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Super Sound 24 giugno 1974 |
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Approfittando del ritorno dell'estate, la stagione dei grandi raduni pop, abbiamo pensato di realizzare un'inchiesta sull'attuale situazione della musica d'avanguardia in Italia. Naturalmente non citeremo la produzione discografica più recente della P.F.M. o del Banco e non ci interesseremo degli spettacoli delle Orme o del Rovescio della Medaglia; in altre parole, eviteremo di parlare degli artisti più conosciuti e delle loro attività bensi ci occuperemo delle situazioni, spesso grottesche, nelle quali si vengono a trovare i gruppi e gli artisti meno conosciuti. Il nostro lavoro sarà facilitato dal fatto che diversi collaboratori di Super Sound fanno parte del mondo musicale italiano anche in qualita di strumentisti; avremo quindi la possibilità di mostrare ai nostri lettori i vari aspetti della vita dei musicisti nostrani attraverso diversi punti di vista.
Cominciamo il nostro servizio con uno dei problemi più grandi: I'organizzazione dei raduni pop. Anche i sassi sanno che nessun musicista muore dalla voglia di suonare per primo nei festivals; troppi elementi negativi possono pregiudicare l'esibizione dell'artista che è costretto ad aprire una manifestazione. In questi ultimi tempi, per fortuna, molti organizzatori hanno deciso onde evitare con testazioni, di ricorrere al sorteggio per stabilire l'ordine di uscita dei vari strumentisti; fin qui niente di male, anzi! Le dolenti note arrivano, purtroppo, proprio nel momento in qui si svolgono le operazioni di sorteggio: perché gli artisti non possono essere presenti? Per quale ragione un musicista deve mettere in gioco le sue possibilità di offrire una buona prestazione al pubblico a causa di un sorteggio non effettuato alla sua presenza?
Naturalmente non ci stiamo riferendo a tutti gli organizzatori, ma solo ad una parte di essi; seguendo la nostra linea di condotta, che ci impone di muovere esclusivamente critiche costruttive a coloro che hanno in mano il futuro della musica pop italiana proponiamo che ai prossimi "sorteggi" tutti i musicisti possano assistere alle operazioni: Non crediamo che ciò sia impossibile e attendiamo una risposta.
Secondo punto: perché solo i musicisti più famosi hanno la possibilità di provare per molto tempo (a volte si raggiungono anche le due ore..) la strumentazione? Non è facendo discriminazioni di questo genere che si permetterà ai nuovigruppi e ai nuovi cantanti di diventare popolari; non dimentichiamoci che non potremo contare sempre sugli stessi artisti; è necessario un ricambio, bisogna permettere, a coloro che ne hanno le possibilità, di diventare famosi sia in Italia che all'estero. Cominciamo, quindi, a farli esibire ad armi pari con gli strumentisti più popolari e ricordiamoci che il pubblico italiano non è tanto sprovveduto e si rende perfettamente conto che la popolarità non sempre è sinonimo di preparazione tecnica.
Terzo punto: in questi ultimi tempi gli organizzatori hanno fatto del loro meglio per praticare i più bassi prezzi possibili e, in effetti, andare a vedere un festival pop oggi come oggi costa intorno alle mille lire, una cifra bassissima se consideriamo che anche i migliori gruppi italiani prendono parte a questi raduni; però non si possono fare proposte come quelle di un paio di organizzatori che pretendevano di fare alcuni raduni assolutamente gratis in una regione non facile da raggiungere senza pagare agli artisti neanche il viaggio!
Per un musicista che può perme ttersi di pagarsi un viaggio anche in America ce ne sono cento che devono ancora pagare l'amplificazione o la chitarra e che, di conseguenza, non possono certo attraversare l'ltalia in lungo e in largo con molta facilità. Il rimborso spese deve essere garantito a tutti gli artisti dai meno famosi a quelli che guidano le classifiche discografiche perché in fondo quella del musicista è una professione come un'altra.
Fino a pochi anni fa il pubblico italiano era obiettivamente, uno dei meno preparati del mondo, musicalmente parlando. Naturalmente la colpa non era sua, i mezzi d'informazione non trasmettevano quasi mai la musica rock e gli a ppassionati, di conseguenza, erano pochissimi; fortunatamente in questi ultimi tempi la situazione è cambiata quasi completamente ed ora il nostro pubblico è tra i più competenti, l'Europa.
In particolare dobbiamo sottolineare l'educazione del pubblico "di provincia" che, in molte occasioni, si comporta assai meglio di quello "cittadino"; innanzitutto ogni artista ha la possibilità di proporre interamente la sua musica senza interruzioni, tipiche degli spettacoli che si tengono nei grandi centri e dovute ad una piccola parte della platea che giudica tutti i musicisti con un metro, abbastanza singolare e stupido, sul quale non ci dilungheremo troppo; inoltre, se la musica proposta non è di gradimento del pubblico l'artista si trova "imme;so" in un silenzio che vale più di mille fischi e che dimostra la maturità delle persone presenti in sala.
Il problema dei prezzi è troppo ampio per essere degnamente affrontato in questa sede; ci ripromettiamo di dedicargli, a suo tempo, un lungo servizio; per ora ci limitiamo a constatare che anche in altre nazioni il costo dei biglietti è molto elevato anche se gli artisti non devono sostenere le spese di viaggio che sono costretti a mettere in conto agli organizzatori e, d i conseguenza, a coloro che acquistano il biglietto; mal comune, mezzo gaudio...
Tornando all'argomento di cui ci stavamo occupando, dobbiamo rilevare che alcuni difetti sono ancora ben radicati nel nostro pubblico primo fra tutti l'esibizionismo.
Così come gli appartenenti alla cosiddetta alta società si recano alle "prime" dei films o delle commed ie solo per mostrare i propri vestiti, gli appassionati di musica rock vanno ai concerti vestiti nei modi più strani solo per "colpire" la gente che li guarda; la maggior parte di questi ragazzi il giorno dopo torna ad indossare i soliti abiti da perfetto "figlio di papà", lieto di aver vissuto, per una sera, come i suoi idoli, dei quali compra i dischi, si, ma che in fondo considera "esseri" strani, originali, come gli animali esotici che si vedono allo zoo. Per fortuna non tutti i partecipanti ai concerti sono cos'' ipocriti; molti, anzi, devono rinunciare a tante piccole cose per po ter assistere agli spettacoli e sinceramente ci dispiace che persone così coerenti possano entrare in contatto con una "gioventù" che, in effetti, è formata da gente vecchia come mentalità individui che hanno gia im parato a comportarsi come i camaleonti, secondo le regole della vita moderna.

Ed eccoci giunti all'argomento più difficile: i musicisti; vediamo insieme i loro pregi e i loro difetti e, attraverso questa analisi, cerchiamo di chiarire definitivamente l'attuale situazione musicale italiana.
Attualmente il musicista italiano poco conosciuto si trova in una situa ione non molto invidiabile; la crisi che ha colpito recentemente tutta la musica d'avanguardia internazionale ha lasciato molti segni anche da noi In questo momento assistiamo da una parte ad un ritorno al rock (AIberto Motore, Biglietto per l'lnferno) e dall'altra ad un progressivo spostamento verso il jazz (Suonosfera, Perigeo, Kaleidon); in pratica, si cominciano a dimenticare gli insegnamenti dei Genesis, dei Gentle Giant, di E.L.P. e di Bob Tripp e ci si rivolge ad altre fonti di ispirazione. Questo è senz'altro un pregio, secondo noi; la musica italiana dei primi tre anni dell'attuale decennio è stata sin troppo influenzata dagli artisti menzionati ed è ora di cambiare qualcosa. Purtroppo lo spostamento verso il jazz, avvenimento di per sé molto valido, non è stato effettuato attraverso una lenta e graduale evoluzione, ed ora l'ltalia pullula di pseudo musicisti che, senza essere padroni della tecnica strumentale, pretendono di suonare una musica che, in genere, è il punto di arrivo dei migliori strumentisti mondiali. Ci troviamo di fronte a ragazzi di quindici anni che si sentono dei nuovi Coltrane solo perché riescono a tirare fuori da un sax due note... Purtroppo la presunzione è sempre stato il più grande difetto dei giovani musicisti italiani sin dai tempi del "beat", per fortuna, il pubblico attuale non è disposto a farsi prendere per i fondelli da sedicenti musicisti. Un altro difetto degli strumentisti in attività attualmente, è la mania della velocità; da quando John McLaughlin è diventato famoso in tutto il mondo, non c'è un chitarrista che non pretenda di emularlo; quel che è peggio, però, è che molti appassionati ritengono "di alto livello" solo gli assoli eseguiti con la massima velocità possibile e i musicisti non fanno nulla per cambiare questa convinzione, errata al cento per cento. Attualmente disponiamo di un nugolo di chitarristi che posseggono solo la velocità. e il feeling? La tecnica? Il gusto? La misura ? La ricerca sonora? Eric Clapton è stato considerato per anni miglior solista del mondo eppure non è affatto un chitarrista velocissimo; se migliaia di persone lo hanno applaudito e imitato una ragione ci dovrà pur essere.
Una altra caratteristica dei giovani strumentisti italiani è l'indifferenza, per non dire il disprezzo, che esiste nei rapporti reciproci; ogni musicista ritiene di essere il migliore in senso assoluto e, conseguentemente, non ha alcun bisogno di sentire gli altri (secondo lui...).
Così succede spesso che mentre un artista suona, i componenti degli altri gruppi non lo degnano di uno sguardo, ma il lato più brutto della cosa sta nell'ostentazione di tale comportamento; non è raro, durante un festival pop, vedere alcuni strumentisti che, mentre un loro collega sta suonando, si mettono a ridere, scherzare, fare confusione con uno scopo ben preciso; quando questo malcostume finirà, forse anche l'ltalia potrà diventare una potenza musicale come l'America e l'lnghilterra.
Purtroppo ora sia mo costretti a toccare un tasto che provocherà diverse reazioni da parte di alcuni musicisti ma, facendo anche noi parte dell' ambiente, vogliamo rischiare e proporre un argomento che è senza dubbio scottante: le sessions. Siamo sinceri: in Italia le sessions le sanno fare in pochi e non certo coloro che suonano abitualmente il rock. Se qualche lettore ha avuto modo di partecipare (come spettatore o come musicista) ad una session, saprà s1curamente come funziona il meccanismo; innanzitutto nel gruppo dei partecipanti c'è il solito ragazzino molto ricco che, fornendo buona parte dell' amplificazione, si arroga il diritto di suonare più degli altri anche se strimpella il proprio strumento solo da due settimane; poi non è difficile trovare quello che, suonando uno strumento dalle sonorità tipiche come, ad esempio, il basso, per mettersi in mostra non esita a rompere i timpani agli altri partecipanti alla jam; il batterista, naturalmente, non si accontenta di accompagnare ma pretende di fare il consueto assolo e gli altri strumentisti (il chitarrista, il pianista, il sassofonista, tanto per citarne qualcuno) si impegnano nella solita gara di bravura e, inutile dirlo, di velocità.
Il lato più singolare della cosa, in questo caso, è che i personaggi di cui abbiamo, parlato, spesso hanno nomi famosissimi che, per ovvie ragioni, non citeremo (si dice il peccato ma non il peccatore}: a punto, sinceramente, qualunque persona lungimirante cercherebbe di eliminare le sessions dai programmi dei vari festivals ma prtroppo non è così: il pubblico è costretto ad accettare inutili esibizioni di tecnica pura che mirano esclusivamente a riaffermare la "bravura" di questo o di quel musicista. Le eccezioni, per fortuna, esistono e se qualche discografico darà prova di buona volontà, potremo anche acquistare, in futuro, un album comprendente una "supersession" italiana come quella che si svolse tempo fa in un noto locale romagnolo.
Un altro problema abbastanza scottante è quello della musica d'avanguardia, quella musica, cioè, che è basata su nuove soluzioni sonore (sintetizzatori) e su nuovi schemi. Non è un tipo di musica facilmente realizzabile ma per molti giovani è l'unica valida; purtroppo la maggior parte di quelli che la fanno non ha le idee troppo chiare e contribuisce a confondere il pubblico il quale, alla fine, preferisce un genere più semplice e più immediato; a questo proposito basta ricordare un esempio recentissimo: al festival di Carpineto Romano, Loy e Altomare, un duo non certo dedito all'avanguardia, hanno ottenuto molto più successo di altri gruppi che hano proposto una musica più costruita, più "difficile". Indubbiamente i tempi sono maturi per un cambiamento ma troppi sedicenti musicisti cercano quella che noi abbiamo definito "avanguardia a tutti costi", una musica falsa, ipocrita, nella quale gli elementi tipici dell'avanguardia sono introdotti per forza e senza un minimo di raziocinio si tratta di uno stile destinato a colpire il pubblico ma ormai gli appassionati sono stanchi di falsi profeti, vogliono fatti e non parole. Davanti ad un cattivo esecutore di jazz o di musica d'avanguardia è preferibile, come già accennammo in un altro articolo, un buon musicista rock o country.
Cli argomenti potrebbero essere tanti ma noi crediamo di aver trattato quelli più importanti qual 'è la conclusione, dunque? Non vorremmo aver dato, nel corso della nostra inchiesta, I'impressione di aver cercato quasi esclusivamente i lati negativi dell'attuale situazione musicale italiana; purtroppo le cose stanno proprio così: troppa presunzione da parte dei musicisti; un assurdo complesso di superiorità da parte di sedicenti jazzisti nei confronti dei musicisti rock; un menefreghismo assoluto verso le proposte lanciate da altri strumentisti italiani, a favore di quelle ormai scontatissime, dei musicisti inglesi; un esibizionismo, segno della mancanza di buon senso, da parte di un largo strato del pubblico; molta disorganizzazione in alcuni raduni pop; la facilità con la quale mistificatori di ogni genere vengono scambiati per artisti.
Naturalmente esistono anche dei lati positivi: l' ottimo livello medio raggiunto dai giovani musicisti italiani (R.R.R., Albero Motore, Kaleidon, Mendele Jeff, Suonosfera, ecc.); il buon grado di preparazione e di educazione raggiunto dal pubblico; i bassi prezzi dei festivals; un certo interesse del pubblico verso la musica contemporanea (Cage, Stockhausen) ed il jazz (i successi ottenuti da Ornette Coleman, Art Farmer, Dexter Gordon, Irio De Paula, Keith Jarrett, Steve Lacy e tanti altri negli ultimi due anni); la nascita di gruppi capaci di rappresentare l'Italia all'estero dopo le tournée della P.F.M. e delle Orme (Perigeo e Volo) e la fine dell'influenza che Fripp, i Gentle Giant e gli E.L.P. hanno avuto per anni nello sviluppo della musica italiana.
La nostra inchiesta si conclude; speriamo di aver dato un panorama abbastanza ampio della situazione e attendiamo le reazioni, sia positive che negative, dei nostri lettori per sapere il loro parere sull'argomento.
Eric Heffernan
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