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-
- G.
PONTI*
- * AIUTO DIVISIONE DI
CHIRURGIA MAXILLO - FACCIALE OSPEDALE S.CAMILLO U.S.L.
RM/1O
- 1992
- Rinoplastica:
- trattamento
e principali complicanze post-operatorie
-
- Al
termine dell'intervento sia funzionale che estetico della piramide
nasale verrà posta molta cura per la contenzione e la
protezione degli elementi anatomici mobilizzati dall'operazione.
Infatti l'edema e l'infiltrazione ematica post-operatori possono
essere cospicui e tali da determinare, ove non si attui una buona
medicazione, spostamenti e deformità
irreversibili.
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- Tamponamento
delle fosse nasali:
-
- -viene effettuato con striscie
di garza vasellinata sterile. Per l'impregnamento delle garze si
consiglia la seguente formula: vaselina gr.80, lanolina gr. 20,
Balsamo del Perù gr. 1.
- Le striscie vengono introdotte
nelle fosse nasali e stipate leggermente: hanno lo scopo di
sorreggere le cartilagini superiori, contenere il setto e
mantenere il modellamento del margine delle narici. Verranno
rimosse in quinta giornata dopo essere state ammorbidite con acqua
ossigenata a 12 volumi.
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- Fasciatura
esterna:
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- - viene eseguita con cerotto
adesivo, pasta dentale di Stent o fascia gessata.
- Una stretta striscia di cerotto
della larghezza di 6 mm. viene posta trasversalmente alla base del
lobulo nasale e subito al di sopra del margine delle narici: tale
striscia viene assicurata da un altro cerotto delle stesse
dimensioni posto trasversalmente sul dorso del naso immediatamente
sopra alla punta. Questa prima fasciatura blocca i crus mediali ed
immobilizza la punta del naso. Un altro cerotto esagonale a forma
di cuneo viene posto trasversalmente al dorso nasale per contenere
ossa proprie e cartilagini laterali: sopra questo verranno
embricate altre striscie sottili dal basso in alto fino alla
glabella.
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- Apparecchio
di contenzione:
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- -sopra lo strato dei cerotti si
pone un pezzo di flanella a forma di farfalla e sopra di
questa,una placca di Stent dentale ritagliata nella stessa forma
della flanella ed ammorbidita con l'acqua bollente.
- Lo Stent deve essere adattato
alla fronte e coprire il dorso nasale fino al margine inferiore
del cerotto a forma di cuneo, ma deve lasciare libera la punta del
naso. Tale resina si indurisce in pochi minuti con l'apposizione
di garze imbevute di acqua ghiacciata. La placca viene assicurata
alla faccia con striscie di cerotto poste trasversalmente sulla
fronte e sul dorso del naso e guance.
- La fasciatura viene poi
completata da striscie di garza vasellinata poste sopra le narici
e coperte da uno strato di garza semplice tagliata a semiluna:
queste garze vengono fissate con una striscia di cerotto posta
trasversalmente alla base del naso, e vengono cambiate ogni
giorno, curando di non disturbare la placca di Stent.
- L'apparecchio di contenzione ed
il tamponamento nasale vengono rimossi dopo cinque giorni
dall'intervento e lo strato di cerotti dopo nove - dieci giorni.
Sia il tamponamento nasale che la placca vanno tolti delicatamente
facendo uso di acqua ossigenata nel primo caso e di benzina nel
secondo.
- Una volta asportato il
tamponamento si potrà osservare nei giorni successivi la
formazione di croste a livello delle incisioni endonasali: ove
possibile queste verranno rispettate, ma in caso di ostruzione
alla respirazione verranno ammorbidite con acqua ossigenata ed
asportate con estrema cautela.
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- Terapia
post-operatoria.
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- La somministrazione di
antibiotici va effettuata dal giorno dell'intervento fino al
momento in cui vengono tolti i tamponi nasali. Si usano per lo
più le tetracicline per os nelle dosi
classiche.
- L'uso degli emostatici
può essere utile nelle prime 24/48 ore dopo l'intervento,
ma in genere non è necessario: un modico stillicidio nelle
prime ore dopo l'operazione è da considerarsi evenienza
normale.
- I preparati cortisonici per il
controllo dell'edema possono essere in qualche caso consigliabili,
specie quando il paziente presenta una cute particolarmente spessa
o grassa; tuttavia l'uso incondizionato di questi preparati non ci
sembra scevro da pericoli (facilità alle infezioni,
glicosuria, ecc.).
- Utili le compresse di garza
ghiacciata sugli occhi dal momento dell'intervento fino a tutte le
prime 24 ore per impedire eccessive ecchimosi.
- Le complicazioni vere e proprie
in rinoplastica sono fortunatamente assai rare, tuttavia faremo un
breve cenno all'emorragia ed alle infezioni.
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- Emorragia
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- Un modico stillicidio è
sempre presente dopo un intervento correttivo sulle strutture
osteo-cartilaginee del naso. E' da considerare normale
l'osservazione dell'imbibimento del materiale da medicazione posto
al disotto delle fosse nasali e l'ecchimosi palpebrale dopo le
osteotomie. Tale stillicidio ematico si trasforma in siero ematico
dopo circa 48 ore dall'intervento e diventa francamente
siero-mucoso nei giorni successivi; i fatti ecchimotici iniziano
il processo di riassorbimento dopo 48 ore circa
dall'operazione.
- Emorragie di una certa
entità sono state osservate durante l'intervento, ma il
tamponamento delle fosse nasali e l'apposizione dell'apparecchio
contentivo è stato sufficiente a eliminare
l'inconveniente.
- In rari casi si sono verificate
emorragie preoccupanti nello stesso giorno dell'operazione, dopo
di cinque, sette giorni. Mentre una emorragia di una certa
entità durante l'intervento può mettere in
difficoltà il chirurgo complicando le manualità
operatorie, ma non preoccupa, perchè è in genere da
mettere in rapporto con uno stato emotivo del paziente, o con una
insufficiente anestesia, ovvero per un'anestesia generale senza
ipotensione, I'emorragia tardiva chiede un'indagine e desta
preoccupazioni.
- Le violente epistassi che si
verificano a qualche ora dall'intervento, quando la pressione
arteriosa del paziente sta ritornando nei limiti normali, sono da
imputare o a qualche difetto di tecnica: incompleta osteotomia,
fratture a legno verde, vaste lace!azioni della mucosa ecc.) o ad
anomalie vascolari presumibilmente delle arterie
etmoidali.
- In tutti e due i casi la
medicazione va completamente rimossa e le fosse nasali esplorate
sotto aspirazione: ove la sorgente dell'emorragia si evidenzia
sarà facile elettrocoagularla, in caso contrario
sarà necessario ricorrere ad un nuovo tamponamento, se
possibile evitando il posteriore e si applicherà un nuovo e
più aderente apparecchio contenitivo.
- Epistassi violente sono state
osservate anche alcuni giorni dopo la rimozione dell'apparecchio
do contenzione e della medicazione.
- Ad un esame accurato delle
fosse nasali, in questi casi, si può osservare un granuloma
di aspetto angiomatoso della grandezza variabile da una capocchia
di spillo ad un grano di miglio localizzato per lo più
vicino al setto a livello dell'incisione
intercartilaginea.
- Tale granuloma, non appena
toccato, sprizza sangue di aspetto arterioso in insospettata
quantità.
- Un punto di elettrocoagulazione
elimina immediatamente l'inconveniente.
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- Infezioni
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- Con la terapia antibiotica
profilattica effettuata per tutto il periodo in cui il naso rimane
tamponato è assai difficile osservare complicanze di natura
settica.
- In ogni caso infezioni
circoscritte possono osservarsi ove i tessuti siano stati
mortificati durante l'intervento o da una eccessiva pressione
dell'apparecchio di contenzione.
- E' bene pertanto controllare la
vascolarizzazione della cute del naso nei giorni successivi
all'intervento, poichè una flogosi anche di poca
entità cicatrizzerà successivamente dando lo
sgradevole aspetto della pelle "a buccia d'arancio".
- Meno rare le infezioni
successive ad ematomi. Uno starnuto violento od uno sforzo
inadeguato nei primi giorni dopo l'atto operatorio può da;
luogo alla formazione di ematomi localizzati tra piano cutaneo ed
ossocartilagineo, ovvero tra le pagine mucopericondrali del setto
cartilagineo.
- Sia la terapia
antibiotico-sulfamidica che le aspirazioni con iniezioni locali di
antibiotici, difficilmente eliminano la suppurazione. E'
conveniente pertanto fin dal primo manifestarsi dell'ematoma
intervenire con una piccola incisione cutanea o mucosa ed
applicare un piccolo...con strisce di gomma: in tal modo senza
ulteriori complicanze ed aderenze è possibile evitare la
formazione di vaste suppurazioni con conseguenti temibili
scollamenti dei vari tessuti.
- L'emorragia e le infezioni
possono non dipendere dall'abilità e l'esperienza del
chirurgo, ma la maggior parte degli insuccessi nella rinoplastica
possono in effetti essere imputati ad errori di tecnica. Ogni
minimo tempo operatorio dovrebbe essere valutato e specificamente
eseguito per ogni tipo di naso: il chirurgo dovrebbe essere
così completo ed esperto da saper trattare i tessuti
conoscendo di ognuno l'indice di cicatrizzazione e dovrebbe poter
prevedere la somma dei vari processi cicatriziali quale esito
ultimo del suo intervento.
- Poichè questo è
impossibile, anche il più qualificato e abile chirurgo non
potrà mai garantire un naso perfetto. Ogni minimo errore in
un qualsiasi tempo operatorio lascia una traccia visibile sia
subito dopo I'intervento, sia, e molto più frequentemente,
a distanza di tempo.
- Noi esamineremo pertanto
brevemente quali possono essere le ragioni che più
frequentemente portano a complicanze post-operatorie non previste
e quindi agli insuccessi.
- L'esame obiettivo
pre-operatorio è non solo necessario, ma
indispensabile.
- Prima di tutto vanno valutate
le condizioni psicologiche del paziente candidato alla
rinoplastica. Tra gli insuccessi devono anche considerarsi le
insoddisfazioni degli operati anche quando l'intervento sia
ottimamente riuscito. Ove ci siano dei dubbi è opportuno
chiedere l'opinione dello psichiatra. La rinoplastica può
eliminare un complesso, ma in qualche caso può anche
crearlo.
- L'esame fotografico in una
serie di proiezioni è particolarmente utile per inquadrare
il caso. Il disegno del nuovo naso eseguito sul retro ed in
trasparenza di una fotografia di profilo può evidenziare le
difficoltà che si incontreranno nell'intervento. E'
accertato che il naso che è difficile da disegnare è
anche difficile da operare.
- E' molto importante valutare
accuratamente la costituzione e la consistenza dei tessuti
costituenti la piramide nasale.
- La pelle oleosa ricca di
comedoni o spessa, presenta una scarsa elasticità e non si
drappeggia adeguatamente sulla nuova impalcatura: in presenza di
tale cute si dovrà prevedere la possibilità di
formazione di cicatrici sottocutanee (ispessimenti) specie a
livello del terzo inferiore del dorso del naso.
- Se le cartilagini (in
particolari le alari) sono sottili e flaccide, sono difficilmente
modellabili e facile preda di attrazioni cicatriziali.
- Il naso può apparire
esternamente dritto, ma il setto osseo o cartilagineo può
contemporaneamente presentare delle deviazioni, cosicchè
tolta la gobba la nuova linea del dorso nasale può cadere
su una di queste deviazioni, ed il nuovo naso apparire
distorto.
- Esaminando uno per uno i
principali tempi operatori vedremo quali possono essere le
principali cause di insuccesso.
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- Scollamento
dei tessuti molli dall'impalcatura ossea e
cartilaginea.
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- In alcuni casi i pazienti
lamentano ipersensibilità del naso nei cambiamenti di clima
o di temperatura, ovvero sono cutanee di arrossamento o cianosi o
pallore.
- Questi disturbi sono da
attribuirsi ad un improprio scollamento dei tessuti molli dalla
volta ossea e cartilaginea della piramide nasale. Infatti il piano
di separazione deve essere praticato aderentemente al pericondrio
ed al periostio evitando di incidere il piano
muscolare.
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- Asportazione
della gobba ossea
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- Se la gibbosità non
è resecata al giusto livello ne può conseguire o una
insellatura del dorso nasale o una eccessiva prominenza.
L'asportazione troppo abbondante può essere corretta
durante l'intervento reinserendo parte della gobba asportata
ovvero in un secondo tempo con autoinnesto.
- L'asportazione insufficiente
del gibbo mette in risalta una antiestetica prominenza nella parte
superiore del dorso nasale. E' da tener presente in questi casi
che un'eccessivo lavoro di raspa conduce ad una periostite con
conseguente proliferazione osteogenetica od obliterazione quindi
dell'angolo naso-frontale. Per la riduzione pertanto di detta
sporgenza sarà bene usare pinze taglienti o forbici
pesanti.
- Dopo l'asportazione della gobba
ossea è necessario mettere allo stesso livello cartilagini
triangolari e cartilagine del setto, altrimenti il tessuto di
granulazione neoformato invade gli spazi vuoti e crea una
indesiderabile convessità del dorso
cartilagineo.
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- Osteotomia.
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- Una imprecisa osteotomia
può fare apparire il naso largo, deviato o con una
depressione laterale.
- La larghezza del dorso nasale
è dovuta alla presenza di due triangolini ossei interposti
tra le ossa proprie della porzione superiore, dopo la asportazione
della gobba. Tali triangoli impediscono l'esatta approssimazione
delle ossa proprie e del processo frontale del mascellare al
setto: lo spazio vuoto viene colmato di tessuto di granulazione
che in un secondo tempo calcifica.
- Se la frattura delle ossa
proprie non avviene lungo l'articolazione naso-frontale ma risulta
a legno verde ne conseguirà un affossamento dell'osso con
una deformità che simula una deviazione del
naso.
- Un'altra apparente deviazione
può osservarsi quando da un lato è stata effettuata
una regolare osteotomia e dall'altro lato l'osteotomia non
è avvenuta.
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- Accorciamenti
del naso.
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- Uno degli errori più
frequenti è quello che determina la retrazione della
columella. Questo è dovuto sia alla asportazione impropria
del setto cosiddetto membranoso, sia alla successiva ablazione
della porzione distale del setto cartilagineo.
- In tal caso la columella viene
attratta verso il setto e nel processo di cicatrizzazione
determina la rotazione in basso della punta del naso.
- Altro errore consiste nella
asportazione esagerata del bordo inferiore delle cartilagini
triangolari. Ne risultano cicatrici retraenti con apparenza di
nasi pizzicati, talvolta con formazione di aderenze e sinechie
endonasali.
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- Modellamento
della punta del naso.
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- E' la regione in cui più
frequentemente si osservano i difetti di tecnica ed in cui anche
il minimo errore viene evidenziato.
- La punta del naso può
risultare distorta, asimmetrica, collassata da un inadeguato
trattamento delle cartilagini alari. In genere si eccede
nell'asportazione del tessuto cartilagineo ed il tessuto
cicatriziale conseguente comporta irregolari trazioni dei
tessuti.
- Altre volte una eccessiva
asportazione della cute vestibolare determina una sinechia o
addirittura una atresia della narice corrispondente.
- Tutti questi inconvenienti
possono essere corretti con un nuovo intervento e con l'uso di
trapianti cartilaginei; tuttavia poichè nel naso ogni
intervento complica notevolmente il successivo, è bene
essere estremamente cauti e peccare magari per eccesso di prudenza
risparmiando più tessuti di quanto forse non sembrerebbe
utile.
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-
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