Editrice SOPI - Roma
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n. 3 anno 7° (Marzo 1980)
In copertina: Banco.
All'interno: Lucio Battisti, Rock panorama, Dario Baldan Bembo, Oliver Onions, Matia Bazar, Sanremo, Walter Foini, Lene Lovich, Keith Emerson, Federico Troiani, Milk and Coffee, Il Giardino dei Semplici
MATIA BAZAR
UN MAGAZZINO DI IDEE
 
 
"Tournée", ultima fatica dei Matia Bazar, è l'album che più di ogni altro può dirsi una pagina nuova nella storia del popolare gruppo genovese. Il punto di vista degli interessati.
 
"E' bene ricordare che il nostro nome, oltre a rendere nella prima parte omaggio a Matia, vuole sintetizzare nella seconda, con Bazar, soprattutto un magazzino di idee musicali".
E' una definizione alla quale Aldo Stellita, bassista e compositore testi del gruppo genovese tiene in particolar modo. L'ho incontrato diverse volte nel corso di questi ultimi anni e ogni qualvolta io ero pronto con il taccuino in mano o il registratore avviato, difficilmente non ha fatto cenno a questa loro particolarità non solo etimologica.
Un 'magazzino di idee musicali' che in occasione dell'ultimo album 'Tournée', non si è limitato a smaltire le 'giacenze' ma ha completamente cambiato il genere degli articoli in vendita.
È forse questo il dato primo che scaturisce dall'ascolto del loro nuovo album: una nuova veste, una nuova immagine, d'altronde è stata anche un'esigenza, quella di creare qualcosa di nuovo, visto il successo crescente decretato al complesso in questi anni e non solo tra i patrii confini musicali.
Matia Bazar è oggi una delle poche realtà musicali italiane esportabili, grazie anche ad un serio e attento lavoro professionale operato in questi anni, non senza sacrifici. Ma per chi ha ancora in mente i motivi che componevano l'album 'Semplicità' sicuramente verrà qualche curiosità a riguardo di questa nuova realizzazione. È più che naturale, anche perchè al sottoscritto è capitato altrettanto e nel corso della chiacchierata che ho avuto con il gruppo schierato al gran completo, questo è stato uno degli argomenti prima affrontati.
 
"Devo premettere - esordisce Giancarlo "batterista" Golzi -che 'Semplicità' scaturiva dalle esperienze estere, era il riassunto, un po' del Matia Bazar come era stato fino al 1978, avevamo smesso, proprio per affrontare gli impagni con l'estero, di fare spettacoli dal vivo in Italia. Quest'estate invece abbiamo ripreso, proprio con il massimo impegno, rivoluzionando tutto quello che poteva essere la parte tecnica e la parte strumentale, in una tournée di 55 giorni in Italia, abbastanza piccola ma che ci ha fatto attraversare tutta la penisola. Da questa esperienza è scaturito l'album 'Tournée', proprio perchè è il riassunto di tutte le nostre esperienze e le nostre emozioni per quanto riguarda questo nuovo contatto con il nostro pubblico".
Un pubblico che oltretutto è cambiato notevolmente in queste ultime due stagioni, infatti se l'esigenza di prima, anche organizzativamente, era quella di poter ascoltare un artista o un gruppo inserito in una struttura (es. discoteca), ora c'è invece la possibilità di suonare in posti che non impongono per la loro natura altri tipi di musica.
 
"Sì, effettivamente questo è importantissimo ed inoltre abbiamo trovato nella gente una disponibilità nuova e più aperta, cha ci ha aiutato molto anche nella realizzazione dell'album caricandoci positivamente: pensa che siamo entrati in sala senza problemi di nuovi arrangiamenti per l'occasione, tutte le canzoni sono state incise dopo essere state presentate dal vivo nell'ultima tournée, e così come le facevamo durante lo spettacolo le abbiamo incise".
Ma il disco non risente solamente di questa atmosfera ma denota una cura decisamente più attenta nei testi, che descrivono situazioni autobiografiche anche con metafore niente affatto banali, una presenza vocale che raggiunge momenti di amalgama notevole con punte di vera espressività nelle note carpite da Matia, inoltre c'è una ritmica molto più presente che dà al disco una più marcata incisività, facendo anche muovere le canzoni grazie anche e finalmente a più interventi strumentali.
 
"Prima eravamo gente che si limitava ad accompagnare la propria voce, per cui creavamo un sottofondo e poi basavamo il tutto sulle nostre capacità vocali, ma poi ci siamo guardati allo specchio e dentro noi stessi rendendoci conto che continuare a fare solamente il ritmo sotto era quasi un affronto nei confronti dei nostri stessi musicisti".
Siete cinque, cinque interpreti, ma soprattutto cinque musicisti ognuno ha le sue idee, ognuno ha i suoi gusti, la fusione come avviene?
 
"Fondamentalmente - risponde Piero Cassano "pianista e tastierista" - nella libertà di aspressione che ora abbiamo raggiunto. Prima era un po' diverso anche perché il nostro repertorio non ci offriva spesso questa possibilità e tutto ruotava attorno al canto".
Non so se il fare l'avvocato del diavolo sia una mia caratteristica professionale o meno, fatto sta che molto spesso, anche quando ho delle situazioni chiare come questa, cerco sempre di scoprire se ci sono cose diverse e nascoste; infatti rivolgendomi a Matia le chiedo se riesce sempre ad entrare nelle atmosfere musicali che i suoi compagni le propongono o se qualche volta vorrebbe agire diversamente.
 
"Non è il caso di questo album, però devo dire in tutta sincerità che precedentemente qualche volta mi è capitato di non avere qual trasporto al 100 per cento verso la canzone che dovevo interpretare ma ho sampre cercato a quel punto di crearla io una mia atmosfera, al limite provando degli esperimenti con la voce, usandola per poter dare anche un'espressione strumentale".
Trovandomi di fronte al disco, ho cercato per un attimo di non lasciarmi trasportare solo dalla musica, e leggendo i testi delle canzoni, ho trovato molto movimento, provo a dire questa mia impressione ad Aldo, responsabile in prima, del reparto parole.
 
"Può esser vero, e credo sia dovuto al movimento insito nella tournee stessa. Questo poi è un periodo, in cui nessuno di noi vorrebbe stare fermo, e penso che quest'idea di movimento ci abbia affascinato un po' tutti quanti".
Penso che quest'energia li farà camminare ancora parecchio.

Sergio Mancinelli


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