Best Aprile 1977 : Il pop italiano

Non è finita...

di Eddie Ponti

Quando nacque alle Terme di Caracalla il 10 ottobre 1970, il pop italiano vide la luce fra una marea di giovani festanti che come i pastori di Betlemme venivano ad osannarlo sotto quel camion con rimorchio che gli fungeva da palcoscenico e da mangiatoia. La fata discografica, non invitata, giurò di vendicarsi e si mise ad attendere pazientemente l'occasione.

Era un festival alla buona, nel quale i giornalisti nostrani cercavano invano l'esotismo da poco goduto a Wight e dove ci si esibiva in tre metri di spazio con due 'torri' Cherubini ai lati. Una troupe cinematografica filmava pubblico ed artisti per poi utilizzare le scene in un film, il primo ed ultimo film di 'pop' italiano, e naturalmente tutti si volevano esibire nelle ore di sole con la speranza di essere poi inseriti nel film. Liti furibonde avvenivano per il diritto all'accesso; il più accaldato a difendere i diritti dei 'piccoli' era un Francesco, capo delle Esperienze, i Trip ed i New Trolls tenevano il cartellone assieme ai Camel (Sopwith Camel) e ai Pooh; volava qualche sasso ma solo diretto alle teste di chi si ostinava a stare in piedi, si mangiavano panini e si beveva birra, il che aiutava il Festival che così si autofinanziava; I'ingresso era gratuito.

Il successo fu subito tanto che ci si mise d'accordo per bissarlo l'anno seguente, sempre a Caracalla.

Metamorfosi

Difatti, nel maggio del '71 rieccoli tutti a Caracalla; stavolta con un palcoscenico largo trenta metri e un po' meno di atmosfera; in compenso i complessi nuovi erano tanti; venivano un po' da tutte le parti ad esibirsi fra un Lucio Dalla e quattro Four Kents; c'erano i Panna Fredda, quei poveri Free Love, i Fiori di Campo, il Ritratto di Dorian Grey, i Brainticket con Van der Brooghen e Gianfranca Montedoro e un gruppo che assomigliava nella 'mise' agli attuali indiani metropolitani. Erano i resti di un complesso sciolto da poco (di già) che si erano chiamati Showmen e che ora, con una musica del tutto differente e quelle incredibili facce dipinte si facevano chiamare Osanna.

Il festival doveva durare due giorni ma andò così bene che facemmo un bis, un altro giorno supplementare dedicato più che altro ai complessini di buone speranze.

Delirium

Intanto ci preparavamo per il festival di Viareggio, dove restammo 5 giorni in una pineta semi-allagata ad ascoltare tutto quel che c'era di meglio come pop italiano. Chi scrive era il 'sindaco', sfottutissimo, di una tendopoli più che disastrata, nonché direttore ed editore di 'Pop City Times', il giornale che durò un solo numero anche perche direttore e redattore (Gianni Naso) dovettero darsi da fare a procurare pane e mortadella per tutti.

Dopo le lunghissime e dolorose selezioni si arrivò alle serate finali. Erano rimasti fuori le Madri Superiori (con Tony Sidney), gli Alluminogeni, i Latte e Miele, Il Punto, i Tombstones e un complesso nuovo nuovo, il Rovescio della Medaglia. Però alla dirittura d'arrivo c'erano in tanti... dalla Nuova Idea alla Premiata Forneria Marconi passando per gli Osanna ,i New Trolls, i Trip, i Folks, la Formula Tre, i Delirium, i Cyan, gli Stormy Six ed altri ancora.

Era d'Acquario
De De Lind

Le reti venivano bellamente scavalcate da tutti, ma l'atmosfera era tesa sia per il prato umido che contrastava tremendamente con le dieci file di seggiole riservate alle 'autorità', sia per la presenza dei fotografi che si ostinavano a riprendere tutto quello che faceva 'colore' trascurando la vera ragione di quel raduno. La scintilla che fece scoppiare una baraonda rimasta storica fu la famosa frase di Joe Vescovi: "Ci hanno presi tutti per il c...! ". I Trip si sentivano sacrificati dalla classifica che avevano conosciuto in anticipo e che li vedeva soccombenti; da qui urla, microfoni che volavano, pioggia di sassi e sacchetti di sabbia bagnata sulle autorità in fuga, scricchiolii minacciosi di un palco, già di per sé pericolante, che stava per essere preso d'assalto.. Poi qualcuno gridò "Basta ragazzi! ! La rivoluzione ha vinto... adesso il festival lo continuiamo noi! " e tutto andò per il meglio fino alla fine. Burrasca a parte, il festival fu un autentico successo soprattutto per l'alto livello della musica ascoltata. I Trip, snobbati per punizione dalla stampa, iniziarono proprio allora un lento declino.

Cominciarono a fiorire come funghi i minifestival; da ogni parte arrivavano segnalazioni di 'raduni' o di concerti e ci si ritrovava un po' tutti, pubblico e musicisti uniti dallo stesso amore per la musica e dalla stesa mancanza di mezzi.

Pholas Dactylus
Quella Vecchia Locanda

Da quei festival piccoli e giustissimi come dal più grande ed autentico festival italiano, il 'Villa Pamphili '72', uscirono tanti e poi tanti complessi, i quali purtroppo pur meritandolo, non potranno avere la loro scheda in questo numero, ci vorrebbe un supplemento speciale. Ma non ricorderò i Pholas Dactylus, i Mendele Jeff (il 'capo' era il nostro Mauro Eusebi) i Noise con Albertino Marozzi, Nucleus, gli R . R. R. i Metamorfosi , Flea on the Honey, Quella Vecchia Locanda, Flora Fauna e Cemento, Cervello, Odyssea, Diapason, Meteore, Libro di Gomma, Fine del Viaggio, Preghiera di Sasso, Bravo Reverendo Rebman, Forum Livii?

Fratellini miei che ce l'avete messa tutta, che avete pagato di persona il pesante scotto dell'artista sincero, chissà adesso dove siete ed in quali faccende affaccendati...

Raccomandata con Ricevuta di Ritorno

Paolo dei Pholax credo faccia il tecnico con la P.F.M., ma tutti gli altri? Perchè me lo chiedo? Ma perchè il pop eravate voi! Era quello il sale che dava sapore al pop italiano, era quella la vera funzione dei festivals e dei raduni. Non concerti di nomi già affermati nè paserelle con premi finali; ci si incontrava e si suonava senza tener conto dei giudizi altrui, neanche di quelli del pubblico. Gente senza pretese di precedenza che iniziavano il concerto senza brontolare, come i De De Lind o i Biglietto per l'lnferno, gente che veniva con me a fare i concerti nelle carceri come la Era d'Acquario, gente che veniva con me, Rocchi e gli Aktuala a suonare per le strade.

Ci sono ancora i talenti ed i giovani che, nonostante tutto, credono nella pop music, in una pop music italiana autonoma e viva ma si sentono abbandonati ed inermi di fronte all'ondata di falso pop esterofilo e canterellante. Ci sono ancora i Don Chisciotte come il sottoscritto o le vestali come Elisabetta Ponti che da cinque anni, fra difficoltà inenarrabili, tiene alta la lanterna per tutti coloro che vogliano riconoscere e ritrovare la strada. Il pubblico è disinformato, i mass-media sono irraggiungibili, i festivals non li possiamo più fare perchè ogni volta arrivano puntualmente i gangster a fare casino o terrorismo ideologico; se vogliamo ancora fare qualcosa di buono, ed è possibile, tocca a noi tutti ricominciare daccapo rimboccandoci le maniche.

Discografia, la fata non invitata, si è presa la sua vendetta; ma la musica pop, il pop italiano vivranno fino a quando ci sarà un ragazzo che con la sua chitarra, le sue tastiere o le sue percussioni avrà voglia di fare della musica e di farla sentire alla gente.

Su! Coraggio! ! Chi viene con Don Chisciotte?

Eddie Ponti

qualche pagina:

The Byrds
Carly Simon
da Best n. 1 -dicembre 1976
"La nuova canzone americana"
Testimone oculare
da Best n. 6 - giugno 77
"L'era beat"
Ivan Graziani
Franco Fanigliulo
Renato Zero
da Best n. 3 -marzo 1978
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