All'interno:Lucio
Battisti, Rock panorama, Dario Baldan Bembo, Oliver
Onions,Matia
Bazar,
Sanremo, Walter Foini, Lene Lovich, Keith Emerson,
Federico Troiani, Milk and Coffee, Il Giardino dei
Semplici
MATIA
BAZAR
UN
MAGAZZINO DI IDEE
"Tournée", ultima fatica dei
Matia Bazar, è l'album che più di ogni altro
può dirsi una pagina nuova nella storia del popolare gruppo
genovese. Il punto di vista degli interessati.
"E' bene ricordare che il
nostro nome, oltre a rendere nella prima parte omaggio a Matia,
vuole sintetizzare nella seconda, con Bazar, soprattutto un
magazzino di idee musicali".
E' una definizione alla quale
Aldo Stellita, bassista e compositore testi del gruppo genovese
tiene in particolar modo. L'ho incontrato diverse volte nel corso
di questi ultimi anni e ogni qualvolta io ero pronto con il
taccuino in mano o il registratore avviato, difficilmente non ha
fatto cenno a questa loro particolarità non solo
etimologica.
Un 'magazzino di idee musicali'
che in occasione dell'ultimo album 'Tournée', non si
è limitato a smaltire le 'giacenze' ma ha completamente
cambiato il genere degli articoli in vendita.
È forse questo il dato
primo che scaturisce dall'ascolto del loro nuovo album: una nuova
veste, una nuova immagine, d'altronde è stata anche
un'esigenza, quella di creare qualcosa di nuovo, visto il successo
crescente decretato al complesso in questi anni e non solo tra i
patrii confini musicali.
Matia Bazar è oggi una
delle poche realtà musicali italiane esportabili, grazie
anche ad un serio e attento lavoro professionale operato in questi
anni, non senza sacrifici. Ma per chi ha ancora in mente i motivi
che componevano l'album 'Semplicità' sicuramente
verrà qualche curiosità a riguardo di questa nuova
realizzazione. È più che naturale, anche
perchè al sottoscritto è capitato altrettanto e nel
corso della chiacchierata che ho avuto con il gruppo schierato al
gran completo, questo è stato uno degli argomenti prima
affrontati.
"Devo premettere -
esordisce Giancarlo "batterista" Golzi -che
'Semplicità' scaturiva dalle esperienze estere, era il
riassunto, un po' del Matia Bazar come era stato fino al 1978,
avevamo smesso, proprio per affrontare gli impagni con l'estero,
di fare spettacoli dal vivo in Italia. Quest'estate invece abbiamo
ripreso, proprio con il massimo impegno, rivoluzionando tutto
quello che poteva essere la parte tecnica e la parte strumentale,
in una tournée di 55 giorni in Italia, abbastanza piccola
ma che ci ha fatto attraversare tutta la penisola. Da questa
esperienza è scaturito l'album 'Tournée', proprio
perchè è il riassunto di tutte le nostre esperienze
e le nostre emozioni per quanto riguarda questo nuovo contatto con
il nostro pubblico".
Un pubblico che oltretutto
è cambiato notevolmente in queste ultime due stagioni,
infatti se l'esigenza di prima, anche organizzativamente, era
quella di poter ascoltare un artista o un gruppo inserito in una
struttura (es. discoteca), ora c'è invece la
possibilità di suonare in posti che non impongono per la
loro natura altri tipi di musica.
"Sì, effettivamente
questo è importantissimo ed inoltre abbiamo trovato nella
gente una disponibilità nuova e più aperta, cha ci
ha aiutato molto anche nella realizzazione dell'album caricandoci
positivamente: pensa che siamo entrati in sala senza problemi di
nuovi arrangiamenti per l'occasione, tutte le canzoni sono state
incise dopo essere state presentate dal vivo nell'ultima
tournée, e così come le facevamo durante lo
spettacolo le abbiamo incise".
Ma il disco non risente
solamente di questa atmosfera ma denota una cura decisamente
più attenta nei testi, che descrivono situazioni
autobiografiche anche con metafore niente affatto banali, una
presenza vocale che raggiunge momenti di amalgama notevole con
punte di vera espressività nelle note carpite da Matia,
inoltre c'è una ritmica molto più presente che
dà al disco una più marcata incisività,
facendo anche muovere le canzoni grazie anche e finalmente a
più interventi strumentali.
"Prima eravamo gente che si
limitava ad accompagnare la propria voce, per cui creavamo un
sottofondo e poi basavamo il tutto sulle nostre capacità
vocali, ma poi ci siamo guardati allo specchio e dentro noi stessi
rendendoci conto che continuare a fare solamente il ritmo sotto
era quasi un affronto nei confronti dei nostri stessi
musicisti".
Siete cinque, cinque
interpreti, ma soprattutto cinque musicisti ognuno ha le sue idee,
ognuno ha i suoi gusti, la fusione come avviene?
"Fondamentalmente -
risponde Piero Cassano "pianista e tastierista" - nella
libertà di aspressione che ora abbiamo raggiunto. Prima era
un po' diverso anche perché il nostro repertorio non ci
offriva spesso questa possibilità e tutto ruotava attorno
al canto".
Non so se il fare l'avvocato
del diavolo sia una mia caratteristica professionale o meno, fatto
sta che molto spesso, anche quando ho delle situazioni chiare come
questa, cerco sempre di scoprire se ci sono cose diverse e
nascoste; infatti rivolgendomi a Matia le chiedo se riesce sempre
ad entrare nelle atmosfere musicali che i suoi compagni le
propongono o se qualche volta vorrebbe agire
diversamente.
"Non è il caso di
questo album, però devo dire in tutta sincerità che
precedentemente qualche volta mi è capitato di non avere
qual trasporto al 100 per cento verso la canzone che dovevo
interpretare ma ho sampre cercato a quel punto di crearla io una
mia atmosfera, al limite provando degli esperimenti con la voce,
usandola per poter dare anche un'espressione
strumentale".
Trovandomi di fronte al disco,
ho cercato per un attimo di non lasciarmi trasportare solo dalla
musica, e leggendo i testi delle canzoni, ho trovato molto
movimento, provo a dire questa mia impressione ad Aldo,
responsabile in prima, del reparto parole.
"Può esser vero, e
credo sia dovuto al movimento insito nella tournee stessa. Questo
poi è un periodo, in cui nessuno di noi vorrebbe stare
fermo, e penso che quest'idea di movimento ci abbia affascinato un
po' tutti quanti".
Penso che quest'energia li
farà camminare ancora parecchio.