Editrice SOPI - Roma
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di Franco Schipani da "nuovo Sound" n. 45/75 - 5 dicembre 1975
Il personaggio della settimana:

 Riccardo Cocciante
L'attimo della disperazione

  

Riccardo Cocciante è un artista che il successo lo ha veramente meritato, se lo è pian piano costruito seguendo le proprie convinzioni anche tra l'iniziale indifferenza sia del pubblico che della critica. Un successo scoppiato nelle sue mani di bambino all'improvviso, proprio nell'attimo della disperazione…

E' un "personaggio" (non ditegli "divo" perché si arrabbia sul serio) un po' strano, se vogliamo, che è riuscito a sfondare pur non avendo quel magnetismo "animale" che caratterizza da sempre i grossi miti dello spettacolo. Ha soltanto molta umanità.

 IL PASSATO

Cocciante inizia a comporre in un "comune" insieme ai suoi due collaboratori Cassella e Luberti, uno spirito un po' pionieristico che precede la realizzazione del suo primo album "MU",. Di quell'album Cocciante dice:

"Un lavoro troppo cervellotico, nessuno di noi aveva le idee ben chiare e volevamo strafare. Nelle nostre composizioni c'era un po' di tutto ma mancava l'elemento base caratterizzante: filosofia, religione, poesia, musica e politica in uno strano cocktail senza significati profondi. Ognuno di noi voleva fare, fare senza sapere bene cosa in effetti si dovesse fare. Non è stato un successo, primo perché noi stessi non eravamo convinti del nostro lavoro e poi perché era perfettamente anacronistico. Non mi sento però di rifiutarlo a priori, è stata un'esperienza che ci ha portato tutti sulla retta via… oggi crediamo molto in quello che facciamo e il successo deriva principalmente da questa nostra credibilità interiore…".

A "MU" segue un periodo di sconforto, di seria verifica del lavoro svolto, quel lavoro tanto cervellotico che comincia ad essere smitizzato. C'è la ricerca della semplicità, del messaggio universale della musica, dell'immediatezza…

"POESIA", secondo LP, è la prova di questa profonda verifica cui tutti partecipano incessantemente. Ne scaturisce un lavoro denso di profondi significati poetici lontani da ogni intellettualismo a buon mercato. Tutti sono finalmente convinti del successo, un successo che tarda ad arrivare…

"Ho sempre creduto nel mio secondo album e tutt'ora ci credo. E' forse la cosa più bella che io abbia mai composto, la più completa sia dal punto di vista creativo che interpretativo. A differenza di "MU" tutti avevamo le idee ben chiare e abbiamo lavorato in una sola direzione senza reticenze. Se non è stato capito è solo colpa di circostanze che non siamo riusciti a valutare, circostanze esterne al nostro lavoro e delle quali non ci preoccupavamo. .Eravamo troppo presi dal lavoro per occuparci del mercfato discografico o del lancio promozionale. Eravamo finalmente in condizioni di lavorare su precise scelte di fondo, un trip magnifico che ci ha portati lontano dalla realtà. Dalla realtà più oppressiva…".

Un album profondamente incompreso che getta gli autori in un periodo di profonda crisi: una crisi differente da quella che aveva seguito la realizzazione di "MU". Ora il materiale c'era…

E' solo con "Bella senz'anima" che gli si rende giustizia, comincia a muoversi qualcosa…

 IL PRESENTE

 "Bella senz'anima" è già parte del presente, del successo. Una canzone tutto sommato agli stessi livelli di "Poesia", casi fortuiti hanno portato brano e autori alla celebrità… meglio tardi che mai. Il terzo album "ANIMA" risente di queste condizioni. E' un LP che ha il sono compito di spingere il 45, per questo è un po' vuoto senza essere tuttavia mediocre.

Cominciano le serate, la TV, la radio a tutto spiano, la stampa… la celebrità. Ed è a questo punto che Cocciante dimostra la sua maturità non lasciandosi sfuggire la situazione di mano.

Lo dimostra soprattutto con "ALBA", suo quarto album, che non risente affatto del grosso peso di dover confermare il successo di "Bella senz'anima". Un album pieno di trovate e di scelte coraggiose.

Riccardo Cocciante si è saputo ben amministrare e ha convinto tutti. Oggi la gente fa la ressa per vedere i suoi concerti, il successo è arrivato…

 DAL VIVO

 Cocciante dal vivo dà veramente tutto: è un serio professionista che non fa rimpiangere il prezzo del biglietto (spesso troppo salato!) . E' capace di cantare per due ore di seguito sforzando la voce al massimo, non c'è differenza tra l'album e gli stessi brani eseguiti dal vivo. Pur non essendo un pianista favoloso ha una tecnica personalissima, ed è anche un ottimo cantante. Buona anche la scelta dei Cyan come "orchestra" che gli permette di orchestrare gli arrangiamenti su pochi ma efficaci schemi di base. Anche nella "monotonia" della voce,in quella sequenza dal dolce all'arrabbiato combinata su di un rigido modulo interpretativo, riesce a tirare fuori emozioni e colori incredibili. Un concerto tutto da vedere il suo, che non lascia nessuno con la bocca amara, nemmeno i più smaliziati.

 IL PERSONAGGIO

 Ha tutto l'aspetto del bambino e non perché la sua statura, tacchi compresi, non superi il metro e cinquanta: è un uomo che ha sofferto molto ma che non ha rancore. Nella vita privata e nel rapporto in genere con la gente è dolcissimo, di una umanità sconcertante.

La sua rabbia la esprime solo quando canta, quando deve tirar fuori tutte quelle cose tenute dentro in anni di delusioni ingiustificate.

Ama stare in mezzo alla gente anche se spesso è un po' impacciato, ma nessuno ci fa caso. Gli piace molto ascoltare la gente senza dover poi per forza imporre la propria volontà: ha il dono dell'umiltà, l'umiltà dei grandi, di quelli che con poche parole ti dicono tutto un mondo appena scoperto. E' certamente una persona che è capace di dare senza farti pesare questo "regalo", è nel suo stile ed è tutto qui il segreto del suo successo.

Franco Schipani

 

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