Best Marzo 1978 : I nuovi cantautori

Franco Fanigliulo

Abbiamo presentato recentemente Franco Fanigliulo sul Nuovo Sound (nel numero di dicembre per l'esattezza), ma certo le sue qualità di cantautore esemplare ne fanno un personaggio estremamente interessante. Secondo noi bene ha fatto la giovane etichetta 'Ascolto', coordinata da alcuni operatori di radio libere su organizzazione di Caterina Caselli e della CGD, ad uscire con il 'Mi ero scordato di me' di Franco come suo primo prodotto.

 

Cantautore esemplare dicevamo, perchè capace di essere anche interprete efficacissimo delle sue stesse composizioni, cosi mentre alla maggior parte dei suoi colleghi si perdona un'incerta resa in funzione della bellezza poetico compositiva, per lui è impossibile immaginare risultati più positivi. Per questo se ne può valutare appieno la proposta soprattutto in concerto dove le ottime possibilità vocali vengono integrate da un'espressività plastica e mutevole e da una gestualità mimica capaci di dare corpo al protagonista delle sue canzoni che è poi sempre lo spirito affascinato, fresco e sconsolato di Franco Fanigliulo.

 

Nato a La Spezia trentaquattro anni fa, figlio di una concertista e di un marittimo, dopo aver vissuto in una cttadina di provincia si imbarca molto giovane. Marinaio per diversi anni, rimane affascinato dalla grande armonia che sprigiona dalla distesa sconfinata delle acque, ma una malattia reumatica lo costringe ad abbandonare la navigazione. Si ritira così nell'entroterra ligure a lavorare un suo appezzamento agricolo ed a confrontarsi con un'altra immensa matrice della vita umana, la terra. Scoperto recentemente da Franco Ceccarelli, uno dei fondatori dell'Equipe 84 ed animatore del mondo musicale emiliano, è stato portato in sala d'incisione a Roma nel giugno scorso, dove con la produzione, gli arrangiamenti e la direzione dello stesso Ceccarelli e con l'aiuto di alcuni ottimi strumentisti, quali il tastierista Caudio Monte, il bassista Borrelli, il batterista Battistelli e il chitarrista Foligno, ha inciso il suo unico album.

Con 'Mi ero scordato di me' ci troviamo di fronte al cantautore italiano più vicino, nell'insieme dell'ispirazione, alla grande scuola degli chansonniers d'Oltralpe, sia per le aperture melodiche quasi classicheggianti, sia per l'autobiografismo esistenziale dei testi, sia per certe tonalità della voce. La voce è comunque riferibile, in ambito italiano, a quelle di Ugolino e di Guccini, ma la sua originalità, accentuata anche da una notevole duttilità e ricchezza di contrasti, scorre sul filo dell'ironia e della partecipazione.

Le canzoni rispecchiano un arco di tempo molto lungo, ma non si notano scompensi, né tantomeno cadute od arcaismi. Tutto il mondo è, per Franco, egoista, pensa esclusivamente al proprio io ed a confrontarsi con la gente, con gli altri, è la volontà di ritrovare in qualche modo se stessi.

Davanti alla morte annota: "guarda, guarda, guarda Signore / quanta gente lì su capezzale vedi / vedi, solo alla fine han compassione, / perchè lo sai, / si piange sì, ma già, / già sa pensa, già si pensa al domani, / si piange solo per far piacere / a questi sporchi ideali".

Incontrando un amico ricorda: "ero lì davanti a te, / che ti guardavo che ti sorridevo, / non credevo proprio / di trovarmi qui davanti a me / e tu invece di parlare / mi hai squadrato, / non sapevi cosa dire / volevi sapere / ma sorridevi come me".

La speranza, che affiora spesso come ricerca di una profonda e vera comunione con gli altri, è sempre mitigata e venata da un pessimismo tristemente malinconico, infatti se "mi interessa soltanto andare avanti / e poi basta e vivere solo / per quelli che come me / si son trovati qui / e alla fine dei bei giomi / ci troveremo tutti seduti lì", è certo che "domani come oggi sarà / la vita sempre più pallida sarà", che "il tempo va con la mediocrità / mentre il tempo va / ritorna la falsità", che bisogna "sorridere con tristezza, / per questa nostra amarezza, / per questa certezza / che la vita no non è / come tu vuoi".

Anche l'amore che ogni tanto ritorna di sfuggita è una consolazione magra, che scorre velocemente fra le dita. L'unica vera certezza è la terra, cui Franco è legato morbosamente per la sua solidità, per la sua imperturbabile bellezza che si ripete sempre diversa, delicamente di anno in anno. Tutti i paragoni positivi, tutti i momenti in cui il testo si rilascia, lirico e soffice, riguardano "le allegre ricorrenze di un'estate calda / e la neve sopra i tetti", "camminare al'imbrunire / per i prati in fiore" oppure "il primo bacio di un aprile ancora acerbo, / il profumo delle viole cullate da quel vento".

Il tutto si risolve in un dialogo intenso e profondo con la propria vita, giocata in un continuo alta!enarsi fra la volontà di uscire dagli schemi, di evadere liberi ed il lasciarsi andare lassistico e dubbioso sull'esito del vivere.

In un'atmosfera musicale avvolgente ed impressionistica, elaborata sul modello francese e su certi schemi da 'evergreen', la caratteristica 'sempreverde' canzone senza tempo, Fanigliulo ha posto un primo importante tassello di un mosaico artistico che si deve prevedere assai interessante.

 

DISCOGRAFIA.

'Mi ero scordato di me' (Ascolto)

 

(Scheda di Raffaello Carabini per BEST n. 3, Marzo 1978 "I nuovi Cantautori"

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