Da nuovo Sound n. 8 /1980

 C'ERA UNA VOLTA...

IL FESTIVAL POP

 

PRIMA PARTE DEL SERVIZIO DEDICATO AI FESTIVAL POP ITALIANI.

I PROTAGONISTI.

GLI ANNI D'ORO DEL POP.

LE RAGIONI DEL SUCCESSO E QUELLE DEL TRAMONTO.

 servizio di Eddie Ponti

Prima di fare una breve storia di quel che è stato il periodo dei pop festivals in Italia sarà bene definire, una volta tanto, quel che si deve intendere per festival e per pop.

 Ci sono stati concerti favolosi di musica pop che pure non avevano niente del 'festival' inteso come ricerca del nuovo e del meglio. Festival è la parola più usata a sproposito in Italia; stringi stringi dovrebbe significare 'sagra' ma, con l'introduzione delle gare di San Remo, la parola festival è venuta via via assumendo il significato di 'sfida' ma anche di ricerca. Se accettiamo per buona la corretta interpretazione della parola 'festival' allora tutto è stato festival: Re Nudo e Mamone, Joe Napoli e Cipriani... Ma se lo accettiamo nella forma scorretta ma ormai acquisita di 'sfida o ricerca' allora dobbiamo intendere per pop festival solo quelle manifestazioni che si proponevano di scoprire elementi nuovi nella musica dei giovani e pur se con qualche inquinamento commerciale, discografico o politico, davano loro la possibilità di dire la propria parola.

 

Foto N. 1

Una delle molte formazioni dei New Trolls: da sinistra,Frank Laugelli, Nico Di Palo, Gianni Belleno, Maurizio Salvi.

Foto N. 2

Eddie Ponti, autore del servizio, a colloquio con Joe Vescovi dei Trip durante le riprese del film "Terzo canale (Avventura a Monte Carlo)" girato durante il primo festival italiano alle Terme di Caracalla. Nella foto si riconoscono alcuni membri dei Trip e dei Four Kents.

Foto N. 3

I Pooh nella formazione comprendente Riccardo Fogli, più tardi sostituito da Red Canzian.

Foto N. 4

I componenti gli Osanna hanno dato vita, negli Anni Settanta, a varie formazioni fra cui Città Frontale e Uno. Di recente, il chitarrista del gruppo partenopeo Danilo Rustici (il primo a destra nella foto) ha creato una band denominata Luna.

Foto N. 5

I Brainticket, gruppo olandese presente a gran parte dei festival pop tenutisi in Italia negli Anni Settanta.

CARACALLA POP

 Quindi il primo festival pop in Italia è stato quello di 'Caracalla Uno': organizzato da Giovanni Cipriani, Eddie Ponti e Pino Tuccimei fu il primo grande raduno ad ingresso gratuito e fu la prima volta che si videro quindicimila ragazzi tutti assieme su un prato ad ascoltare musica.

L'ambiente era così suggestivo da far star male; Mario Luzzatto Fegiz e Paolo Giaccio avevano portato le loro postazioni per trasmetterci in diretta ed una casa cinematografica filmava alcuni gruppi che avrebbero dovuto interpretare un film musicale.

La birra assicurava una certa copertura finanziaria: la pestifera ameribibita fece lo sforzo di darci il palco e se la cavò con un camion-rimorchio dal quale cademmo giù a grappoli molte volte. Le sigarette Marlboro e Muratti Ambassador ci assicurarono una trasmissione da Radio Monte Carlo. La manifestazione durò due giorni durante i quali sfilarono tanti e tanti complessi, ma per questi, come per tutti quelli che parteciparono ai raduni successivi, più che a delle aride schede preferisco affidarmi alla memoria che, piuttosto ferrea ma anche clemente, lascerà fuori qualcuno del quale forse non intendo dire nè bene nè male. Al primo Caracalla Pop erano presenti: New Trolls, Primitives (pochissimo successo), Four Kents, Sopwith Camel, The Trip, i Pooh, le Esperienze (capitanate da Francesco 'Big' del Banco), i Fiori di Campo, i Folks, Pino Morabito che pur presentandosi con del folk veramente buono ricevette la prima contestazione della storia con lancio di sassi e pezzi di ferro.

Uno dei momenti più belli della manifestazione fu quando salì sul palco tutta la troupe di 'Hair' (tra gli altri c'erano Renato Zero, Loredana Bertè, Ronnie Jones, Teo Teocoli e Penny Brown) che in quei giorni si esibiva al 'Sistina', intonando 'Dateci luce' immediatamente seguita da un coro di quindicimila presenti che, spontaneamente, accesero tutti qualcosa, chi un fiammifero, chi un pezzo di carta, chi, nell'entusiasmo, una camicia, creando un momento vibrante ed indimenticabile.

Era nato così anche il vero festival pop all'italiana alla barba di giomalisti forse cretini ma certo impreparati che si dolevano di non aver trovato hamburger, ma solo mortadella o di aver sentito parlare romanesco e non cockney... Certo che per loro il colpo era duro; dopo venti anni di abitudine a San Remo questa musica inedita e il nuovo modo di farla costituivano un trauma insommontabile.

Passarono sei o sette mesi durante i quali per Crocetta elaborai la formula, il regolamento e tutto il marchingegno di un festival da farsi a Viareggio verso i primi di giugno. Il sempre fertilissimo Cipriani volle bruciare tutti sul traguardo ed organizzò ben due festivals: uno al Kilt, assai casalingo anche se mise in luce gli Osanna, e l'altro di nuovo a Caracalla e, nonostante le proteste di tutti lo fece a pagamento: trecento lire. Parteciparono in tanti: Lucio Dalla, Four Kents, Panna Fredda (che fecero capricci e da allora scomparvero), Blue Note, Free Love, Osanna e, sorpresa, i Brainticket con Gianfranca Monteduro e Joel Vanbrokenbrook.

La manifestazione doveva svolgersi in due giorni soltanto ma, sia per il successo di pubblico che per la possibilità di incassare qualcosa da far quadrare il bilancio, fu deciso di fare un' altra giornata e fu un successo. Stavolta il palco datoci dal Sindaco Darida, che verso la musica dei giovani è stato sempre molto comprensivo e largo di aiuti, era veramente imponente e le amplificazioni di Cherubini (la famosa Mack) dopo aver dato buona prova al primo Caracalla ricevevano ora una meritata conferma. Un solo incidente: una ragazza che voleva spogliarsi (e potete immaginare quanto ci ricamarono sopra i soliti quotidiani della destra; sempre meno, comunque, della prima volta quando riuscirono a strumentalizzare l'assassinio di una povera battona, avvenuto in un viale vicino a Caracalla, adombrando l'ipotesi che l'assassino fosse uno che uscito dal festival eccitato da musiche belluine ed assetato di sangue... Per fortuna si scopri che ad ammazzarla, povera donna, era stato il suo pappa).

Gli Osanna, trionfatori della manifestazione, decisero di venire al 'Viareggio' magari facendo una colletta ed a Viareggio ci ritrovammo proprio tutti.

Crocetta aveva passato tutto il festival già cosi ben preparato nelle mani di Massimo Bernardi e la manifestazione che ora si chiamava 'Festival della Musica di Avanguardia e delle Nuove Tendenze' prese il via nel modo più promettente.

 

VIAREGGIO POP

 

Il festival si svolgeva in una bellissima pineta dove avevano eretto un palco di legno così alto, così stretto e di forma cosi particolare che ti veniva voglia di chiedere dove avevano lasciata la ghigliottina. Un'altra sciocchezza colossale fu quella di mettere un centinaio di sedie in prima fila per 'discografici ed autorità'; in quelle condizioni, con i ragazzi che se ne stavano con il culo a mollo nel fango, quella era una vera e propria provocazione, una bomba che, nonostante tanti avvertimenti Bernardi non volle disinnescare... e poi successe quel che vi dirò...

 Alle eliminatorie parteciparono ventiquattro complessi molti dei quali sono spariti per sempre; quelli che ricordo sono: Flea on the Honey, le Madri Superiori (chitarrista Tony Sidney poi con il Perigeo), Marco Dedè e i Bobolink, Delirium, Rovescio della Medaglia, Silver e i Baci, New Trolls, The Trip, Osanna, Folks, Nuova Idea, Premiata Forneria Marconi, Alluminogeni, Stormy Six (con Massimo Villa al canto), Circus 2000, Iskra e i Tombstones, Formula Tre, Capitolo Sei e molti altri, comprese due soliste: Tsabò e Mia Martini. Fra i gruppi stranieri che si esibivano c'era un gruppo di israeliani e gli allora sconosciutissimi Medicine Head.

 Il giallo scoppiò appena si cominciò a parlare di premiazione. La giuria era una farsa e altro non poteva essere visto che tutti i discografci erano lì a pretendere il famoso 'riconoscimento' per i loro protetti. La Martini stava nella manica della RCA. La Premiata - che non si poteva non premiare - era patrocinata dalla Numero Uno, i Folks, anche se scarsissimi avevano dietro la Ricordi, la 'P3' curava i Delirium, gli Osanna li aveva presi Bernardi sotto contratto, i New Trolls erano della Fonit. Insomma fu subito chiaro che sarebbero rimasti fuori moltissimi gruppi validi da quella rosa di sei premiati che si era voluto stabilire. I gruppi si riunirono e la P.F.M. propose di rinunciare a priori ad ogni riconoscimento, ma tutti quelli che si sentivano forti di protezioni altissime dissero di no, compresi i Trip ai quali il successo col pubblico e le assicurazioni del manager facevano sperare nel meglio.

Il patatrac scoppiò quando un giomalista ignaro disse a Joe Vescovi che la premiazione era stata già decisa prima ancora della esibizione finale e che, purtroppo, i Trip erano fuori. Nel bel mezzo della serata quando io chiamai i Trip sul palco, Joe mi strappò il microfono e al grido di 'Ci hanno presi tutti per il culo', rivelò al pubblico tutto il pateracchio con una voce tonante nella quale l'amarezza cancellava quel tantino di malafede che c'era. Il pubblico non aspettava altro; era già indispettito dalla presenza degli operatori della televisione, aveva le chiappe gelide e quelli 'della giuria' (giornalisti, autorità e discografici) se ne stavano seduti ai posti d'onore!!! Arrivò improvvisa una pioggia di erba, sabbia, barattoli, sassi e merda (anche quella) che in un attimo fece giustizia dei privilegiati. Seguì una fase di confusione quasi babelica: tentativo di attacco al palco scricchiolante, bestemmie in vari microfoni miste alle preghiere di Cantarelli della Davoli che vedeva già partire milioni di materiale; gli striscioni andavano in pezzi e si urlava come pazzi. Come volle il caso, la baraonda finì e il festival continuò, in un clima del tutto diverso, con i Trip che dedicarono un loro pezzo a Jimi Hendrix e con gli altri complessi che si esibirono via via, tutti con successo nuovo e sincero.

Naturalmente i giornalisti si vendicarono dei Trip che da allora ebbero l'ostracismo più feroce ed è capitato di leggere nell'articolo di una 'ingenua', che Joe fece tutto quel casino per gelosia professionale nei confronti di Mia (che, allora 'stava' con lui) E' vero che la Martini, una volta assicuratasi una possibilità di successo con quel piazzamento, si affrettò a sbarazzarsi e del Joe e degli atteggiamenti 'hippy' ma da questo a far sputare nei piatti...

Anche a me quella volta tanti ringraziamenti per aver 'salvato' il festival e in più sei o sette mesi di boicottaggio per aver difeso le ragioni dei Trip e del pubblico.

 Di festivals non se ne parlò più fino ad un raduno, bello, organizzato a Reggio Emilia dalla Davoli dove assieme a Trip e New Trolls, trovammo i Delirium, i Latte e Miele, i Top 4 ed altri; suonavamo in un palasport dall'acustica fecale.

 

1972: L'ANNO DELL'ESPLOSIONE

 

Foto N. 6

Anche il Rovescio della Medaglia ha al proprio attivo la partecipazione ai principali festival pop italiani. Da questo gruppo ormai disciolto, sono usciti Franco Di Sabatino (attuale tastierista della band di Angelo Branduardi) ed il bassista degli Europe, Stefano Urso (Primo a destra nella foto).

Foto N. 7

La Premiata Forneria Marconi nella formazione originaria. Da sin.: Flavio Premoli, Mauro Pagani, Franco Mussida, Franz Di Cioccio, Giorgio 'Fico'Piazza.

Foto N. 8

 La Nuova Idea, gruppo genovese dotato di ottime individualità, si è rivelato, nel tempo, un prezioso serbatoio per i New Trolls. Giorgio Usai e Ricky Belloni (rispettivamente secondo e terzo da destra) fanno (o hanno fatto, nel caso di Usai) parte della band.

Foto N. 9

Anche Francesco De Gregori (in una foto dei primi Anni Settanta) ha preso parte ad alcuni festival pop fra cui quello di Villa Pamphili del 1972.

Foto N. 10

Il Banco del Mutuo Soccorso (oggi semplicemente Banco) ottenne grande successo al festival pop di Villa Pamphili del 1972. Nella foto: Francesco Di Giacomo, Pierluigi Calderoni e Marcello Todaro, poi sostituito da Rodolfo Maltese.

Foto N. 11

 Fra i gruppi stranieri presenti al quasi leggendario festival di Villa Pamphili vanno ricordati i Van Der Graaf Generator.

Da sin.: Hugh Banton, Guy Evans, Peter Hammill, Dave Jackson.

Ed eccoci al '72, l'anno dell'esplosione, l'anno delle cose turche. Cominciamo a fine maggio con Villa Pamphili, ottenuta miracolosamente da Cipriani, nonostante le ire di 'Italia Nostra' e di tutti i benpensanti. Fu una maratona pop che durò ininterrottamente una settimana.

Prima, al Foro Italico ci fu una specie di prova generale nello spettacolo organizzato in appoggio all'opera di Don Mario Picchi (quello che aiuta in tutti i modi le vittime della droga!!!) il tempo si era messo bello e dopo una primavera 'marcia' questa fine di maggio aveva tutto il sapore dell'estate, sui prati di Villa Pamphili i primi arrivati, hippies e tribù di alternativi, si accampano sui prati; qualcuno protesta perchè hanno prosciugato il lago e ci accusa di sabotaggio, in realtà l'ha asciugato il Comune per paura di annegamenti in massa. Uno per protesta aspetta le prime note d'inizio al festival e stende con cura una coperta sul dolce declivio della collina ci si stende sopra, si toglie anche lo slip e coscienziosamente, si dà all'onanismo. Viene portato fuori avvolto nella sua coperta; il festival inimitabile, l'indimenticabile "Villa Pamphili '72" è cominciato.

 

Iniziano, discretamente, i ragazzini della Fine del Libro e poi seguono, per tre giorni, nel più caotico ed improgrammato disordine: Sammy Set (cioè Sammy Barbot di 'Piccolo Slam'), Francesco De Gregori (che debutta), Mary Afi con gli Osibisa, i Four Kents (con uno show dal sound del tutto nuovo), Richard Benson, il Punto, Bobby Solo, Polkaldo, Paola Carosi, i Forum Livii, il Banco del Mutuo Soccorso, Quella Vecchia Locanda, Raccomandata con Ricevuta di Ritomo, Nature featuring Nadia, Living Music, Non Calpestare le Aiuole (i peggio), Era d'Acquario, gli Anemoni, i New Trolls, Claudio Rocchi, Garybaldi, Fine del Viaggio, e chiusura favolosa, i Trip. Tre i complessi stranieri ospiti e tutti e tre di vaglia: Hookfoot, Hawkwind, Van der Graaf Generator!

In questo festival successe veramente di tutto: ci arrestarono la prima sera, noi ritardatari, con l'ausilio di ferocissimi cani poliziotto; i giornali 'benpensanti' dettero grande rilievo alla scoperta di una scatoletta contenente 'droga' e poi si dimenticarono di precisare che all'analisi le pasticche si erano rivelate semplici pillole anticoncezionali. L'infelice vicinato (tutti gli abitanti di Monteverde Nuovo) mandava petizioni ai giornali invocando un po' di silenzio; l'Osservatore Romano deplorava il tutto e lanciava sacri fulmini contro 'la generazione'. Sembra che il papa di allora (Paolo Vl) avesse personalmente espresso la sua riprovazione al Sindaco. Gli scemetti della sottopolitica attuavano il primo (e non riuscito) tentativo di mescolare le loro velleità alla musica. Eravamo in onda in diretta con 'Per voi giovani', ci riprendevano tre o quattro televisioni e parlavano di noi ventisei fra quotidiani e periodici! Grandioso, ma non c'era tempo di riposare l'indomani (primo giugno) cominciava il secondo festival d' 'avanguardia', ossia del Bernardi.

 II° FESTIVAL D'AVANGUARDIA

 Nella squallida cornice del Foro Italico (stadio del tennis, figuratevi) passano uno dopo l'altro, con il solito incubo di una giuria che darà premi, i Jumbo (favolosi), la Nuova Idea (con Belloni ed Usài, futuri New Trolls), i Living Music, Mia Martini, il Banco del Mutuo Soccorso, i New Trolls, i Fratelli La Bionda, le Metamorfosi, i Circus 2000 (con Silvana, più tardi componente delle Streghe), i Rocky's Filii (alla loro prima uscita) e due stupefacenti novità: il Teatro dei Burattini, due ragazzi che poi sono scomparsi ma che con un fagotto (o era un oboe?) e una chitarra facevano Bach (!) e Alan Sorrenti del quale non penso sia il caso di aggiungere niente ora anche se quella sera dovetti prendere il pubblico a calci in bocca perchè lo ascoltasse.

Ospiti stranieri alla manifestazione, deludenti Spencer Davis Group, la Electric Light Orchestra e gli straordinari Wild Turkey.

 Poco tempo per riposare dopo tanta maratona ed ecco che partiamo per Travagliato (Brescia) dove troviamo hippies, pioggia e Francesco Guccini (che preferisce cantare 'La locomotiva' nella pizzeria), i Dalton, la Bottega del Fabbro, i De De Lind, i Garybaldi, i Top 4, Nadya, il Rovescio della Medaglia e gli stranieri, allora peggio che sconosciuti Ten Years After e Embryo.

 

Eddie Ponti (1 - continua)

 da "nuovo Sound" n. 8 /1980

Foto N. 12

 La Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, gruppo scioltosi alcuni anni fa, fu per molto tempo ospite fisso dei principali festival pop nostrani. Fra i suoi componenti più noti va ricordato il drummer Francesco Froggio Francica, oggi apprezzato session man (il primo a destra nella foto).

Foto N. 13

Altro protagonista dai nostri festival pop:

Claudio Rocchi, qui ripreso con il suo gruppo.

Foto N. 14

La Electric Light Orchestra, oggi ai primi posti nelle classifiche internazionali, partecipò al secondo Fastival d'Avanguardia al Foro Italico di Roma. (Nalla foto, la formazione con Ron Wood).

Foto N. 15

Così era Mia Martini all'epoca della sua esibizione al Festival dalla Musica d'Avanguardia e Nuove Tendenze del 1971. Fu in quall'occasione che la brava cantante si fece conoscere dal grosso pubblico.

Foto N. 16

 

I Garybaldi, altra band genovese ben nota ai frequentatori dei festival pop, era guidata da Bambi Fossati, chitarrista vicinissimo alle posizioni di Jimi Hendrix. Dopo lo scioglimento del trio, Fossati creò un altro buon gruppo denominato "Bambibanda e Melodie".

testo e foto da "nuovo Sound" n. 8 /1980

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