- Aldo Bagli è stato con me tutta la sera ed
è successa una cosa insolita per lui: da
intervistatore è stato intervistato. Non mi
piace nel modo più categorico perdermi in
confidenze anagrafiche o nelle lusinghe dei miei
progetti futuri.
- E' vero mi chiamo Renato Zero, ma non sono un
numero... voglio soltanto esistere con la mia
ambiguità, le mie contraddizioni, i miei vizi e
la mia semplice libertà. L'unica cosa che
chiedo al palcoscenico, alla mia musica, alla mia casa
discografica, al mio pubblico, è di lasciarmi
vivere per realizzarmi e per scoprire magari, di non
aver buttato via il tempo riuscendo in qualche modo a
dare un senso alla mia vita e con molta presunzione, a
quella degli altri.
- É' estremamente facile oggi, chiamarsi
un'artista. Però Hit-Parade, il cachet delle
serate, la popolarità gratuita, non aiutano il
professionista ma il professionista deve, se non vuole
rimanere un semplice "impiegato della musica"
presentarsi non più di fronte ad una massa che
credeva idiota ma con la certezza che se c'è un
idiota quello può essere l'artista stesso.
- Non ho mai partecipato ad un festival politico
perché avrei guadagnato troppo.
- Non conosco nessuno di nome Bowie, se esiste non
ha i miei occhi, la mia età e i miei
problemi.
- Non sono soltanto fondo tinta, vestiti pazzi e
ambiguità: ho anche un'anima.
- Non credo nel modo più assoluto che il
pubblico italiano sia impreparato e sottosviluppato se
accetta e condivide le mie idee: aggiungo che, a parte
mio padre c'è moltissima gente che viene ai
miei spettacoli.
- Non credo sia importante avere più di un
figlio e meno di 30 pillole in casa. Io? Non ho
problemi, so già che andrebbero aiutati i
figli, quelli che praticamente partoriti oggi sono
soli, drogati, condannati ingiustamente. Io canto
soprattutto per loro, anche perché io non posso
avere figli, sono stretto di bacino. Non spaventatevi:
ho appena cominciato: sono stato troppo tempo
costretto al silenzio: il vino toscano e l'amicizia
stasera mi danno il diritto di dire.
- Che cosa significa la mia esistenza sulla scena?
E' presto detto. Sono undici anni che ho scelto il
palcoscenico al cartellino. Da allora mi autogestisco.
Mi scrivo le canzoni me le canto, me le suono me le
ballo.
- Come nascono le mie canzoni? Nelle strade sulla
bocca e negli occhi di quelli che come me hanno scelto
la vita ed il rischio.
- Certo che mi diverto a sperimentarmi al Sistina e
nei posti altolocati là dove fra le pellicce di
leopardo (prese in affitto) mi rendo conto di come si
può riuscire a riesumare vecchie cariatidi
abbandonate dal tempo.
-
(Renato Zero)
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