da nuovo Sound n.7 - 1979

La Bottega dell'Arte

"Non siamo più un gruppo da 45 giri"

La Bottega dell'Arte:
Massimo Calabrese, Alberto Bartoli, Fernando Ciucci, Piero Calabrese, Romano Musumarra

 

"Come due bambini" fu il primo consistente successo del gruppo romano de 'La Bottega dell'Arte'. A distanza di oltre tre anni i cinque ragazzi si presentano completamente rinnovati: "L'avventura", un vero long playing e non una raccolta di singoli.


Ve l'assicuro, questa volta parlare della Bottega dell'Arte è veramente un piccolo problema. Partiti con una vecchia immagine nella testa e nelle orecchie, quella del gruppo tutto cuore, amore impossibile - tormentato - sofferto con annessa melodia e falsetto, parlare dell'ultimo album "L'avventura", ma soprattutto di loro, poteva essere una cosa da liquidare in due righe. E invece la novità: di fronte al rinnovamento di questi cinque ragazzi romani che oggi non è un'esagerazione definire seri musicisti, non è più possibile relegare la loro presnza ad un qualcosa che possa aver sentore di second'ordine. Naturalmente non è lecito indossare i panni dei cattedratici recensori, onde evitare sbadigli clamorosi per i nostri lettori, ma è sicuramente giusto fare un minimo di ricerca nel reperire i termini adatti per dare un quadro comprensibile di questa nuova situazione. Da qui il piccolo problema che è sorto nel momento in cui abbiamo ascoltato questo recente lavoro intitolato, come già detto, "L'avventura". Suoni incredibilmente puliti ed accattivanti nella loro costante cifra funky, accuratezza meticolosa di registrazione, una buona dose di fantasia che ha portato all'uso di un gran numero di strumenti (tutti suonati dal gruppo) senza mai dare l'impressione di confuse sovrapposizioni piuttosto di intelligenti fusioni, testi contenutizzati e non semplici accessori della musica: questo il breve concentrato di motivi grazie ai quali la "Bottega" si può porre oggi ad uno dei primi posti nell'ambito del nostro, concedeteci l'etichetta, easy pop.

Del resto, circa quattro anni fa, ai tempi della loro prima timida apparizione discografica, Massimo Calabrese (chitarra basso), Pieo Calabrese (fratello di Massimo, voce e tastiere), Alberto Bartoli (batteria), Fernando Ciucci (voce e chitarra), Romano Musumarra (tastiere, flauto e armonica), ci avevano fatto una specie di promessa che oggi, ed il caso è traro, hanno mantenuto. Così infatti rispondevano a chi li accusava di essere una delle copie in carta carbone dei Pooh: "Vi chiediamo soltanto di lasciarci crescere, di farci acquistare il credito necessario per poterci esprimere liberamente, con la sicurezza che contiamo di acquisire lavorando sodo".

Ed hanno veramente faticato, aiutati soprattutto dall'amicizia che li ha sempre legati, dai banchi di scuola al palcoscenico.

Qual è l'immagine che attualmente La Bottega dell'Arte vuole dare di sé?

"Innanzitutto un'immagine che sia il superamento di un nostro antico problema, quello della doppia personalità. Ti spiego. Noi siamo sempre stati un gruppo che su disco era una cosa, dal vivo un'altra. Su disco sempre misurati, con la struttura del pezzo che non doveva uscire da certi schemi, il più delle volte quelli del cosiddetto melodico - commerciale, dal vivo esuberanti, pieni di grinta, sempre pronti a condire tutto di rock. Sul palco restituivamo quindi tutto ciò che l'idea che il pubblico s'era fatto di noi non ci consentuiva di esprimere in studio. Oggi un album che vuole essere esattamente quello che noi siamo quando suniamo negli spettacoli, senza nessuna limitazione. Un lavoro che non deve essere una raccolta di singoli, ma un 33 giri a se stante, valido per suo conto, da cui, in un secondo tempo, trarre un 45."

Non è rischioso?

"Senz'altro, ma si tratta di un passo doveroso, che non era più possibile rimandare".

Un long playing che possa dirsi non costruito con dei 45 giri deve dire anche qualcosa. Come ve la siete cavata con i testi?

"Direi bene, dal momento che c'era un discorso di base su cui lavorare. Il tema affrontato è quello dell'avventura umana, del singolo individuo che dall'infanzia alla maturità è alle prese con delle tappe obbligate: famiglia, amore, lavoro, tutte più o meno problematiche. Non esiste comunque un legame diretto tra un brano e l'altro".

Voi siete produttori del gruppo delle Camomilla. E' un gioco o una cosa seria?

"Una cosa abbastanza seria. Vedi, le Camomilla sono una proiezione di noi stessi, di quella parte del gruppo che ogni tanto vorrebbe abbandonarsi, costruttivamente, verso la disco music".

Klaus

La Bottega dell'arte 1977

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