ippocrateios@sopi.it
- F.LUZI -
G.
PONTI*
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- * AIUTO DIVISIONE DI
CHIRURGIA MAXILLO - FACCIALE OSPEDALE "S. CAMILLO" U.S.L.
RM/10
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- Nostre
esperienze nel trattamento correttivo
- delle orecchie
"ad ansa"
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- 1991
- Gli autori trattano
della loro esperienza
- nel trattamento
delle orecchie "ad ansa".
- Dopo aver analizzato
le varie tecniche chirurgiche,
- illustrano il metodo
da loro utilizzato,
- riportando i
vantaggi e le complicanze comparse nella
casistica.
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- Tutte le malformazioni
dellestremo cefalico possono indurre un atteggiamento
psicologico di insufficienza che assume a volte,
unimportanza fondamentale sullo sviluppo
dellindividuo. Infatti alcune dismorfie, pur non creando
seri danni funzionali, determinano una eccessiva attenzione, in
particolar modo nelletà infantile.
- Le orecchie prominenti o "ad
ansa" rientrano in questo tipo di malformazioni che portano,
essenzialmente, ad un danno estetico e psicologico, da rendere
necessario, a volte, un precoce trattamento correttivo. E
possibile intervenire in età scolare, per lo sviluppo
fisiologico del padiglione auricolare che, già alla
nascita, ha raggiunto circa il 70% della sua lunghezza e il 76%
della sua larghezza, continuando a crescere fino
alletà di otto anni. Successivamente, tra gli otto e
i diciotto anni, cresce pochi millimetri (circa 2,1 nella donna e
7,1 nelluomo). Quindi, anche intervenendo precocemente, non
vi è un importante deficit della crescita.
- La protrusione del padiglione
auricolare caratterizza questa anomalia e comporta laumento
dellangolo cefalo-auricolare. Questo aspetto è
determinato da tre principali tipi di anormalità
anatomiche: il modo con cui lorecchio è impiantato
sulla mastoide, lassenza o la scarsa plicatura
dellantelice e lipertrofia della conca. La storia
della chirurgia correttiva delle orecchie prominenti è
iniziata nel 1845, con lintervento ideato da Dieffenback,
che proponeva la resezione di una ellisse di cute dal solco
retroauricolare, per ottenere la retroposizione del
padiglione.
- Successivamente Fly nel 1881
otteneva la correzione, riducendo la cartilagine della conca.
Fondamentali, per lo sviluppo della tecnica chirurgica, sono state
le osservazioni di Morestin e Gersuny che hanno compreso
limportanza della forza elastica della cartilagine e
lidea di Luckett che individuò, come causa principale
della malformazione, una inadeguata plicatura
dellantelice.
- Da questi studi sono derivate
varie tecniche finalizzate a ripristinare la plicatura
dellantelice e a contrastare la forza elastica della
cartilagine, sia ponendo dei punti per correggere langolo
cefalo - auricolare, sia resecando parte delle strutture
cartilaginee.
- Tra le varie soluzioni
proposte, si è affermato per la semplicità e
lefficacia il metodo di Mustardè, che consiste nel
ripiegamento della cartilagine mediante lapplicazione di
punti di sutura "a materassaio", disposti a ventaglio.
- Questo permette
allantelice di formarsi senza provocare un eccessivo
assottigliamento o la prominenza dellangolo formato dalle
cartilagini escisse, quando la correzione prevede ampie resezioni
e modellamenti.
- Per facilitare la plicatura, la
cartilagine può venir indebolita con incisioni parallele
alla linea del previsto antelice, con abrasione o con entrambi i
metodi.
- Da queste tecniche fondamentali
sono state proposte numerose modificazioni (più di 170) che
dimostrano come la chirurgia correttiva di questa malformazione
cerchi continui miglioramenti nella tecnica, per ottenere un
risultato estetico con il minimo rischio di
complicanze.
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- PAZIENTI E
METODI.
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- La nostra casistica comprende
114 pazienti (70 femmine e 54 maschi) di età compresa tra i
15 i 25 anni, i quali sono stati sottoposti ad intervento di
otoplastica per la correzione delle orecchie ad ansa, in un
periodi di tempo compreso tra gennaio e novembre.
- La tecnica usata è stata
descritta, per la prima volta, da Fuerestain .
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- TECNICA
OPERATORIA
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- Si procede in fase
preoperatoria ad una neuroleptoanalgesia e allinfiltrazione
locale con lidocaina al 2% ed epinefrina all1:100000 e
soluzione fisiologica. Dopo aver praticato lincisione sulla
faccia mastoidea del padiglione auricolare, medialmente e lungo
leminentia scaphae, si scolla la cute e il sottocutaneo per
esporre ed incidere la cartilagine, in modo da creare due
compartimenti : uno supero-laterale, che corrisponde
allelice e allantelice e uno inferomediale che
costituisce la conca. E possibile, quindi, la correzione e
la riduzione dellangolo cefalo-auricolare, applicando due
punti in materiale riassorbibile che avvicinano la cartilagine
della conca al periostio.
- Dopo la correzione nella
protrusione del padiglione auricolare, si procede
alladeguamento estetico della plicatura dellantelice.
Si valuta il contorno, con linfissione di aghi e si
stabilizza la plicatura della cartilagine con dei punti disposti a
raggiera, secondo il metodo di Mustardè.
- In tutti i tempi operatori,
lemostasi deve essere accurata. Prima di suturare, si escide
una stretta losanga di cute, e per contenere la neoplicatura
dellantelice, si pongono tre punti esterni che vengono
rimossi in terza giornata insieme al drenaggio. La medicazione non
deve essere troppo compressiva, ed è opportuno mantenere
una copertura antibiotica ed antinfiammatoria per almeno una
settimana .
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- RISULTATI
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- Nei casi trattati, sono state
osservate 5 recidive parziali, causate probabilmente dalluso
di un catgut con un tempo di riassorbimento troppo breve, non
sufficiente a stabilizzare la neoplicatura
dellantelice.
- In due casi si è avuta
la formazione di una cicatrice ipertrofica retroauricolare, e in
un caso si è verificato un ematoma che si è risolto
con lo svuotamento .
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- DISCUSSIONE
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- Luso di questa tecnica ha
portato un buon risultato estetico con un limitato numero di
complicanze.
- Lorecchio acquista un
aspetto naturale perché la malformazione è trattata
in modo globale : lavvicinamento della cartilagine della
conca al periostio corregge langolo cefalo-auricolare, il
ripiegamento della cartilagine con il metodo di Mustardè
ripristina la neoplicatura.
- Letà dei pazienti
indica che il problema delle orecchie "ad ansa", anche se
può provocare un disagio psicologico, non è vissuto
in maniera tale da determinare una chirurgia correttiva in
età infantile. In seguito, nelletà
adolescenziale, sono i maschi che si sottopongono prima
allintervento. Le donne, anche se in percentuale maggiore,
giungono più tardi alla correzione della dismorfia,
perché può essere mascherata con i
capelli.
- Inoltre, il problema di
sottoporre i bambini ad una otoplastica è legato alla
scarsa collaborazione da parte dei piccoli pazienti.
Lintervento è semplice e le complicanze sono minime,
ma è necessario mantenere il bendaggio per circa dodici
giorni, senza sottoporre a traumi la sutura e le strutture del
padiglione auricolare.
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- IPPOCRATEIOS
- Mensile
di medicina e chirurgia
- Editrice
SOPI - Roma
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