In
copertina: Daniel
Sentacruz
Ensemble.
All'interno:
Brecht, Guido Mazzon, Anna Identici, Michael Pinder,
Festival di Cannes, Umberto Balsamo, inchiesta "due
mondi", Carly Simon, The Byrds.
Anna
Identici
"Dalla
parte della donna, ma anche delluomo"
Con "Anna come sei",
disco che si inserisce nel filone della canzone sociale e civile,
la giovane cantante di Castelleone disegna un profilo di donna dai
sogni dell'infanzia fino alle prime sconfitte della vita. In
questo quadro un posto importante è riservato anche
all'uomo che Anna Identici tende a considerare alleato e non un
nemico, come spesso fanno le accese
femministe.
Anche nel suo
quinto ellepi, Anna Identici si è riconfermata interprete
attenta ai problemi della società e di quelli femminili in
particolare. La cantante, che vive vicino Milano, si edbisce quasi
esclusivamente nelle popolari feste di massa dei partiti
democratici.
Roma, giugno
1976
Risorta lentamente, ma con
determinazione e ferezza invidiabili, da un abisso di vita che
alcuni anni or sono aveva sfiorato la tragedia, Anna Identici
quando si è 'svegliata' si è guardata attorno ed ha
scoperto, anche nel suo lavoro, un mondo nuovo, un modo di
esprimersi diverso e totalmente alieno dalle precedenti esperienze
musicali che avevano sempre avuto come meta i diversi festivals
commerciali ed un repertorio quanto meno di puro e semplice
svago.
Il primo avviso di questo
diverso modo di intendere se stessa e nello stesso tempo il
proprio ruolo si è avuto nel 1971 con lalbum "Alla
mia gente", ma il passo decisivo (a mio modo di vedere) si
è avuto lanno dopo con un trentatré giri dal
titolo 'scoperto' e dichiarativo al massimo, "Apro gli occhi di
donna su 'sta vita", premio della Critica
Discografica.
Da allora Anna Identici ha
sempre continuato un discorso in profondità con la "sua
gente" portando il proprio bagaglio artistico in mezzo alle feste
popolari e nei partiti democratici.
Il quinto ellepì
intitolato "Anna come sei", è uscito di recente. Ed
è loccasione che si offre a 'Nuovo Sound' per un
colloquio con Anna Identici.
Domanda - Che cosa
rappresenta questo disco nellambito della tua
carriera?
Risposta - E' un passo
avanti verso una sempre maggiore maturazione. Da cinque anni a
questa parte tutti i miei lavori hanno una particolare
angolazione: quindi anche questo microsolco segue una sua logica,
continua il discorso. Forse, a mio parere, con qualcosa in
più visto che ha suscitato un appassionato dibattito al
Circolo della Stampa di Milano con interventi di Don Pisoni,
Davide Lajolo, Ernesto Treccani e Carb Sirtori.
D. - Di cosa si parla in
questo disco?
R.- Della donna, ma
senza gli accenti delle femministe d'assalto. Non è con
certi metodi e sistemi che la donna si evolve: mi sembra inutile
mettere l'uomo con le spalle al muro quando anche lui è una
vittima della società. Io credo, perciò, che le
donne debbono 'attaccare' la società e non il loro naturale
partner: e sarebbe idiota abbattere una società maschilista
per instaurarne una femminista. Il discorso deve essere totale ed
investire tutta la società e tutte le sue
strutture.
D. - Pensi che le tue
canzoni possano etichettarsi come "canzoni di
protesta"?
R - lo parlo di tutti i
problemi della donna in maniera pacata, cercando di dire cose che
'ripenso' di volta in volta secondo il mio modo di vedere. Dire
'protesta' è una cosa un po' difficile; a me sembra che
basti descrivere una situazione per arrivare a determinate
conclusioni logiche, lineari. In "Professione: casalinga"
ho tolto alcuni versi troppo polemici lasciando che poche e
semplici indicazioni inducano molti uomini a riflettere e ad
apprezzare anche il lavoro di una donna che spesso - rinunciando
ad altre aspirazioni - accetta la professione della
casalinga.
D. - Quali versi hai
tolto?
R - Erano una tirata
contro l'uomo; poi ho riflettuto che quando un marito torna a casa
dopo il lavoro si porta dietro tanti problemi. Ed anche se spesso
lo fa in modo così irritante che si meriterebbe un pugno in
faccia, bisogna mettersi dalla sua parte e non contro di lui: non
sempre la colpa è totalmente sua.
D. - Hai due bambini e
continui a lavorare: perchè? Non pensi di trascurare la tua
famiglia?
R - Un rapporto perfetto
tra genitori e figli non esiste: non penso, cioè, che
questo tipo di accordo sarebbe possibile se io rimanessi sempre
accanto ai miei figli come una madre tradizionale. Io creo un
rapporto giorno per giorno, senza seguire schemi o manuali. Riesco
così a conciliare il mio lavoro di cantante con quello di
mamma. Mi sembra, d'altra parte, che mentre risolvo i miei
problemi umani (di vita e di lavoro) posso diventare anche sempre
più matura e quindi giovare di più ai miei figli.
Lavoro, poi, non soltanto per realizzarmi e perchè
lho sempre fatto; lavoro per vivere, anche se - facendo bene
i conti -potrei ugualmente tirare avanti con quello che guadagna
mio marito. Però sento che il lavoro ha un'importanza
privata - per me stessa - ma anche sociale: mi consente di essere
presente nella realtà quotidiana, di partecipare, di dare e
di ricevere nello stesso tempo.
D. - Che significato ha
il tuo lavoro di cantante?
R - lo mi rivolgo ad un
pubblico che non è distratto, ma intende partecipare e
'lottare': quindi la canzone è uno strumento di coesione,
di adesione a certe tematiche ed a certe problematiche. lo non ho
studiato, non ho una grande cultura, eppure con le mie canzoni
arrivo a migliaia di persone e parlo loro di cose che le
interessano, che riflettono - magari parzialmente - loro stati
d'animo.
D. - Mi sembra che
questo disco sia più facile, abbia cioè una
confezione musicale molto vicina alla canzone come scrittura ed
immediatezza musicale.
R - E' senz'altro un
prodotto professionale. Fosse dipeso dai miei gusti personali e da
tutti quelli che hanno collaborato oon me, io avrei fatto un tipo
di musica diverso, più rigoroso. Però io desidero
parlare al mio pubblico, non respingerlo. Un testo con un minimo
di significato (che non sia cioè alla Marcella, alla
Cinquetti, alla Berti), deve avere una musica 'facile' e
'gradevole' punto giusto per arrivare veramente al pubblico al
quale è destinato. Io canto per la gente semplice che ama
anche sentire una musica accattivante, che la conquisti e
coinvolga e non la respinga. Oltre il significato, chi ascolta
desidera anche una musica da 'recepire e fare
propria.