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Festival dei Complessi

RIETI, UN PASSO lNDIETRO

Reti, maggio 1967

 

Con la scontata vittoria de I Giganti, si è concluso la scorsa settimana a Rieti il Secondo Festival dei Complessi, una manifestazione senza dubbio interessante, non fosse altro per il fatto che ci ha consentito di puntualizzare con una notevole approssimazione quella che e oggi la situazione di un certo attualissimo stile musicale nel nostro paese.

GIGANTI

Nell'ottocentesco Teatro Flavio si sono iniatti esibiti ben dodici complessi di quelli che in questo momento vanno per la maggiore, oltre ad un'altra dozzina di formazioni debuttanti o quasi. Ebbene, bisogna dire che non sono sembrati in molti ad aver capito il processo di evoluzione avvenuto negli ultimi mesi. Per lo più infatti abbiamo ascoltato formazioni ancorate all'organico tipo del cosiddetto english sound (le due chitarre, il basso elettrico, la batteria e, talvolta, l'organo) e di conseguenza ancora legate ad un certo tipo di repertorio.

Da questo punto di vista ha destato una più che favorevole impressione il complesso britannico Dave Anthony's Moods che, con quel suo inserire tromba e trombone nell'organico tradizionale isegna un manifiesto ritorno a sia pur rinverdite concezioni jazzistiche ed al quale è meritatamente andato il premio della critica.

RIBELLI

DIK DIK

Il Premio Giovani è stato invece attribuito, ex aequo, a I Ribelli ed ai Dik-Dik. E finalmente liberi dalle pastoie che aveva loro imposto il gran capo Celentano, I Ribelli stanno tornando alla vena dei loro giorni migliori. Gioco d'altronde facile dal momento che Gianni, Natale e soci non si sono mai staccati da quella grande tradizione del rhithm & blues, recentemente tornata di gran moda. Un discorso analogo va fatto anche per I Rokketti, il complesso di Civitavecchia, ben noto agli appassionati di tutta Italia, dal protessionismo ineccepibile e che, grazie anche alle doti del loro vocalist, si sono guadagnati il Premio speciale per il personaggio. I Deltini hanno invece vinto il Premio Matusa, la qual cosa suona un po' come beffa per una iormazione che si è sempre dimostrata in linea con i tempi che corrono e che, proprio recentemente, si è vista tributare il più luainghiero successo addirittura negli Stati Uniti, dove questi simpatici studenti padovani si erano recati in una coraggiosa tournée. Peccato che dalla rosa finale siano rimasti esclusi, a norrna di regolamento, quei Roll's 33 che già avevo avuto modo di apprezzare nel corso della Crociera dei Giovani e che, per la loro indubbia preparazione, è lecito collocare tra le formazioni italiane più serie e meritevoli.

DELFINI

Piero Vivarelli

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