- D:
            Da quanto tempo Annarita SPINACI è
            uscita definitivamente dal mondo dello
            spettacolo?
 
            
            - R: Sono dieci
            anni, non è tantissimo, anche perché pur
            non incidendo più dischi, negli anni '80 avevo
            iniziato un'attività di conduttrice radiofonica
            presso la RAI.
 
          
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            - D. Che ricordo
            hai di quel CASTROCARO 1966, che ti vide trionfatrice su
            molti altri concorrenti?
 
            
            - R. Quello
            è stato decisamente il momento più bello di
            tutta la mia carriera, perché arrivare lì
            assolutamente sconosciuta e già la settimana
            seguente essere nelle pagine di molti giornali, entrare
            immediatamente nell'atmosfera discografica e del Festival
            di SANREMO, fu un'emozione grandissima, forse ancora di
            più che partecipare poi al Festival vero e
            proprio.
 
          
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            - D. In quel
            periodo avevi qualcuno che ti seguiva?
 
            
            - R. C'era il mio
            maestro di musica e canto, infatti io studiavo lirica e
            poi mi seguiva il M° Curti, veramente molto
            bravo.
 
            
            - D. Fra quei
            dieci finalisti del tuo concorso non hai mai più
            incontrato qualcuno?
 
            
            - R. Al Festival
            c'era l'altra vincitrice, Roberta Amadei, poi ho
            incontrato Loretta Goggi che partecipava proprio allo
            stesso concorso come cantante.
 
          
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            - D.
            Come mai in veste di vincitrice di un concorso che
            ti proiettava direttamente a Sanremo avevi scelto una
            piccola etichetta discografica come la
            "INTERRECORD"?
 
            
            - R.
            Veramente è stata la Casa Discografica che ha
            scelto me, del resto io ero nuova dell'ambiente ed ero
            già molto felice di aver ottenuto il mio primo
            contratto.
 
            
            - D.
            Poi è arrivato l'exploit del Festival dove
            ti sei classificata al secondo posto.
 
            
            - R.
            In effetti rimasi un po' scioccata dalla tragedia di
            Luigi Tenco, per me, assolutamente nuova, il fatto mi
            fece pensare profondamente al mondo in cui ero proiettata
            ed a tutti i suoi malesseri, infatti, io pensavo che
            questo era un gesto realmente estremo perché la
            vita è vita ed è importantissima, anche se
            le cose vanno male occorre reagire evidentemente stava
            attraversando un momento molto particolare della sua
            esistenza. Credo bisognasse conoscerlo meglio per capire
            quanto ha fatto.
 
          
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            - D. Subito dopo
            il Festival come era il tuo rapporto di collaborazione
            con Toni Renis, autore del tuo brano?
 
            
            - R. Non lo
            conoscevo assolutamente, ci siamo incontrati in seguito e
            posso dire che era una persona adorabile e
            simpaticissima, ed insieme abbiamo poi girato un
            "filmetto" musicale dal titolo della canzone
            sanremese.
 
            
            - D. Negli anni
            successivi avevi cambiato Casa Discografica, passando
            alla POLYGRAM, in quel contesto eri tu o i discografici
            che sceglievano le canzoni da incidere?
 
            
            - R. Alcune le
            sceglievo io, come nel caso di "Stanotte sentirai una
            canzone", portata al Festival 1968, o anche quando incisi
            una bellissima canzone di Herbert Pagani, intitolata
            "Canta", in altri casi non ci fu mai un'imposizione su un
            determinato titolo ma, più che altro,
            un'indicazione verso questa o quel motivo e poi spesso
            è anche questione di fortuna.
 
          
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            - D. Fra i
            dischi da te incisi ne ricordi uno in particolare che ti
            piaceva veramente molto ... poco?
 
            
            - R. Direi di no,
            però ricordo che avrei voluto a suo tempo incidere
            una bellissima canzone di Dusty Springfield di cui avevo
            già fatto il provino e per la quale mi battei
            moltissimo, con esito assolutamente negativo. Il brano
            era "Chiudo gli occhi e conto a sei" che poi fece Fausto
            Leali. Credo c'entrassero ragioni editoriali però
            ci rimasi assai male.
 
            
            - D. Se dovessi
            scegliere, invece, il brano che hai "sentito"
            maggiormente su quale cadrebbe la tua
            preferenza?
 
          
         
         R. "Quando dico che
         ti amo", appena l'ho ascoltata, mi ha fatto letteralmente
         impazzire e ho voluto portarla al Festival, comunque, anche
         altre canzoni, appunto "Canta", che presentai con l'Autore
         al Festival delle Rose, tra l'altro ho un ricordo stupendo
         di questo grande artista ricco di enorme sensibilità,
         un vero poeta. Mi piaceva molto cantare "Immagina", un pezzo
         che io stessa avevo scritto. 
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            - D. Tu
            rappresentavi un genere decisamente swing, molto
            particolare, ricordi qualche speciale complimento che ti
            venne fatto dagli addetti ai lavori?
 
            
            - R. Premesso che
            io sono sempre stata una persona molto semplice e schiva
            e, quindi, non ho mai cercato consensi ad ogni costo, a
            suo tempo mi fece piacere leggere un articolo su un
            giornale dove il noto M° Pippo Barzizza, quindi un
            grande della musica, dichiarava che, secondo lui io, con
            la mia voce, sarei stata l'unica cantante a poter
            interpretare tutte le canzoni in gara al Festival anche
            se di genere diverso. 
 
            
            - D. La tua
            carriera ha avuto uno sbocco anche all'estero, dove in
            particolare?
 
            
            - R. Ho fatto molte
            "tournée" in Giappone, nell'est europeo ed in sud
            America e, nel 1974 vinsi il primo premio al Festival di
            Vina del Mar, proprio con "Immagina" e l'anno seguente mi
            hanno richiamato ed ho vinto, come migliore interprete
            con un brano di Bracardi, intitolato "Dias des Roses",
            disco mai uscito in Italia, sul retro inserii "Non lo
            faccio più", in spagnolo, il noto brano di Peppino
            Di Capri.
 
          
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          D. Dopo tutti
         questi successi, quando è stato il momento che ti
         è sembrato he qualcosa non girasse più per il
         verso giusto ed hai quindi deciso di
         smettere? 
         
         R. Ad un certo punto
         ho capito che non avevo più la & "spinta" giusta
         per proseguire, ero stanca anche perché nella mia
         vita erano accadute cose molte gravi e poco piacevoli e da
         lì la decisione di cambiare. 
         
         D. Non
         dimentichiamo un momento importante della tua carriera,
         quando sei stata scelta, con una tua canzone per la colonna
         sonora del film "C'era una volta" con Sophia
         Loren. 
         
         R. La canzone era
         stata scritta dal M° Piccioni so che fece fare alcuni
         provini fra i quali anche uno a me, poi, con Carlo Ponti
         decisero che la mia interpretazione era la più adatta
         ed io ne fui strafelice e così " È Tutta di
         musica" entrò in questo film. Nell'occasione
         dell'anteprima ho avuto il piacere di conoscere anche Sophia
         Loren poche parole ma mi è sembrata molto cordiale e
         simpatica. 
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            -  
 
            
            - D. C'è
            stato qualche artista che ha influenzato il tuo grande
            amore per il genere "swing"?
 
            
            - R. Per me cantare
            in questo modo era una cosa innata, che avevo dentro,
            comunque ascoltavo molto alla radio il Quartetto Cetra e,
            poi, il mio idolo Ella Fitzgzrald, la sua musica mi dava
            emozioni grandissime. Poi, non posso dimenticare la mia
            grande ammirazione per Amalia Rodriguez, aveva nella sua
            voce qualcosa di decisamente unico, straordinario
            veramente tutto il "phatos" della sua terra, il
            Portogallo..Ho assistito ad alcuni suoi concerti e
            ricordo che non riuscivo più a staccarmi dalla
            sedia tanto ero presa dal suo canto.
 
          
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            - D. Hai mai
            avuto un pizzico di rimpianto per quanto hai
            lasciato?
 
            
            - R. Sinceramente
            mi manca un po' il calore del pubblico perché io,
            più che ai dischi, ho sempre mirato verso il
            palcoscenico, se è andata così può
            anche essere che i discografici non mi abbiano capita
            sino in fondo o forse la colpa è del mio carattere
            che difficilmente mi ha mai fatta scendere a
            compromessi..
 
            
            - D.
            Perché allora come oggi, per una cantante donna
            è molto difficile imporsi e vendere
            dischi.?
 
            
            - R. Penso che per
            una donna sia molto più difficile gestirsi, ci si
            dovrebbe preoccupare solo della scelta delle canzoni ed
            invece sorgono mille altri problemi per cui o sei
            veramente aiutata da una grande casa oppure arriva il
            momento che ti trovi a dover combattere su troppi
            fronti.
 
          
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            - D. Oggi di
            cosa si occupa Annarita Spinaci? 
 
            
            - R. Lavoro come
            insegnante in una scuola materna ed asilo nido che ho
            aperto io stessa con una mia collaboratrice, e
            sinceramente mi gratifica molto. Canto solo per i
            bambini, comunque, lo scorso anno ho accettato di
            partecipare alla trasmissione di Paolo Limiti ogni tanto
            un & "tuffo" nel passato non fa male. Degli artisti
            di oggi mi piacciono molto Giorgia, Avion Travel e molti
            altri, solo che se debbo fare una critica mi sembrano
            poco originali quasi si "copino" uno con
            l'altro.
 
            
            - D. Se dovessi
            oggi cantare una canzone di "fine secolo", cosa
            sceglieresti?
 
            
            - R. Sicuramente
            "Ancora", quella di De Crescenzo, una canzone che mi
            piace molto perché' musicalmente è
            ineccepibile ed il testo molto interessante.
 
            
            - D. Annarita
            Spinaci è una collezionista di se stessa oppure
            non possiede più i suoi dischi ?
 
            
            - R. Ho quasi
            tutto, anche se in realtà li ascolto poi assai
            raramente, preferisco tenermeli cari. Ad ogni modo vorrei
            sottolineare, e non è una sviolinata, che io da
            anni sono assidua lettrice di "RARO", una rivista
            specializzata come poche, che io trovo veramente fatta
            bene, il che fa supporre che dietro ci siano dei grandi
            professionisti e soprattutto gente che ama veramente
            tutta la musica, e questo è un pregio assai
            "raro", al giorno d'oggi. 
 
            
            - D. Nella
            storia musicale ed artistica di Annarita Spinaci,
            qual'è stato l'ultimo disco
            inciso?
 
            
            - R. L'ultimo
            è stato "Per una volta" e " D'ora in poi", inciso
            per la Duse Record, in 45 giri poi usci' anche il 33 giri
            sempre della Duse "Il meglio di Annarita Spinaci",
            conteneva cover di Hit Internazionali, fra i quali anche
            "New York New York." È stato un po' il mio saluto
            al pubblico a quanti mi volevano bene.
 
            
            
          
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