Valerio Liboni
Nato a Torino nel 1953, sotto il segno dei Pesci, Valerio Liboni è figlio d'arte: suo padre, Gianni Liboni, è stato infatti l'ultima spalla di Macario, il celebre comico torinese, ed successivamente stimatissimo autore cabarettista. Ma andando indietro negli anni incontriamo la bisnonna, Virginia Fleury, celebre attrice del cinema muto e del café chantant.
Attratto dal magico luccichio dei lustrini e dalle piume svolazzanti delle Bluebell e vivendo in questo ambiente, era abbastanza prevedibile che Valerio venisse educato da artista e che tale diventasse crescendo: il suo debutto sul palco fu da batterista, ma iniziò prestissimo a comporre per cimentarsi poi come cantante, produttore e arrangiatore, toccando via via e sempre prestigiosamente tutti i punti più importanti dlla carriera di un musicista professionista.
Artista sensibile e misurato, attento ai piccoli e grandi fatti del vivere quotidiano, racconta nelle sue canzoni i sentimenti profondi che gli vivono dentro: l'amore e l'amicizia, gli affetti per cose, persone e luoghi, frutto di una lunga esperienza di viaggio, di lavoro e di rapporti con gli altri.
La letteratura e la storia sono le passioni del suo tempo libero, il calcio e il tennis i suoi divertimenti. Disprezza profondamente i "maneggioni" e gli intrallazzatori del "palazzo" (se così vogliamo chiamare l'ambiente dello spettacolo in cui ha vissuto per vent'anni.
Si autodefinisce "...un poeta nato in un secolo sbagliato..." e vorrebbe un mondo senza retorica verbale, ma ricco di concretezza di sentimenti e di intenti, di certezze per la pace e per il miglioramento della vita in generale.
Nella primavera del 1989 uscirà il suo primo libro, in cui racconta venti anni di musica leggera vista dall'nterno e delinea l'immagine inedita dei personaggi che animano il mondo apparentemente splendente dello "show business".
Il Long Playing del 1987 si intitola "Amici miei, infinitamente cari..."
 
Operazione Lucifero - 1988