Rino Gaetano è un nuovo
cantautore che si affianca alla già nutrita schiera dei
cantanti che, con un certo esotismo, vengono definiti dalle case
discografiche "off limits". Io li definirei molto più
semplicemente non "svergognati". Rino è uno di questi, ma
possiamo dire sia salvo per un pelo: infatti quest'anno era
candidato per il Disco per l'Estate ma fortunatamente è
stato eliminato perché un suo testo è stato
giudicato "sconcertante". Sappiamo bene come con questa parola
nelle nostre popolari manifestazioni canore viene indicata
qualunque cosa che non si attenga strettamente al più
rigido squallore e banalità, ed allora nasce la
curiosità di sentire cosa abbiano di fuori dal comune
questi pezzi. Bene, come sospettavamo sono soltanto dei buoni
testi, non scontati, alcuni fortemente autobiografici, altri con
una certa problematica, affrontata, oltre che attraverso una
visuale molto personale, anche con una certa tendenza allo
sberleffo, che non deve essere considerato come un comodo mezzo di
superare certe cose, bensi come una abile condizione psicologica
per investirle.
Rino ha cominciato la sua carriera
discografica quasi per scherzo con il 45 giri "I Love You
Marianna" con lo pseudonimo di Kammamuri's, disco che
nacque in collaborazione con Antonello Venditti e che fu anche
prodotto da quest'ultimo. (La IT-RCA è veramente una grande
famiglia). La sua esperienza è però molto più
lunga e comprende tappe d'obbligo come vari folk-studios e
complessi sperimentali.
Dopo queste note, passiamo senz'altro a
parlare del suo primo L.P. dal titolo "Ingresso Libero". La
prima facciata si apre con "Tu Forse Non Essenzialmente
Tu", il pezzo che attualmente sta avendo la promozione
maggiore in quanto è notevolmente radiotrasmesso. Un brano
che potremmo definire molto "personale". L'arrangiamento, cosa
comune a tutto il disco, è ben curato ed appropriato.
"Ad Esempio A Me Piace il Sud" è una serie di immagini
del nostro meridione: "collage" geografico e politico ben reso da
alcuni passi come: "l'acqua, che in quella terra è
più del pane"; frase questa che esprime una delle
condizioni più tragiche del nostro sottosviluppo. "A.D.
4000 d.C. " è un brano effenivamente proiettato in un
futuro che Gaetano ha ipotizzato addirittura nel 4000, ma il caos
a cui il testo fa pensare, noi francamente lo vediamo già
adesso. "A Khatmandu" è uno degli episodi più
felici dell'album dal punto di vista musicale. Il testo affronta
un tema non certamente originale: lo sgradevole ritorno alla
realtà dopo un'oretta di "assenza da fumo". La seconda
facciata si apre con "Supponiamo un Amore" il brano
indubbiamente più "poetico" dell'album, il fraseggio di
pianoforte fa supporre un intervento vendittiano: non è
escluso. "E La Vecchia Salta con l'asta" è la fiera
del nonsense: estremamente esilarante comunque. "Agapito
Malteni il Ferroviere" si riallaccia al problema del Sud
questa volta visto dietro l'occhio ingenuo di questo Agapito
Malteni che potrebbe ben essere il ferroviere della "Locomotiva"
di Guccini proiettato ai giorni nostri. Anche l'arrangiamento
è fortemente gucciniano. Con "I Tuoi Occhi Sono pieni di
Sale" entriamo in una stupenda sonorità "medioevale"
creata abilmente dal sintetizzatore.
Conclude il longplaying "L' operaio
della Fiat, la 1100". Non poteva mancare una canzone sullo
sfruttamento in fabbrica: il merito, o il demerito (a seconda dei
punti di vista), è che il problema è affrontato in
maniera piuttosto garbata e maicon toni particolarmente
accesi; il modo non è certamente nuovo. (Ascoltare
"Capannone B" del Teatro Temporaneamente Traballante).
Rino Gaetano: qualcosa di molto di
più che una semplice speranza. Bisognerà comunque
scavare ancora.