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- A quel tempo, prima del
cataclisma, tra gli uomini non esistevano né padroni
né schiavi. In verità padroni incontrastati della
città erano i bambini.
- Regnava infatti la
convinzione che, essendo iniziati ai misteri della vita, i bambini
fossero in armonia con madre natura.
- A quel tempo si
intraprendeva unazione per il desiderio, la si proseguiva
per il diletto e la si portava a termine per il
piacere.
- Si assaporava la gioia
come il riposo, loperato esaltante come lopera
compiuta. Il lavoro si rilevò subito segnato dal sigillo
della ripugnanza.
- Iniziato con la
mancanza di consenso si sviluppava nella sofferenza e terminava
nel disgusto. Così fu introdotto il
giogo.
- Tratto dal
"VIANDANTE DI MEZZANOTTE"
- di Said Behaunin
Majrough
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- Stava viaggiando sul treno per Roma, il
diretto delle 9.10, partito da Cassino con un buon quarto
dora di ritardo. Nel vagone i passeggeri erano talmente
ammassati che più che un treno sembrava un carro
bestiame.
- Niente male come inizio di giornata, per
gente che stava andando a lavorare.
- Con un pò di fortuna MIichele
aveva trovato posto nel vano bagagli e lì si era accucciato
alla belle meglio ancora stordito dallennesima notte
passata insonne a causa di quei maledetti farmaci che prendeva per
il morbo di Parkinson, che tra allucinazioni e insonnia gli
stavano mandando in frantumi il suo già precario equilibrio
psicologico.
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- Il treno fendeva la campagna ancora
avvolta nella nebbia dischiudendo un paesaggio che rifletteva
nella sua cupezza lumore grigio della maggior parte dei
passeggeri.
- Michele stava andando a Roma per vendere
tutti i suoi strumenti musicali.
- I soldi che sperava di realizzare
sarebbero serviti per pagare le rate di un prestito avuto dalla
Banca, prestito che aveva richiesto proprio per acquistare quegli
stessi strumenti che adesso stava andando a vendere.
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- Lanno prima, infatti, si era
rivolto ad una banca per un prestito di 11 milioni, il minimo
indispensabile per mettere su uno studiolo di registrazione con
cui fare le basi per le proprie canzoni che gli sarebbero servite
per gli spettacoli.
- Ma la banca non glielo aveva concesso,
perché non aveva un reddito dimostrabile e la casa che
aveva di sua proprietà non era sufficiente come
garanzia.
- In quel periodo lavorava saltuariamente
facendo piano bar ed era la madre che gli passava un po' di soldi
ogni mese per andare avanti, altrimenti non ce lavrebbe
fatta.
- Avrebbe potuto chiedere in famiglia una
firma che avallasse loperazione di prestito.
- Le rate mensili, essendo modeste non
avrebbero rappresentato un problema, le avrebbe potute pagare
senza troppi patemi danimo.
- Ma pur di non sentirsi dire dalla madre e
dalla sorella che stava per commettere lennesima
stupidaggine, Michele si rivolse altrove.
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- C'era una ragazza a Marzano, paese in cui
Michele viveva, che si era dimostrata sempre un'amica, che in
certi momenti in cui il Parkinson gli aveva bloccato le gambe, gli
aveva fatto addirittura i servizi di casa e preparato da mangiare,
manco fosse la sorella.
- Si chiamava Claudia ed aveva una
cartoleria, che malgrado fosse dotata di computers ed altri
macchinari che le permettevano di offrire una grande
quantità di servizi, non riusciva ad andare avanti. In quel
periodo, infatti, aveva assoluto bisogno di contanti perché
era rimasta indietro nel pagamento dei fornitori.
- A garanzia di quella attività
traballante Michele aveva deciso di mettere la sua unica casa,
avendogli Claudia assicurato di avere moltissimi lavori fatti che
non le erano stati ancora pagati e molti lavori che le erano stati
commissionati, e che quindi non correva alcun rischio di perdere
la sua casa.
- Data l'amicizia dimostratagli da Claudia
fino a quel momento Michele non aveva avuto motivo di dover
dubitare delle sue parole e comunque questa era l'unica
possibilità che aveva per riuscire ad ottenere quel
prestito, visto che la banca forse avrebbe fatto meno
difficoltà ad aiutare un'attività che stava
traversando un momento difficile. Ma ora il prestito richiesto non
sarebbe stato più di undici milioni, bensì di
quaranta e quello che non riusciva a capire Michele era come la
banca che non gli aveva concesso un prestito di undici milioni con
la sua casa di proprietà a fare da garanzia, adesso ne
concedeva quaranta con la garanzia della stessa casa per
un'attività che navigava in cattive acque. Misteri
bancari!
- Comunque sia, riuscirono ad avere questo
benedetto prestito. Dei suoi undici milioni Michele ne ebbe solo
dieci con la garanzia da parte di Claudia che quanto prima avrebbe
avuto l'undicesimo. Lei quindi ne incassò trenta. Tutto
andò liscio fino alla seconda rata. Ma dalla terza in poi
Claudia non pagò più. E così Michele si venne
a trovare con una rata di un milione al mese da pagare, altrimenti
la casa gli sarebbe stata pignorata.
- Come era stato possibile che Claudia si
fosse venuta a trovare in difficoltà così presto!
Eppure aveva assicurato che gli dovevano rientrare molti soldi da
lavori che non gli erano stati ancora pagati! E non aveva nessun
dubbio che glieli avrebbero pagati. Perché se solo ne
avesse avuto uno di dubbio, che razza di amica sarebbe stata a
fargli correre il rischio di perdere la casa? O forse sin
dall'inizio era sempre stata in malafede? E si era approfittata
della fiducia e della assoluta ingenuità di
Michele?
- Che a questo punto più che
ingenuità era coglioneria, perché in un mondo come
questo l'ingenuità è un lusso, se non addirittura un
privilegio.
- Comunque la situazione adesso era questa
e stare a meditare sulla buona o cattiva fede di Claudia, non gli
avrebbe procurato il milione che ogni mese avrebbe dovuto portare
alla banca.
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- Quindi, ricapitolando, Michele si trovava
su quel treno e stava andando a Roma per vendere gli strumenti
musicali alla metà del prezzo che li aveva pagati per far
fronte alla rata del prestito che aveva chiesto alla banca per
comprare quegli stessi strumenti che adesso stava andando a
vendere. Assurdo! Addirittura demenziale.
- Ma questa era la costante della sua vita,
un classico esempio di coazione a ripetere di una
personalità nevrotica come la sua, un'eterna crisalide che
ancora una volta stava franando e come il delta di un fiume stava
scomparendo in mille rivoli che si perdevano nella sensazione
dell'assoluta inutilità della sua vita e della sua evidente
incapacità di viverla e affrontarla in maniera meno
distruttiva.
- La stessa decisione di andarsene da Roma,
presa vent'anni prima, non era stata il frutto di una riflessione
profonda, ma di un impulso irrefrenabile, com'era tipico della sua
natura.
- Benché non ne avesse parlato mai,
la separazione dalla moglie Carla, avvenuta cinque anni prima,
aveva scosso il suo già labile sistema nervoso. Lui non
apparteneva al mondo degli equilibrati, era piuttosto
un'equilibrista che spesso si trovava a camminare in "the dark
side of the street" sul lato buio della strada.
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