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- GILBERTO
PONTI*
- * AIUTO DIVISIONE DI CHIRURGIA
MAXILLO - FACCIALE OSPEDALE "S. CAMILLO" U.S.L. RM/10
-
- Fratture
gravi della piramide nasale:
- trattamento
immediato e tardivo
-
- Le ossa proprie del naso
rappresentano la porzione dello scheletro facciale più
frequentemente esposta ai traumi diretti, come è intuibile
considerando la loro posizione prominente sul massiccio
facciale.
- Il primo problema che si pone
nei confronti di un paziente affetto da frattura delle ossa
proprie del naso è principalmente diagnostico, specie nelle
epoche infantili, nelle quali una notevole tumefazione delle parti
molli della piramide nasale può nascondere ogni segno
obiettivo di frattura alla palpazione.
- Notevole importanza riveste a
questo punto l'esame radiologico, ma qui cominciano le prime
difficoltà diagnostiche, poiché generalmente nei
pronti soccorsi viene effettuata solamente una radiografia in
laterale delle ossa proprie del naso che pone in evidenza sia pure
in modo abbastanza chiaro solo le fratture da schiacciamento del
dorso del naso (quando cioè il trauma abbia agito
frontalmente alla piramide), mentre non evidenzia le fratture con
dislocamento delle ossa proprie del naso dalla inserzione sul
processo nasale del mascellare (quando cioè il trauma
agisce lateralmente alla piramide) . In questi casi è
necessario eseguire una proiezione assiale endorale per
evidenziare dall'alto lo spostamento laterale delle ossa proprie,
spostamento che non viene messo in rilievo dalla proiezione
laterale che proietta tutte le ossa del naso su di uno stesso
piano. Nel bambino bisogna inoltre accertare obiettivamente con la
rinoscopia anteriore l'assenza di ematomi del setto nasale che
possono essere causa di ulteriori complicanze.
- Non appena accertata
l'esistenza di una frattura delle ossa proprie del naso, bisogna
procedere quanto prima alla riduzione considerando questa lesione
come una vera e propria urgenza; ciò è importante
soprattutto nel bambino a causa della rapidità dei processi
riparativi ossei che porterebbero al consolidamento in
malposizione della piramide nasale in 4-5 giorni, mentre nell'
adulto ne occorrono almeno 8-10.
- Se non si interviene con
urgenza, a parte i danni estetici, si hanno generalmente disturbi
funzionali respiratori poiché spesso la frattura delle ossa
nasali può essere accompagnata dalla frattura o dalla
lussazione della cartilagine del setto nasale.
- Quando la deviazione
post-traumatica del setto è di notevole entità,
conviene effettuare contemporaneamente riduzione della frattura e
settoplastica.
- Talvolta, nei gravi traumi per
schiacciamento si ha frattura del setto osteo-cartilagineo con
perdita di sostanza: in questi casi viene a mancare il supporto
del naso e la piramide presenta una vistosa insellatura oltre che
uno svasamento. In queste circostanze è indispensabile
occuparsi di sostenere la piramide nasale privata del suo
principale elemento di sostegno, cioè di una parte del
setto.
- In un nostro precedente lavoro
precisammo i tempi di tale intervento. In sintesi si provvede in
un primo momento a ridurre la frattura ossea: si passa quindi ad
analizzare la situazione relativa al setto cartilagineo (è
infatti a questo livello che si crea l' insellatura). Previa
trasfissione completa setto-columellare, si scolla il
muco-pericondrio da entrambi i lati della cartilagine del setto
provvedendo a conservare qualsiasi brandello mucoso. Si cerca
quindi di ricomporre la struttura cartilaginea e si ricostruisce
l'impalcatura del setto sulla linea mediana, riapplicando le
membrane muco- pericondrali alla cartilagine ristrutturata ed
assicurandole con due punti da materassaio. Se, nonostante questi
accorgimenti, vi è presenza di una sensibile insellatura
del dorso del naso, sempre che vi sia una certa conservazione
delle ossa proprie, si procede alla separazione delle cartilagini
triangolari dal setto e si suturano tra di loro al di sopra del
setto stesso con punto da materassaio colmando così lo
spazio provocato dalla mancanza di materiale cartilagineo
settale.
- Ove il riempimento così
ottenuto si manifestasse insufficiente, per avere un buon profilo,
si può inserire un innesto libero di cartilagine residuata
dal pregresso intervento sul setto ovvero prelevata dalla
branca.
- Il tamponamento e l'apparecchio
contentivo, tenuti in sito per otto giorni, completeranno
l'intervento.
- In alcuni casi particolari la
frattura delle ossa nasali è accompagnata a gravissime
lesioni delle mucose e delle cartilagini del setto; in questi casi
la prima regola per il chirurgo è quella di osservare il
più possibile il criterio di conservazione, nel senso che
nessuna parte di mucosa o di cartilagine (sia del setto che della
punta del naso ) deve essere rimossa, perché può
essere utile anche in vista di una ricostruzione
successiva.
- Nella nostra pratica abbiamo
osservato alcuni casi nei quali si era avuta l'asportazione
traumatica del setto nasale, che dopo detersione completa da ogni
residuo di mucosa, è stato nuovamente innestato e suturato
con ottimo successo .
- Nei casi di schiacciamento
completo della piramide nasale e del processo nasale del frontale,
in genere associato a frattura di Le Fort II° o III°,
dopo aver ridotto con il dislocatore la frattura comminuta delle
ossa proprie, conviene applicare un punto transfosso che comprenda
la cute e le ossa nasali da un lato all'altro della piramide,
avendo cura di interporre un piccolo quadratino di silicone
morbido per impedire che la compressione della sutura decubiti
sulla cute.
- Purtroppo in molti casi il
paziente affetto da frattura delle ossa del naso è un
politraumatizzato, per cui le fratture dei segmenti scheletrici
più grandi rivestono apparentemente un'urgenza maggiore; in
questi casi i pazienti vengono ricoverati nei reparti ortopedici,
e giungono all'osservazione dello specialista maxillo-facciale
quando è ormai troppo tardi per operare una riduzione
incruenta.
- Per quanto concerne il
trattamento tardivo degli esiti delle gravi fratture della
piramide nasale, ci troviamo di fronte agli stessi problemi delle
fratture recenti, aggravati dai fenomeni cicatriziali ossei e
fibrosi e dai fenomeni di riassorbimento.
- L'impalcatura ossea appare per
lo più deviata e affossata. Il setto cartilagineo,
variamente deformato e deviato, può provocare stenosi
respiratoria.
- Quasi sempre almeno parte del
setto ha perduto il « diritto di domicilio », essendo
scivolato dalla doccia della cresta in una fossa nasale
determinando insufficienza respiratoria e deformità della
piramide.
- In questi casi è
necessario mobilizzare tutte le strutture nasali seguendo i tempi
di una normale rinoplastica; tuttavia momenti più
importanti riguardano la ristrutturazione del setto, la correzione
dell'eventuale deviazione e del riempimento dell'
insellatura.
- Per quanto riguarda la
settoplastica, noi seguiamo i principi di J. Goldman come
già descritto precedentemente. A differenza però
dell'intervento eseguito nei traumi recenti, qui è
necessario frequentemente asportare frammenti di cartilagine e
ossei per liberare le fosse nasali da deviazioni o
scivolamenti.
- Una volta ricostruito il setto
osteo-cartilagineo sulla linea mediana, si procede alle osteotomie
per completare la mobilizzazione della piramide. Le cartilagini
triangolari vengono separate dal setto e, ove fosse presente una
notevole deviazione o una sella, vengono rispettivamente suturate
al setto o tra di loro mediante un punto da materassaio in «
dexon ».
- Nel primo caso, dove
cioè esista una sensibile deviazione della piramide, le
cartilagini si presentano deformate essendo una più
retratta dell' altra; in questo caso il punto da materassaio viene
applicato in modo che la cartilagine deviata venga attratta sulla
linea mediana facendo fulcro sul setto.
- In caso di presenza di sella,
la sutura viene invece posta tra le cartilagini triangolari al di
sopra del setto. Le ossa proprie mobilizzate, naturalmente
attaccate alle cartilagini triangolari, seguono la trazione e si
sollevano imprimendo al dorso del naso una maggiore
proiezione.
- L'intervento verrà
completato con il rimodellamento della punta del naso e
dall'abituale tamponamento e contenzione.
- Quando le strutture ossee di
sostegno della piramide nasale (ossa proprie e setto osseo) si
presentano fortemente appiattite, gli accorgimenti di cui sopra
sono insufficienti. Si deve ricorrere allora ai
trapianti.
- Secondo la nostra esperienza
è da preferire l'innesto di osso spugnoso prelevato dalla
cresta iliaca ai trapianti eterogenei (silicone ecc.) soggetti a
rigetto. La tecnica del trapianto è semplice e da tutti
conosciuta. In ogni caso raccomandiamo di eseguire solo l'innesto
ed eventualmente l'osteotomia, rimandando il modellamento della
punta del naso ad un intervento successivo .
- Importante è la
preparazione del letto che deve ricevere l'innesto. La superficie
delle ossa proprie deve essere accuratamente privata del periostio
e raspata in modo da permettere una più rapida e completa
vascolarizzazione e quindi vitalizzazione del
trapianto.
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