Nicola Donatelli
AUTOBIOGRAFIA (1981)

Mi chiamo Nicola Donatelli e sono nato a Roma il 3 febbraio 1949, sotto il segno dell'Acquario.
Sono laureato in Filosofia e studio composizione al Conservatorio di S. Cecilia.
Lavoro, come pianista accompagnatore, presso l'Accademia Nazionale di Danza.
Ho cominciato a suonare abbastanza presto, verso i dieci anni. A casa mia c'era un pianoforte a coda, un Erard, che ai suoi tempi, insieme al Pleyel, era stato il pianoforte preferito da Chopin. Ci avevano studiato mia nonna, mia madre e mia zia. Ma questo non deve trarre in inganno, non significa affatto che io sia nato in una famiglia di musicisti. Era il solito discorso borghese delle ragazze di buona famiglia che studiano musica per allietare (si fa per dire) il riposo del guerriero.
La musicalità l'ho ereditata da fonti meno accademiche ma sicuramente più spontanee. Mio padre, medico abruzzese purosangue, suonava il pianoforte a orecchio e mio nonno il violino.
Tutto questo lascerebbe pensare un accostamento alla musica abbastanza facile per me. Invece fu una cosa abbastanza sofferta. Il fatto che mio padre fosse abruzzese purosangue e suonasse il pianoforte non fu di molto aiuto quando gli comunicai che volevo lasciare medicina (una delle quattro facoltà in cui sono stato iscritto) per studiare musica.
Come spesso accade per i genitori, essi avevano già deciso il mio avvenire, senza chiedere minimamente il mio parere.
In breve, ero nato medico e non potevo eludere il mio destino.
Per dissuadermi, mi dissero le solite cose, che la strada della musica era una strada incerta, che dovevo pensare a qualcosa di più serio e che potevo benissimo tenermi la musica come hobby e laurearmi.
Ma proprio in quel periodo accadde che mio padre morì e questo evento cambiò molto la mia vita. Esso rivelò quanto fosse fragile la mia famiglia e quanto la morte di mio padre fu anche la morte dell'unica fonte di spontaneità che esisteva in essa.
Fu allora che iniziai a scrivere le prime canzoni.
Vivevo da solo a Roma, in viale delle Medaglie d'Oro, e passavo il tempo facendo finta di preparare qualche esame all'Università ( ero iscritto a Filosofia) e scrivendo canzoni.
Un giorno, passando per piazza Esedra, capitai in mezzo ad un Festival dell'Unità e vidi su un camion quello che sarebbe stato il mio coinquilino, Ernesto Bassignano, che stava preparandosi a suonare. Mi avvicinai e balbettando gli dissi che avevo scritto una canzone sul compagno Franceschi che avevano ammazzato pochi giorni prima a Milano, e che avrei avuto piacere se lui l'avesse voluta ascoltare.

Ernesto Bassignano

Ci demmo un appuntamento per il pomeriggio a casa mia, e lui gentilissimo venne e la canzone gli piacque, tanto da propormi di cantarla al Folkstudio di Giancarlo Cesaroni. Nel discorso venne anche fuori che lui cercava casa ed io cercavo qualcuno con cui dividere il prezzo dell'affitto. L'incontro si rivelò vantaggioso per entrambi.
La domenica al Folkstudio io tremavo come una foglia. Era la mia prima esibizione in pubblico e quando Ernesto fece il mio nome, io ero scappato via. Mi raggiunsero a Piazza S. Cosimato e mi portarono davanti al piano.
Non so come riuscii a suonare la canzone dall'inizio alla fine senza sbagliare, con le mani che sembravano completamente autonome dal cervello.
Andò bene, la canzone piacque e io pensai che forse potevo tentare quella strada.
Cominciai ad andare tutte le domeniche al "Folkstudio Giovani" dove già si esibivano alcune stelle come De Gregori, Venditti e lo stesso Bassignano. Ne sono uscito fuori molto bene, mi sono iscritto al Conservatorio ed ho continuato a scrivere canzoni.
Il mio primi 45 giri si intitola "Canta canta" perché la musica ti aiuta a risolvere tutti i problemi. Sul retro una canzone d'amore: "Se sapessi".
Ciao

Nicola Donatelli

Roma, 1981

 I testi
1974, i primi concerti
Le poesie
1981, il primo disco
2004, "Michele" il romanzo