Super Sound, 21 maggio 1973
COME ON
 

Sapete chi sono i Rolling Stones?

 
Terza puntata
 

Come ti divoro "South Rhythm and blues" - Con la roba di Chuck Berry: Rifatta "Bye-Bye Johnny", Incontro in Richmond con Oldham ed Easton - Negli Olympic Studios - Lutto per Papa Giovanni XXIII - In TV con "Thank you Lucky Stars"
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Il natale del 1962 è pure il natale dei R.S.A. e posto di Alexis Corner nel Marquee Club. Dalla polvere agli altari dopo "Come on". Una salutare gaffe del Daily Mirror. L'utile conoscenza in treno. Mr. Jagger voleva un crickster. Sogni sulla fantasiosa topografia U.S.A., "kingdom tee". Ossigeno da Muddy Waters e Little Richard. "Parachute Woman".

 

A cura della redazione di Super Sound

 
A sentire certi agiografi dei nuovi martiri pop, sembrerebbe che i Rolling Stones si siano messi a divorare "South Rhythm and Blues" a quattro ganasce. E' certo però che, anche se il gruppo si compose con l'intenzione di fare qualcosa, nessun Mick di questo mondo avrebbe potuto immaginare mai fin dove sarebbero rotolate le loro pietre.
Scagliate, più o meno con convinzione, gli sporchi(sporco in senso sudicio) Rolling di allora vollero fare musica anche per contrapporsi ai lindi Beatles: e le pietre scagliate nell'oceano di fans, rimbalzarono tanto poderosamente che presto il mondo dovette accorgersi che una realtà nuova aveva preso di mira le passioni dei giovani.
Che la roba di Chuck Berry a quel tempo fosse tutta da sentire, è fuori di dubbio; non è fuori didubbio se i nostri super eroi la accettassero nei loro programmi perché commerciale oppure per il fatto che la sentissero prepotentemente. Ma questo statu quo della programmazione Rolling Stones prima maniera è, forse, a seconda dei gusti, uno dei momenti magici della musica più bella del momento. "Bye-bye Johnny", una di Berry, rifatta da Mick e Compagni, acquistò un altro sapore; il sapore per i palati fini. Ricordate le parole?
"Membered Makin'money' out from gathrin' crop - And buyn' Johnny's guitar at a brokers s shop - As long as he could play it by the railroad siide, - Wouldn't get in trouble she'd be satisfied." (Copyright by Arc Music Corp. -New York).
Il 28 aprile 1963 è una data da considerare. In Richmond avvenne pressappoco quello che avvenne nella Cavern per i Beatles: Andrew Oldham ed Eric Easton scoprirono i Rolling. Qui le versioni sono contrastantissime. Si dice che i ragazzi avessero chiamato i due impresari, ma si dice pure che gli Stones non pensassero assolutamente a fare passi da gigante con impresari della forza di Oldham e di Easton.
Dalle cronache vissute da chi ce ne parla. sembrerebbe che i ragazzi, fino a quel 28 aprile del 1963. suonassero soltanto per divulgare con i mezzi più idonei, e con la vocazione più sentita, la roba di Berry, di Thomas ecc.
Il giorno dopo, fra gli Stones a i due managers, intercorse un accordo contrattuale. La stampa inglese non riportò l'avvenimento, quella mondiale era troppo occupata per Castro, che era stato ricevuto da Krushev a Mosca, e per gli USA, impegnati nella simulazione della guerra atomica globale.
Peccato che fra i segugi delle notizie non ce ne sia stato uno, ma nemmeno uno, che si fosse sforzato di capire che un giorno si sarebbe parlato, e come!, più dei Rolling che di Castro, più di musica pop che di scoppi atomici.
Se il 28 aprile fu un giorno importante, non meno definitivo è il 10 maggio, sempre dello stesso anno. Il produttore Oldham aprì davanti agli Stones le porte degli Olympic Studios.
Fu la prima registrazione ufficiale del gruppo. Uscirono così con il nuovissimo LP, quel "Come on" e quell'altro "I Wanna Be Loved" di cui non se ne parlò soltanto nel '63, ma se ne seguita a parlare, anzi ad ascoltarli con eguale piacere, ancora oggi.
Il 3 giugno fece piombare i ragazzi, ancora sotto lo choc dell'imprevisto, in un vicolo cieco per quanto riguardava gli esiti della loro musica fra il pubblico giovane e contrastante al quale volevano rivolgersi.
Un gruppo di preti cattolici, fanatici della pop nascente, scritturarono i Rolling Stones per un concerto nel loro oratorio. I preti non si fidarono della serietà dei Rolling e compilarono un contratto che prevedeva il pagamento a concerto avvenuto.
Ci fu in questo fatto una svista del loro manager, ma ci fu pure la prevista inesperienza dei giovani. Infatti il contratto non parlava se il pagamento per la presentazione musicale veniva a mancare per colpa dell'una o dell'altra parte.
La stesura, come si sa, era generica: poche sterline e dopo il concerto; e nient'altro.
Così i Rolling Stones quella volta se la presero in saccoccia. La chiesa cattolica era scesa in lutto proprio quel giorno per la morte di Papa Giovanni XXIII. L'oratorio rimase chiuso, ma le cose non si complicarono di più in quanto i preti avevano nelle mani un contratto di ferro, mentre il pubblico non aveva dovuto sborsare un penny che è un penny in quanto l'entrata era gratuita. Mick e compagni non se la presero nè con l'oratorio nè con i loro managers. Si dissero commossi per la possibilità di commemorare in silenzio il papa di cui se ne diceva un gran bene.
Dopo appena quattro giorni dal mancato concerto in oratorio avvenne l'imprevisto: forse è qui che si ravvisò la prima avvisaglia della forza futura del gruppo! Uscì in commercio "Come on" e la televisione mandò sul video i Rolling nel programma "Thank You Lucky Stars".
Pensiamo pure noi, caso mai ce ne fossero bisogno, che quel 7 giugno segnò il decollo definitivo degli anti Beatles; o meglio, dei ragazzi che sapevano fare musica diversa dai Beatles.
Oh Dio, le cose per il programma TV andarono in senso giusto per un verso e per l'altro nel senso inverso. Se per la massa dei giovani stavano nascendo nuove stars, per la fitta schiera dei conservatori si stava arrivando alla degradazione più ignobile della musica in concert. L'arroganza, il menefreghismo esteriore, e l'invadenza musicale piacque e dispiacque. Ma per fortuna dei Rolling e di chi ascolta la musica che conta furono di più quelli secondo i quali i Rolling rotolavano senza intoppi.
 

(continua)

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