Editrice SOPI - Roma
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n. 4 anno 4° (aprile 1977)
In copertina: Pooh, Punk Rock, Eugenio Finardi.
All'interno: Lucio Battisti, Napoli Centrale, Zappa, Beatles, Umberto Napolitano, Charles Aznavour, Roberto Soffici, Nova, Sanremo 77, Ivan Graziani, Beatles, Donatella Rettore, Bruno Sebastian
Napoli Centrale
Poche chiacchiere e molta musica
 
Dopo aver deciso di rivoluzionare nuovmente la formazione del gruppo, James Senese e Franco Del Prete stanno realizzando un nuovo album, il terzo dopo "Campagna" e "Mattanza". I nuovi elementi saranno probabilmente un bassista, un pianista e un chitarrista americano.
 
Tutto è iniziato con una semplice telefonata: "Ciao Franco, è da parecchio che non vi sentiamo, possiamo incontrarci?". Così ci troviamo in un appartamento popolare, l'abitazione di James Senese, con un bicchierino di liquore tra le mani, in mezzo a tanti strumenti e con il caratteristico clima di amicizia e di simpatia che contradistingue tutti i musicisti napoletani.
 
N.Sound: E' da parecchio che Napoli Centrale si è eclissata dalla ribalta della musica italiana di un certo livello: perché?
James Senese: " Innanzitutto perché volevamo approfondire un certo discorso che stiamo portando avanti e poi anche per riposarci in quanto ultimamente ci siamo sottoposti ad uno stress non indifferente".
N.Sound: Le ultime notizie sul vostro gruppo riguardano il premio della critica discografica per l'ultimo LP 'Mattanza' e la vostra partecipazione al festival Jazz di Montreux, siete rimasti soddisfatti?
Franco Del Prete: "Siamo molto contenti del giudizio della critica per 'Mattanza' ma più che altro siamo soddisfatti per l'interesse che ha mostrato il pubblico a questo album; per quanto riguarda Montreux sarebbe potuto andare molto meglio, ma pensa che ci hanno fatto suonare in un teatro che sembrava una trattoria e insieme ad alcune bande tradizionali americane, tipo 'Dixie' per cui c'era gente che non era molto interessata al nostro tipo di musica".
James: "Comunque siamo rimasti lo stesso soddisfatti ma vorrei precisare che l'importante è suonare non solo a questi grossi festivals jazz, ma ovunque ci sia gente che voglia ascoltare musicisti che credono ciecamente nella loro musica". N.Sound: Qual è la formazione attuale prima dell'incisione del vostro ultimo album e perché cambiate con una certa frequenza gli elementi?
James: "Molti gruppi stranieri cambiano con frequenza gli elementi eppure ciò non costituisce polemica o notizia da prima pagina, noi lo facciamo solamente perché non troviamo musicisti che credano ciecamente in quello che vogliamo dire".
Franco: "Vedi è molto difficile, anche per un musicista bravissimo entrare nella nostra dimensione perché noi non facciamo musica fine a se stessa ma desideriamo trasmettere quelle che sono le nostre matrici culturali e musicali e, in base a queste, portare avanti il nostro modo di sentire Napoli con tutte le sue incongruenze e con il fascino che ha sempre trasmesso a tutti i suoi abitanti".
James: "Attualmente stiamo suonando, Franco ed io, cercando di risolvere tutta la situazione di Napoli Centrale e penso che ci stiamo riuscendo in pieno. Comunque abbiamo già un nuovo bassista di cui ancora non ti posso dire il nome perché non è confermato, poi prenderemo un pianista e forse un chitarrista americano, però non ti posso anticipare altro".
N.Sound: Quindi Napoli Centrale fra poco in sala di registrazione: come sarà il nuovo LP?
Franco: "Sarà bello, ti potremmo dire diecimila parole ma sinceramente sono inutili, siamo soddisfatti, eccitati, ma credo che solo dopo la realizzazione se ne possa parlare esattamente".
N.Sound: In che cosa differirà rispetto a 'Campagna' e 'Mattanza'?
Franco: "Non si può parlare di diversità, ma di maturità maggiore, Napoli Centrale significa James e Franco, due persone che vanno avanti sia come uomini che come musicisti ed è logico che questo discorso si approfondisca ogni giorno di più. Io ho ripreso a suonare la batteria perché oggi ho preso coscienza del mio strumento e ho colmato delle lacune che per me rappresentavano un freno per quello che voglio fare. Infatti ti anticipo che nel prossimo LP sarà dato molto spazio alla sezione ritmica".
N.Sound: Qual è il tema di questo LP che state preparando?
Franco: "Ci siamo rotti..... questo è il problema che affronteremo, cioè l'incomprensione di tutti quelli che amano solo criticare e che non lasciano la libertà di far decidere o meglio di lasciar vivere quelli che ne hanno voglia".
N.Sound: Ci sono quindi problemi pratici per musicisti che fanno una daterminata musica?
Franco: "Enormi, ti assicuro, e più lavori per fare musica che rispecchia te stesso senza influenze, e più sorgono difficoltà, perchè ogni volta che la musica può diventare molto potente, di valore, è evidente che mette in crisi altra gente, il sistema, per cui cercano di non farti uscire come tu sei".
James: "Noi questa volta vogliamo andare veramente in fondo, ma senza concludere un discorso bensì partire per una certa strada che sia quella e basta. Purtroppo noi siamo sicuri che i nostri dischi rimarranno nel tempo, forse saranno più accettati di adesso, però ci sono dei problemi che adesso dobbiamo risolvere, non possiamo fare come tanti jazzisti americani che sono morti e dopo hanno avuto successo".
N.Sound: Oggi c'è la moda di andare ad incidere all'estero, voi che cosa ne pensate?
James: "Se ci fosse uno studio di registrazione a Milano o a Frattamaggiore o in un paese vicino a Napoli per noi non sarebbe un problema. Tutto dipende dai musicisti anche perchè in Italia c'è un buon livello tecnico".
N.Sound: Che influenza ha avuto la politica nella vostra musica ?
James: "Nessuna, Napoli Centrale sarebbe nata ugualmente, non in base al testo fatto in un certo modo ma perché doveva nascere. Tu lo sai bene, abbiamo combattuto giorno per giorno per fare della musica buona".
Franco: "Come già abbiamo detto prima, noi suoniamo dove il pubblico richiede la nostra musica e non ci siamo serviti delle feste dell'Unità o del pugno alzato per andare avanti, anzi abbiamo criticato e continuiamo a farlo apertamente, certe strutture, unicamente per un fatto costruttivo".
N.Sound: Ritenete la vostra musica universale o con matrici napoletane ben determinate?
James: "Noi ci riteniamo veramente napoletani, anche perchè il testo non è un pretesto per fare certa musica o per trovare una certa originalità. Già il fatto che adesso devo parlarti in italiano mi limita molto perchè io vorrei parlarti in napoletano per spiegarti meglio la nostra condizione esistenziale".
Franco: "La base della propria musica deve essere per forza la tua origine, la tua storia e poi, per non finire in un ghetto, ami e assimili tutte le culture che scopri. Per esempio noi sentiamo musica indiana e ci fa impazzire però resta sempre la nostra matrice. Se suonano insieme un messicano, un negro, un austriaco e un inglese, ti accorgi che ognuno di essi lo fa in un certo modo eppure esce un'unica musica in base al fatto che c'è una direttiva comune verso un determinato problema".
James: "lo, poi sono per metà negro e metà napoletano e sento la mia condizione particolare per cui mi esprimo in un certo modo. Non trascuro la mia tradizione esclusivamente napoletana ma nel momento in cui compongo mi accorgo anche dell'altra. E' insomma un sentimento interno".
Concludiamo questa intervista - fiume con Napoli Centrale che, andando contro il loro interesse specifico, hanno preferito parlare di più della propria condizione umana piuttosto che anticipare notiziole puramente formali sul prossimo LP.
Del resto è più fruttuoso conoscere i promotori di questa musica piuttosto che sapere il nome dell'eventuale chitarrista americano con il quale suoneranno. Dal canto nostro, per dovere di cronaca, annunciamo delle tournée di Napoli Centrale all'estero (si fa anche il nome del Giappone) e gli auguriamo tanto successo. Infine, per i più curiosi, riportiamo un frammentario ascolto di brevi nastri che preannunciano una musica molto più vitale e forte rispetto ai precedenti LP e un momento estremamente creativo da parte di James Senese.
Non ci rimane altro che aspettare l'uscita del disco e di fare monito di quello che ci hanno detto Franco e James a tutte le nuove leve che si stanno affacciando nel panorama musicale italiano, affinché anch'essi credano ciecamente nel messaggio e nella musica che vogliono portare avanti e non si lascino abbindolare da un certo tipo di commercialità oggi dilagante.

Claudio Poggi

 

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