ippocrateios@sopi.it
- **G.
Ponti,
** F. Vitiello, *C. Rapani, **A. Boccieri, */** P.
Serafini
- *Università degli studi
di Chieti - Cattedra di Semeiotica Chirurgica - Dir Prof. A. L.
Gaspari
- **Divisione di Chirurgia
Maxillo-Facciale Ospedale S. Camillo - USL RM 10 - Primario Dott.
P. Bormioli
-
- Fratture
- dell'anello
orbitale
-
- L'anello orbitale occupa una
posizione prominente nel contesto cranio facciale ed è
quindi molto spesso soggetto a traumi. Nell'eziologia di 264
fratture orbitali, la causa prevalente sono stati gli incidenti
stradali, mentre le fratture isolate a scoppio risultavano causate
prevalentemente da pugni di esseri umani o da cadute a faccia
avanti. Nel tempo libero si verificano tre volte più
incidenti di quanti non ne avvengano durante l'orario lavorativo.
Il meccanismo patologico delle fratture può sempre essere
collegato ad oggetti inelastici o all'impatto della regione
maxillofacciale contro una superficie rigida. I dati sono stati
tratti da un'analisi condotta cinque anni fa dagli ospedali
universitari di Münsters su occhio, orecchio, naso e gola.
Come precedentemente pubblicato, non si è potuto includere
gli impatti con palle pesanti, quali le palle da lancio, le palle
da baseball o da cricket, o i dischi da hockey, nella nostra serie
di oggetti che provocano fratture, in quanto i giochi per i quali
servono queste palle non sono molto popolari nel nostro paese.
D'altro canto, è stato possibile mettere in relazione i
risultati clinici di 163 lesioni provocate da palle elastiche,
piene d'aria, quali quelle da football, da tennis, da pallavolo e
da pallamano, con i tipici traumi da contusione-suzione del globo
oculare. In questo gruppo non sono state tuttavia riscontrate
fratture orbitali.Nel cercare di classificare le varie fratture,
le abbiamo distinte a seconda dell'ubicazione e della frequenza
delle lesioni. La maggior parte delle fratture orbitali possono
essere separate in traumi laterali e mediali della zona mediana
centrale del viso, con danni di varia entità, e con
ulteriori suddivisioni delle fratture isolate nella parte
inferiore, mediale e superiore dell'anello.
-
- DIAGNOSI
PREOPERATORIA
- In genere, l'esame fisico ha
inizio con l'ispezione della zona periorbitale per accertare
l'esistenza di ecchimosi cutanee e di emorragie subcongiuntivali.
Alla visualizzazione segue una delicata palpazione delle posizioni
dei margini orbitali per scoprire eventuali
irregolarità.
- Occorre valutare l'escursione
del muscolo extraoculare e contemporaneamente la posizione del
globo, tenendo presente che l'esoftalmo, l'enoftalmo e la distopia
verticale possono essere mascherati da un gonfiore periorbitale.
Una diplopia in posizione terminale del globo è sempre
indicativa di un'ernia del tessuto molle.
- L'indagine clinica dovrebbe
essere integrata con la visita di un oftalmologo. Tale consiglio
si basa sull'esperienza; infatti, su circa il 30% di casi da noi
studiati in cui era coinvolto il globo oculare, la cecità
è insorta nel 13% dei casi. Inoltre, ai traumi orbitali
possono associarsi spesso una disestesia o un'anestesia infra e
sopraorbitale dei rami del trigemino.
- Benché un esame fisico
sia indispensabile, è difficile riuscire a determinare la
natura esatta di tali fratture senza radiografie o tomografie
computerizzate (TC). Dovrebbero essere eseguite sia le TC assiali
sia quelle coronali. Le immagini tridimensionali forniscono
un'ulteriore prospettiva, anche se non sono essenziali ai fini del
trattamento di tali lesioni.
-
- FRATTURE
LATERALI DELL'ORBITA
- Le linee tipiche delle fratture
a schiacciamento degli zigomi vanno dalla sutura
zigomaticofrontale al di sopra della parete laterale dell'orbita,
lungo il pavimento orbitale, fino al bordo inferiore. Questa
frattura coinvolge i supporti zigomaticomascellari e l'arco
zigomatico. In genere si riscontra un ematoma palpebrale e
subcongiuntivale, una dislocazione del canthus laterale e del
globo, una ipoestesia del nervo infraorbitale, un'asimmetria del
profilo della guancia e dell'arcata, una diplopia con o senza
lacerazioni cutanee, ecc.
-
- Trattamento
- La ricostruzione chirurgica
può essere effettuata in vari modi. Noi preferiamo
l'incisione transcongiuntivale abbinata a un'incisione di
cantotomia laterale. All'occorrenza, estendiamo l'incisione lungo
il bordo laterale, per esplorare l'orbita laterale e il pavimento
orbitale.
- Al riposizionamento dei
frammenti fa seguito la stabilizzazione per mezzo di placche e di
fili di acciaio. In genere collochiamo due placche a sei fori in
corrispondenza della sutura zigomaticofrontale. Si procede quindi
all'adattamento mascellare al bordo infraorbitale. Onde evitare un
secondo intervento chirurgico per la rimozione della placca, ci
serviamo spesso di fili d'acciaio per la fissazione dell'orlo
infraorbitale. L'incisione gengivobuccale espone i supporti
zigomaticomascellari, che servono da ulteriore guida per
l'allineamento della frattura. Nei casi di comminuzioni
particolarmente gravi bisogna ricorrere all'esposizione completa
delle articolazioni dello zigomo e della masceIla nonché
delle ossa adiacenti.
- Si procede quindi a un
cerchiaggio diretto o alla collocazione di piastre sulle linee di
frattura che attraversano i supporti. Il pavimento orbitale viene
sostenuto solo nei casi di comminuzione completa con prolasso
inferiore estensivo o perdita di frammenti del pavimento. Per
imporre la posizione strutturale del tessuto molle e dell'osso si
può ricorrere a innesti ossei debitamente profilati,
prelevati dalle coste, e, nei casi di distruzione leggera, a toppe
in Gore Tex o in dura liofilizzata, mentre i tubi transmascellari
al silicone o i cateteri a palloncino riempiti d'acqua
costituiscono altrettanti presidi validi, e con scarsi
rischi.
-
- Prognosi
- Il persistere di disturbi
postoperatori è strettamente legato alla gravità
delle lesioni. I pazienti con fratture semplici dello zigomo
presentavano nel 13% dei casi una visione doppia postoperatoria,
mentre nel 31% dei pazienti con lesioni mediofacciali complesse
è insorta una diplopia da 6 a 12 mesi dopo l'intervento.
Una diplopia residua sarà minima nei settori funzionali
dello sguardo fisso, nonostante la sua presenza nei settori
periferici, per cui non occorrerà nessun trattamento. Tra
gli altri difetti persistenti vi sono l'ectropion, l'enoftalmo, la
disestesia, la ptosi, la sinusite.
-
- FRATTURE
MEDIALI DELL'ORBITA
- La complessità delle
fratture mediali dell'orbita deriva dall'anatomia della regione
nasoetmoidale. Per dislocare l'angolo orbitale mediale occorrono
almeno quattro fratture, che si verificano nella parte orbitale
mediale, nella parete inferiore, nel naso e nella giunzione tra il
processo frontale della mascella e l'osso frontale. Una
concentrazione dell'impatto nella zona mediana del viso può
estendersi unilateralmente o bilateralmente, sotto forma di
fratture panfacciali o di Le Fort più generalizzate. Non
tratteremo comunque, in questa sede, questi tipi di fratture
generalizzate.
- La diagnosi di una frattura
orbitale nasoetmoidale è suggerita dalla presenza di
ecchimosi e gonfiore periorbitali. Spesso il naso apparirà
distorto. Esercitando una pressione diretta, un leggero movimento
del processo frontale implica un'instabilità del bordo. La
TC assiale e coronale consente un'ottima definizione delle
fratture della parete mediale. Accade di frequente che nell'orbita
sia presente dell'aria, che può provocare la dislocazione
del tessuto molle orbitale. Una comminuzione delle cellule
etmoidali, con zone schiacciate e opacità dei seni
coinvolti, rappresentano più o meno la norma.
-
- Trattamento
- La chirurgia ricostruttiva deve
essere adattata caso per caso. Le lussazioni leggere della
struttura nasale possono essere trattate tramite riposizionamento
intranasale; Nel caso di una distruzione della regione etmoidale
associata a una deformazione meno esterna è preferibile
ricorrere a un'etmoidectomia transnasale controllata. In caso
invece di distruzione rilevante, complicanze orbitali e liquorrea,
è meglio ricorrere al metodo aperto tramite incisione di
Killian. Questa eccellente modalità di accesso è
raccomandata anche per la decompressione del nervo orbitale e di
quello ottico. Per quanto concerne l'effetto della chirurgia
decompressiva, abbiamo ottenuto i risultati migliori iniziando il
trattamento entro le 24 ore successive alla perdita postraumatica
della vista. Per una decompressione idonea e sicura asportiamo la
lamina orbitale fratturata pezzo per pezzo e perforiamo la parete
mediale del canale ottico sotto controllo al microscopio. Con
questo metodo siamo riusciti a far migliorare la vista, dopo
l'intervento, nel 58,3% dei casi. Contrariamente a quanto fanno
altri autori, noi non procediamo alla ricostruzione della lamina
orbitale dell'osso etmoidale, in quanto le cicatrici producono
sempre una sufficiente delimitazione dell'orbita mediale. Da un
punto di vista estetico, l'esatta ricostruzione della glabella e
della regione cantale mediale è molto importante. In
particolare, le tecniche chirurgiche che evitano il distacco
iatrogeno del legamento cantale proteggono l'aspetto naturale
dell'angolo mediale dell'occhio. Perciò bisognerebbe
collocare nella fossa lacrimale il filo metallico transnasale
più efficace per collegare il bordo orbitale mediale di
ambo i lati. Il restringimento della distanza intercantale
può essere sostenuto da placche esattamente adattate,
fissate all'osso frontale. Si raccomanda di procedere a
un'ipercorrezione.
-
- TIPI
PARTICOLARI DI FRATTURE ISOLATE DELL'ORBITA
-
- Fratture del
pavimento orbitale
- Il pavimento orbitale, cosi
come la lamina orbitale della parete mediale, sono predisposti
alle fratture a causa della sottigliezza di queste ossa. La fonte
dei traumi comprende due componenti: primo, la maggiore pressione
intraorbitale associata alla compressione del globo oculare;
secondo, la trasmissione ossea del trauma. Gli studi sperimentali
hanno dimostrato che ogni componente può essere il fattore
principale del meccanismo dello scoppio. Noi riteniamo che la
causa di dette fratture sia la trasmissione ossea diretta, che
agisce da vettore principale della forza di fratturazione, dato
che nei casi da noi studiati il trauma era diretto principalmente
verso l'anello osseo dell'orbita. Inoltre, in genere abbiamo
riscontrato che le fratture a scoppio non erano associate a
lesioni gravi del globo oculare. Tra le conseguenze più
frequenti delle fratture isolate del pavimento orbitale vi sono
l'enoftalmo, la diplopia, la disestesia del nervo infraorbitale e
l'inibizione della mobilità oculare dovuta a un prolasso e
ad un'ernia dei tessuti molli.
-
- Trattamento
- Va comunque sottolineato che
solo nel 15% delle fratture isolate del pavimento non è
necessario intervenire chirurgicamente. Consigliamo l'intervento
chirurgico per quelle fratture solo se dai controlli con la TC
risultano uno o più dei suddetti sintomi o difetti da
compressione.
-
- Frattura
della "lamina papiracea"
- Il sinonimo della lamina
orbitale dell'osso etmoidale è la lamina papiracea, che
è effettivamente la parete più sottile dell'orbita.
Questa fragile costruzione consente l'assorbimento delle forze
d'urto, proteggendo in tal modo le strutture neurovascolari. In
questa zona le fratture isolate sono estremamente rare. Un esame
può evidenziare leggeri sintomi fisici. Si verificano
frequentemente la presenza di aria nell'orbita e il sanguinamento
dalla regione etmoidale.
-
- Trattamento
- Si deciderà per
l'intervento chirurgico o meno dopo aver riscontrato una perdita
postraumatica della vista o altre complicanze oculari e orbitali,
ed aver verificato l'entità della distruzione delle cellule
etmoidali.
- Le tecniche sono di per
sé identiche al trattamento di altre fratture mediali
dell'orbita. Per lo più l'etmoidectomia transnasale
controllata endoscopicamente, e abbinata a una terapia
antibiotica, viene riconosciuta come un trattamento
idoneo.
-
- Fratture del
bordo orbitale superiore
- e del tetto
orbitale
- Le fratture isolate del tetto
orbitale e del bordo orbitale superiore non sono frequenti quanto
quelle del pavimento orbitale. Quando il bordo orbitale superiore
viene sottoposto a un urto diretto e possibile che si fratturi un
piccolo segmento isolato dèi tetto nel terzo centrale
delllorbita (17). Benché ciò sia dovuto a un tipico
meccanismo di scoppio, spesso il frammento si sposta verso il
basso e provoca la dislocazione del globo nella stessa direzione.
Le rarissime fratture in questa zona ne provocano golitamente una
dislocazione lieve, per cui non si rende necessario nessun
intervento.
-
- Trattamento
- Gli interventi chirurgici sono
consigliabili in caso di forte dislocazione del globo, ernia dei
tessuti molli. I controlli con la TC servono a stabilire la
configurazione esatta delle fratture.
- Per lo più ci troviamo
di fronte a fratture del bordo sopraorbitale associate a fratture
della tavola anteriore del seno frontale. Dato che il tetto
dell'orbita forma il pavimento del seno frontale in mancanza di
cellule etmoidali sopraorbitali, questi pazienti sono fortemente
esposti al rischio di un danno al sistema di drenaggio. Possono
rilevarsi lesioni unilaterali e bilaterali dell'orifizio, sovente
non associate a una grave deformità esterna in quanto
questa può essere nascosta dall'edema. l'entità di
questo danno sarà variabile; il seno dovrà essere
esplorato e il sistema di drenaggio ispezionato visivamente. Le
immagini della TC ad alta risoluzione evidenzieranno le fratture
della tavola nonché i traumi orbitali e nasoetmoidali
associati. Non serviranno però a verificare in ogni caso
l'esistenza di una lesione al sistema di drenaggio del seno
frontale (18). E' per tale motivo che spesso la presenza di
lesioni al sistema di drenaggio si deduce dalla configurazione
della frattura.
- Da un punto di vista estetico,
il sistema migliore per riparare questi traumi è quello di
ricorrere a un'incisione coronale, anche se si prestano
egregiamente anche l'accesso attraverso una ferita aperta,
un'incisione da blefaroplastica o un'incisione di
Killian.
-
- Trattamento
- La tavola anteriore deve essere
ricostruita in ogni caso. Per un'adeguata stabilizzazione
può bastare qualche miniplacca. L'uso di miniplacche di
piccole dimensioni e in quantità limitata presenta il
vantaggio di poterle rimuovere successivamente in anestesia
locale.
- Se è stato coinvolto il
sistema di drenaggio, cerchiamo sempre di ricostruire il dotto
nasale frontale coprendo la zona circostante con i lembi mucosall
ottenuti dalla parete nasale laterale.
-
- CONCLUSIONE
- Il presente studio ha esaminato
alcuni tipi particolari di fratture dell'anello orbitale. Ogni
classificazione è necessariamente incompleta, data la
complessità della traumatologia in questa zona. Per quanto
ci riguarda, noi ci siamo interessati prevalentemente degli
aspetti dell'anello orbitale e abbiamo dovuto trascurare le
fratture estese, soprattutto quelle frontorinobasilari, le
fratture di Le Fort, e quelle panfacciali, dette "facce
scafoidee".
- Le fratture comminute di questa
entità dovrebbero essere oggetto di testi appositi. A
seconda della gravità del danno, è necessario
ricorrere a specialisti qualificati ed a strategie
interdisciplinari. Nel caso delle fratture dell'anello orbitale
non sono indicati interventi aggressivi. Dopo aver verificato la
diagnosi, dobbiamo adottare un trattamento delicato, privilegiando
le possibilità di interventi transnasali controllati
endoscopicamente. Per ottenere risultati soddisfacenti bisogna
seguire i criteri della chirurgia funzionale ed
estetica.
-
- RIFERIMENTI
- 1. Manson PN, Iliff NT: Orbital
fractures. Facial Plast Surg 5:243-259, 1988
- 2. Converse J, Bonanno PC. In
Kazankian VH, Converse JM (eds): Surgical Treatment of Facial
Injuries. Baltimore: Williams & Wilkins 1974, p
394
- Spoor TC, Nesit FA: Management of
ocular, orbitai and adnexal trauma. New York: Raven Press, 1988,
pp 195/362
- 3. Stoll W, Kroll P: Etiology and
pathomechanism of orbital and ocular trauma with special regard to
ball injuries. In Ward PH, Berman WE (eds): Plastic and
Reconstructive Surgery of the Head and Neck. St. Louis: C.V.
Mosby, 1984, pp 574-579
- 5. Smith B, Regan WF: Blow out
fracture of the orbit. Am J Ophtalmol 44:733-739, 1957
- 6. Kroll P, Stoll W, Kirchhoff E:
Contusion-suction trauma caused by solid unelastic balls. Klin
Monatsbl Augenheilkd, 182:555-559, 1983
- 7. Schroeder HG, Glanz H,
Kleinsasser D: Classification and grading of facial skull
fractures. HNO 30:174179, 1982
- 8. Stoll W, Busse H, Kroll P:
Conjunctival approach combined with lateral canthotomy incision: A
suitable access to orbital and zygomaticomaxillary traumas.
Laryngol Rhinol Otol 63 4s-47, 1984
- 9. Tessier P: The conjunctival
approach to the orblt floor and maxilla in congenital malformation
and trauma. J Maxillofac Surg 1:1-6, 1973
- 10. Richter NC: Die Techniken der
Miniplatten-Osteosynthesen in der Hals-Nasen-Ohrenchirurgie. Arch
Otorhinolaryngol Suppl 2 28, 1983
- 11. Weerda H: Die Versorgung von
Jochbein-und Orbitringfrakturen mit Miniplattenosteosynthese. Arch
Otorhinolarygol 217:245-246, 1977
- 12. Jannetti G, D'Arco F: The use
of lyophilized dura in reconstruction of the orbital floor. J
Maxillofac Surg 5 58-62, 1977
- 13. Simon H: New therapeutic
conceptg inzygoma fractures and in fractures of the orbital floor
and rim.Laryngol Rhinol Otol 64 93-97, 1985
- 14. Jackson VR, Alley A, Glanz S:
Balloon technique for treatment of fractures of the zygomatic
bone. J Oral.Surg l4 14-18, 1956
- 15. Lehnhardt E, Schultz-Coulon
HJ: Zur Indikation und Prognose der transethmoidalen
Optikusdekompression bei post-traumatischer
Amautose.Arch.Otorhinolaryngol 313, 1975
- 16. Stoll W, Busse H, Kroll P:
Decompression of the orbit and the optic nerve in different
diseases. J Craniomaxillofac Surg 16:308-311, 1988
- 17. Boenninghaus HG: Blow out
fracture of the orbital roof. Laryngol Rhinol Otol (Stuttg)
48:396-398, 1969
- 18. Stanley RB: Management of
frontal sinus fractures. Facial Plast Surg 5:231-235,
1988
- 19. Escher F: Clinic
classiflcation and treatment of frontobasal fractures. Nobel
Symposium 10. Stockolm: Almquist & Wiksell, 1969, p
343
- 20. Le Fort R: Etude
experimentale sur les fractures de la machoire supérieuse.
Rev Chir (Paris) 23:360-479, 1901
-
- IPPOCRATEIOS
- Mensile
di medicina e chirurgia
- Editrice
SOPI - Roma
- ippocrateios@sopi.it