Editrice SOPI - Roma
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n. 4 anno 4° (aprile 1977)
In copertina: Pooh, Punk Rock, Eugenio Finardi.
All'interno: Lucio Battisti, Napoli Centrale, Zappa, Beatles, Umberto Napolitano, Charles Aznavour, Roberto Soffici, Nova, Sanremo 77, Ivan Graziani, Beatles, Donatella Rettore, Bruno Sebastian,
Donatella Rettore

Per quelli come me...

Una che non ha avuto paura di macchiare il suo nome con l'etichetta sanremese, e che imperterrita ha presentato a quel pubblico la sua 'linea' senza modificarla neanche un po' per l'occasione, si chiama Donatella Rettore.
Esuberante all'apparenza, quel tanto che serve a mascherare la timidezza e l'introversione che ne hanno fatto una autentica cantautrice (nel senso dello spirito con il quale compone, e non solo per essere autrice dei brani che canta), dotata di una vistosa bellezza, Donatella, a ventidue anni, rappresenta uno dei pochissimi personaggi femminili interessanti per la validità dei discorsi che propone e per le già abbondanti esperienze, tra cui un dignitoso debutto in tournée con la Nuova Compagnia di Canto Popolare.
In occasione del suo primo long playing, abbiamo cercato di conoscerla più da vicino.
"Ho cominciato a cantare a quindici anni, facendo il possibile per evitare quel tipo di pubblico che assiste ai concorsi di voci nuove: familiari dei partecipanti, amici, mamme apprensive e nonne dalla lacrima facile, che sono tanto nocivi alla necessità di esprimersi in termini reali e allo sviluppo della propria creatività. Comunque mi riusciva egualmente difficile esprimermi attraverso parole di terze persone, ed ho incominciato a comporre per trovarmi in rapporto diretto con la mia vita, i miei desideri e i miei problemi, che sentivo di voler esprimere musicalmente da sola".
I suoi concerti sono stati brevi ma importanti: dopo la tournée al fianco della NCCP, è stata la validissima spalla di Lucio Dalla nel 1973. Le sue canzoni, presentate all'epoca, avevano titoli come 'L'amore a sedici anni', 'Maria Sole' e '17 gennaio', che non sono passate inosservate.
"Molte delle mie canzoni - afferma Donatella - le ho composte con la collaborazione di Claudio Rego, un valido musicista che tra l'altro mi accompagna alla chitarra. Ora, con questo LP, desidero solo conoscere e abbracciare tutte le categorie di pubblico, anche se profondamente credo che quello che può capirmi di più è il pubblico dei miei coetanei, di quelli insomma che parlano come me".
Nel long playing c'e tutta la personalità di Donatella in dieci brani tra cui quello che ha rischiato di essere un grosso successo lo scorso anno 'La Berta', e quello impavidamente presentato a Sanremo, 'Carmela'.
Aggressiva, dolce, ironica e profonda, Donatella si propone ad un pubblico esigente ed acuto, rifiutando a priori la sterile canzonetta di facile consumo come l'impegno forzato, altrettanto commercialmente artificioso. Assaggiare la sua poesia quotidiana, le sue filastrocche intelligenti e la sua musicalità vuol dire aver voglia di ascoltarne ancora.
 

Gilberto Lupi

CARMELA! (Rego-Rettore)
 
Carmela regalava caramelle colorate
ma erano caramelle avvelenate.
Di giorno piangeva sulle tombe dei vivi,
di notte cercava pace tra gli ulivi.
Hanno sparato a salve, dicono,
solo per farli sloggiare,
e invece fi hanno fatti cadere,
i cani se hanno paura, vanno tenuti alla catena.
Carmela viveva sulle bocche dei ragazzi
che volevano solo un po' di pace per i loro vecchi.
Barcellona sembrava un prato
ma era un campo di sterminio,
e i soldati coi fucili in mano
tutelavano col sangue la pace dei civili.
E loro si incontravano di notte
per non farsi vedere,
cantavano e facevano l'amore
e Carmela gli chiudeva gli occhi,
e Carmela era una stella,
una perla nera,
Carmela era la loro bandiera!
A quarant'anni o si è furbi o eroi,
a quarant'anni lui amava solo lei.
Gli occhiali gli cadevano sul naso,
ma mentre addentava l'ultima mela,
nel suo letto in Paradiso cantava:
"Oh! Carmela! Oh! Carmela! "
Carmela regalava caramelle avvelenate
ma si dice che qualcuno sfa risorto
dopo averle assaggiate.
Barcellona sembrava un prato
ma era un campo di sterminfo,
e i soldati coi fucili in mano
tutelavano col sangue
la pace dei civili.
E loro si incontravano di notte
per non farsi vedere,
cantavano e facevano l'amore
e Carmela gli chiudeva gli occhi
e Carmela era una stella,
una perla nera,
Carmela era la loro bandiera!
"Oh! Carmela! Oh! Carmela! "
 
(ed. Editori Associati)

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