Canzoni di Nicola Donatelli
L'ALBERO E IL VENTO
  
 
E l'albero ascolta cullandosi lento
L'antica canzone cantata dal vento
Io che da sempre vivo come un lamento
Inseguo un ricordo nei cerchi del tempo
Io sono la voce io sono il pianto
Di tutti gli uomini che il mondo ha spento
Io sono la voce io sono il canto
Di tutti i sogni che il mondo ha infranto
E l'albero disse per sempre è perduto
Quel nome a cui l'uomo chiedeva l'aiuto
Non c'è più ragione se si vive o si muore
Si resta da soli col proprio dolore
Non voglio non voglio, rispose il vento
Pensare così aspettando il momento
Che venga la fine, che cali il sipario
Su queste macerie su questo calvario
E' meglio fuggire prima che sia tardi
Tanto questo mondo non avrà riguardi
Ogni uomo che resta sarà un fiore spezzato
Un profumo perduto, un canto umiliato
Ma dimmi perché a volte tu mi carezzi
E a volte afferri i miei rami e li spezzi
Non so non so dirti ma a volte il dolore
Si fa troppo forte anche per il mio cuore
E allora m'infurio e soffio più forte
Sperando così di cacciare la morte
 
E l'albero allora dopo queste parole
Distese i suoi rami e pregò verso il sole
O padre del mondo, o padre dei cieli
Sta accanto a quell'uomo oramai senza veli
Perché sarà solo e se ne andrà col vento
Cercando il tuo nome nei cerchi del tempo
  
presentazione
 I testi
1974, i primi concerti
Le poesie
1981, il primo disco

 © Edizioni Musicali Macedonia - Roma