di Sanremo, quando il grande pubblico scopri la musicalità e la simpatia di una nuova frizzante cantante, Annarita Spinaci, appena arrivata nel mondo della canzone grazie alla sua vittoria a Castrocaro, quella ragazza, semplice ma ricca di temperamento, impressionò tutti, critica compresa per la sua voce originale e potente.
Cantava "Quando dico che ti amo", in coppia con il gruppo dei "Surfs", i fratelli del Madagascar che in quel periodo spopolavano in tutta l'Europa.
Tanta acqua da allora è passata sotto i ponti ed ora quella ragazza è una signora che della musica continua a portarsi dentro un grande profondo amore, ma ha cambiato decisamente attività, pur mantenendo intatte le sue doti caratteristiche come la simpatia e la semplicità.
Annarita Spinaci partecipò poi alle manifestazioni più in voga, non solo, ma vinse prestigiosi Festival internazionali, ed infatti anche all'estero conquistò una notevole popolarità e credibilità concessa solo ai veri professionisti.
Annarita è felice di questa intervista che costituisce per lei un salutare tuffo nel suo passato artistico, che ricorda con grande affetto e forse con una malcelata nostalgia.
D: Da quanto tempo Annarita SPINACI è uscita definitivamente dal mondo dello spettacolo?
R: Sono dieci anni, non è tantissimo, anche perché pur non incidendo più dischi, negli anni '80 avevo iniziato un'attività di conduttrice radiofonica presso la RAI.

D. Che ricordo hai di quel CASTROCARO 1966, che ti vide trionfatrice su molti altri concorrenti?
R. Quello è stato decisamente il momento più bello di tutta la mia carriera, perché arrivare lì assolutamente sconosciuta e già la settimana seguente essere nelle pagine di molti giornali, entrare immediatamente nell'atmosfera discografica e del Festival di SANREMO, fu un'emozione grandissima, forse ancora di più che partecipare poi al Festival vero e proprio.
D. In quel periodo avevi qualcuno che ti seguiva?
R. C'era il mio maestro di musica e canto, infatti io studiavo lirica e poi mi seguiva il M° Curti, veramente molto bravo.
D. Fra quei dieci finalisti del tuo concorso non hai mai più incontrato qualcuno?
R. Al Festival c'era l'altra vincitrice, Roberta Amadei, poi ho incontrato Loretta Goggi che partecipava proprio allo stesso concorso come cantante.

D. Come mai in veste di vincitrice di un concorso che ti proiettava direttamente a Sanremo avevi scelto una piccola etichetta discografica come la "INTERRECORD"?
R. Veramente è stata la Casa Discografica che ha scelto me, del resto io ero nuova dell'ambiente ed ero già molto felice di aver ottenuto il mio primo contratto.
D. Poi è arrivato l'exploit del Festival dove ti sei classificata al secondo posto.
R. In effetti rimasi un po' scioccata dalla tragedia di Luigi Tenco, per me, assolutamente nuova, il fatto mi fece pensare profondamente al mondo in cui ero proiettata ed a tutti i suoi malesseri, infatti, io pensavo che questo era un gesto realmente estremo perché la vita è vita ed è importantissima, anche se le cose vanno male occorre reagire evidentemente stava attraversando un momento molto particolare della sua esistenza. Credo bisognasse conoscerlo meglio per capire quanto ha fatto.
D. Subito dopo il Festival come era il tuo rapporto di collaborazione con Toni Renis, autore del tuo brano?
R. Non lo conoscevo assolutamente, ci siamo incontrati in seguito e posso dire che era una persona adorabile e simpaticissima, ed insieme abbiamo poi girato un "filmetto" musicale dal titolo della canzone sanremese.
D. Negli anni successivi avevi cambiato Casa Discografica, passando alla POLYGRAM, in quel contesto eri tu o i discografici che sceglievano le canzoni da incidere?
R. Alcune le sceglievo io, come nel caso di "Stanotte sentirai una canzone", portata al Festival 1968, o anche quando incisi una bellissima canzone di Herbert Pagani, intitolata "Canta", in altri casi non ci fu mai un'imposizione su un determinato titolo ma, più che altro, un'indicazione verso questa o quel motivo e poi spesso è anche questione di fortuna.

D. Fra i dischi da te incisi ne ricordi uno in particolare che ti piaceva veramente molto ... poco?
R. Direi di no, però ricordo che avrei voluto a suo tempo incidere una bellissima canzone di Dusty Springfield di cui avevo già fatto il provino e per la quale mi battei moltissimo, con esito assolutamente negativo. Il brano era "Chiudo gli occhi e conto a sei" che poi fece Fausto Leali. Credo c'entrassero ragioni editoriali però ci rimasi assai male.
D. Se dovessi scegliere, invece, il brano che hai "sentito" maggiormente su quale cadrebbe la tua preferenza?

R. "Quando dico che ti amo", appena l'ho ascoltata, mi ha fatto letteralmente impazzire e ho voluto portarla al Festival, comunque, anche altre canzoni, appunto "Canta", che presentai con l'Autore al Festival delle Rose, tra l'altro ho un ricordo stupendo di questo grande artista ricco di enorme sensibilità, un vero poeta. Mi piaceva molto cantare "Immagina", un pezzo che io stessa avevo scritto.

D. Tu rappresentavi un genere decisamente swing, molto particolare, ricordi qualche speciale complimento che ti venne fatto dagli addetti ai lavori?
R. Premesso che io sono sempre stata una persona molto semplice e schiva e, quindi, non ho mai cercato consensi ad ogni costo, a suo tempo mi fece piacere leggere un articolo su un giornale dove il noto M° Pippo Barzizza, quindi un grande della musica, dichiarava che, secondo lui io, con la mia voce, sarei stata l'unica cantante a poter interpretare tutte le canzoni in gara al Festival anche se di genere diverso.
D. La tua carriera ha avuto uno sbocco anche all'estero, dove in particolare?
R. Ho fatto molte "tournée" in Giappone, nell'est europeo ed in sud America e, nel 1974 vinsi il primo premio al Festival di Vina del Mar, proprio con "Immagina" e l'anno seguente mi hanno richiamato ed ho vinto, come migliore interprete con un brano di Bracardi, intitolato "Dias des Roses", disco mai uscito in Italia, sul retro inserii "Non lo faccio più", in spagnolo, il noto brano di Peppino Di Capri.

D. Dopo tutti questi successi, quando è stato il momento che ti è sembrato he qualcosa non girasse più per il verso giusto ed hai quindi deciso di smettere?

R. Ad un certo punto ho capito che non avevo più la & "spinta" giusta per proseguire, ero stanca anche perché nella mia vita erano accadute cose molte gravi e poco piacevoli e da lì la decisione di cambiare.

D. Non dimentichiamo un momento importante della tua carriera, quando sei stata scelta, con una tua canzone per la colonna sonora del film "C'era una volta" con Sophia Loren.

R. La canzone era stata scritta dal M° Piccioni so che fece fare alcuni provini fra i quali anche uno a me, poi, con Carlo Ponti decisero che la mia interpretazione era la più adatta ed io ne fui strafelice e così " È Tutta di musica" entrò in questo film. Nell'occasione dell'anteprima ho avuto il piacere di conoscere anche Sophia Loren poche parole ma mi è sembrata molto cordiale e simpatica.

 
D. C'è stato qualche artista che ha influenzato il tuo grande amore per il genere "swing"?
R. Per me cantare in questo modo era una cosa innata, che avevo dentro, comunque ascoltavo molto alla radio il Quartetto Cetra e, poi, il mio idolo Ella Fitzgzrald, la sua musica mi dava emozioni grandissime. Poi, non posso dimenticare la mia grande ammirazione per Amalia Rodriguez, aveva nella sua voce qualcosa di decisamente unico, straordinario veramente tutto il "phatos" della sua terra, il Portogallo..Ho assistito ad alcuni suoi concerti e ricordo che non riuscivo più a staccarmi dalla sedia tanto ero presa dal suo canto.
D. Hai mai avuto un pizzico di rimpianto per quanto hai lasciato?
R. Sinceramente mi manca un po' il calore del pubblico perché io, più che ai dischi, ho sempre mirato verso il palcoscenico, se è andata così può anche essere che i discografici non mi abbiano capita sino in fondo o forse la colpa è del mio carattere che difficilmente mi ha mai fatta scendere a compromessi..
D. Perché allora come oggi, per una cantante donna è molto difficile imporsi e vendere dischi.?
R. Penso che per una donna sia molto più difficile gestirsi, ci si dovrebbe preoccupare solo della scelta delle canzoni ed invece sorgono mille altri problemi per cui o sei veramente aiutata da una grande casa oppure arriva il momento che ti trovi a dover combattere su troppi fronti.
D. Oggi di cosa si occupa Annarita Spinaci?
R. Lavoro come insegnante in una scuola materna ed asilo nido che ho aperto io stessa con una mia collaboratrice, e sinceramente mi gratifica molto. Canto solo per i bambini, comunque, lo scorso anno ho accettato di partecipare alla trasmissione di Paolo Limiti ogni tanto un & "tuffo" nel passato non fa male. Degli artisti di oggi mi piacciono molto Giorgia, Avion Travel e molti altri, solo che se debbo fare una critica mi sembrano poco originali quasi si "copino" uno con l'altro.
D. Se dovessi oggi cantare una canzone di "fine secolo", cosa sceglieresti?
R. Sicuramente "Ancora", quella di De Crescenzo, una canzone che mi piace molto perché' musicalmente è ineccepibile ed il testo molto interessante.
D. Annarita Spinaci è una collezionista di se stessa oppure non possiede più i suoi dischi ?
R. Ho quasi tutto, anche se in realtà li ascolto poi assai raramente, preferisco tenermeli cari. Ad ogni modo vorrei sottolineare, e non è una sviolinata, che io da anni sono assidua lettrice di "RARO", una rivista specializzata come poche, che io trovo veramente fatta bene, il che fa supporre che dietro ci siano dei grandi professionisti e soprattutto gente che ama veramente tutta la musica, e questo è un pregio assai "raro", al giorno d'oggi.
D. Nella storia musicale ed artistica di Annarita Spinaci, qual'è stato l'ultimo disco inciso?
R. L'ultimo è stato "Per una volta" e " D'ora in poi", inciso per la Duse Record, in 45 giri poi usci' anche il 33 giri sempre della Duse "Il meglio di Annarita Spinaci", conteneva cover di Hit Internazionali, fra i quali anche "New York New York." È stato un po' il mio saluto al pubblico a quanti mi volevano bene.

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Accadde nel 1966
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