ippocrateios@sopi.it
- 1991
- G.
PONTI*
P. SERAFINI G. MELA** S. FAMILIARI
- * AIUTO DIVISIONE DI CHIRURGIA
MAXILLO - FACCIALE OSPEDALE "S.CAMILLO" U.S.L. RM/1O
- **OSPEDALE CIVILE DI SASSARI
DIVISIONE DI ORTOPEDIA - PRIMARIO: PROF. F. SOTGIU
-
- Definizione
e classificazione degli innesti cutanei
-
- RIASSUNTO
- Gli A., sulla base di
numerosi studi di altri illustri Autori, indicano una
classificazione degli innesti cutanei su base anatomo -
funzionale. Tale ricerca presenta un semplice carattere
compilativo, pur cercando di fare chiarezza in una materia
così importante e per molti versi confusa.
- SUMMARY
- The A., on the basis of many
articles of other famous Authors, suggest a cutaneous graft
classification, based on an anatomic-functional aspetcs. This
research has just a summarizing character, even if the Authors try
to make clearness in such an important and confused
subject.
-
- Esiste una notevole confusione
sulla classificazione e la definizione di elementi importanti
quali gli innesti, le plastiche ed i lembi.
- Molti autori parlando di
trapianti cutanei considerano due grandi gruppi: innesti e
lembi.
- Per loro il termine innesto
implica il trapianto di una parte di pelle di misura e spessore
variabile che, separata totalmente dalla sua sede abituale, deve
completamente nutrirsi a spese del nuovo letto, diversamente dal
lembo che conserva un collegamento vascolare con il sito di
origine. May sottolinea questo approcccio.
- Per contro, altri autori
(Kirschner, ecc ) intendono come lembo di pelle tutta la parte ,
sia che si tratti di lembi aperti o chiusi (tubolari), che di
innesti fini di Thiersch o Reverdin Non mancano nemmeno autori che
utilizzano il termine "innesti locali" per indicare semplici
plastiche cutanee ravvicinate (per scivolamento, lembi rotatori,
ecc )
- Come si può notare le
differenze sono notevoli e provocano una grande confusione
terminologica e di idee, quando basta definire alcuni concetti
base Secondo noi la definizione di innesto cutaneo comprende, in
effetti, tutto il trapianto di pelle che, in definitiva, deve
vivere interamente del nuovo letto, cosa che non impedisce in
alcuni casi che la disconnessione vascolare con la regione
donatrice abbia luogo in modo meno brusco e progressivo
affinchè il nuovo letto garantisca da sè la
vitalità del trapianto realizzato E'proprio questa la
differenza tra innesto libero e peduncolato, e su questo basiamo
la divisione tra innesti immediati (o liberi) e mediati (o
peduncolati)
- Del resto il termine lembo non
è assolutamente paragonabile all'innesto, poichè
mentre questo è qualcosa di concreto e definito (con
personalità e carattere propri), il lembo (nel migliore dei
casi) non è che una tecnica che serve appunto a realizzare
plastiche locali tramite lembi vicini, innesti peduncolati o lembi
a distanza.
- L'innesto cutaneo e il
trapianto di pelle che deve vivere totalmente a spese del nuovo
letto. Sarà un innesto libero (o immediato) quando il
distacco nutritivo è brusco poichè il trapianto
avviene in un unico tempo operatorio, mentre si parlerà di
innesto peduncolato (o mediato) quando il trapianto ha luogo
tramite lembi che ne conservano temporaneamente l'irrigazione a
mezzo del peduncolo che li unisce alla regione di provenienza fino
a quando non viene assicurata la alimentazione dell'innesto a
spese del nuovo letto
- Gli innesti possono essere di
origine animale od umana. I primi, detti zooinnesti o
eteroinnesti, sono usati fin dagli albori della chirurgia (Hunter
ne parla come di "un fatto corrente e noto"): non trova un
supporto scientifico e il risultato dei lavori sperimentali
è assolutamente insoddisfacente e pertanto essi non
comportano nessuna utilità pratica.
- Gli innesti di origine umana
possono essere prelevati dalla stessa persona ed in tal caso si
tratta di autoinnesti, oppure da un parente o da una qualsiasi
altra persona, ed in questo caso si tratta di omoinnesti o
isoinnesti. Questi ultimi, molto in voga in passato, hanno perso
la loro utilità alla luce degli studi scientifici; oggi
sono relegati ad un ruolo secondario anche se presentano
indicazioni precise. Sono quindi gli autoinnesti i veri innesti,
in quanto offrono una elevata utilita
clinico-terapeutica.
-
- CLASSIFICAZIONE
- Tralasciando ad altra occasione
il capitolo delle plastiche locali (e le loro numerose varianti),
parleremo delle plastiche a distanza o innesti. Come abbiamo
già detto gli innesti cutanei si dividono in innesti liberi
(o immediati) e peduncolati (o mediati) a seconda del più o
meno brusco distacco vascolare dalla zona donatrice (in una sola
seduta operatoria o con vari interventi, per iniziare la
nutrizione del trapianto a spese del nuovo letto).
-
- INNESTI
LIBERI
- Da quando Reverdin
presentò il suo lavoro nel 1869, relativo al metodo di
trapianto libero di piccoli pezzi di epidermide (anche se una
relazione successiva afferma che il titolo non corrisponde
esattamente alla realtà poiche in misura maggiore o minore
comprende sempre piccole parti del derma papillare), il numero di
classificazioni e di nomi proposti sono stati molteplici, per cui
risulta impossibile elencare tutta la terminologia (a volte anche
contraddittoria) adottata dagli autori delle varie scuole e paesi.
Da un punto di vista strettamente anatomico sarebbe facile
distinguere gli innesti in epidermici, dermoepidermici, dermici e
di pelle totale, a seconda dello spessore; ma se consideriamo che
i primi (epidermici) in pratica non esistono (è impossibile
ottenerli, eccetto nella regione plantare, come dimostrato da
J.S.Davis con sezioni in serie di pelle) e che negli epidermici
esiste un problema di distinzione per via della diversità
dei piani che possono essere tagliati e delle denominazioni
proposte dai vari autori, proponiamo di adottare semplicemente la
classificazione anatomica . A dimostrazione di ciò citiamo
alcuni esempi tratti dalle classificazioni più note: gli
innesti di Thiersch (i dermoepidermici più sottili) sono
detti innesti "split" (Harkins), innesti di sezione fine (Blair e
Brown), innesti epidermici (Barsty), innesti fini estratti con
rasoio (Gillies), innesti superficia1i di Ollier-Thiersch (Sanchez
Arbide), ecc.; gli innesti dermoepidermici di spessore intermedio
sono detti innesti 'split' (Blair e Brown), innesto split grosso
(Harkins), innesti grossi prelevati con rasoio (Gillies), innesti
di Ollier-Thiersch profondi (Sanchez Arbide), innesti intermedi
superficiali (Padgett), ecc; gli innesti dermoepidermici grossi
sono detti innesti calibrati (Harkins), innesti intermedi profondi
(Padget), innesto grosso "split" (Blair e Brown), ecc. Inoltre,
mentre Kirschner ritiene che l'innesto classico di Reverdin
comprenda tutti gli strati della pelle, la maggioranza degli
autori usano il nome di Reverdin per i piccoli innesti
dermoepidermici superficiali e non mancano coloro i quali
distinguono due tipi (superficiale e profondo) di innesto di
Reverdin (Sanchez Arbide).
- I.
INNESTI A ISOLA
- Detti anche a "piccole
isole" o "pizzicati"; comprendono due tipi diversi:
- a) Reverdin o superficiale,
che comprende l'epidermide e gli strati più superficiali
del derma papillare
- b) Davis o profondo,
descritto da S.J.Davis nel 1914, comprendente la
totalità degli strati cutanei (epidermide, derma
papillare, corion ed ipoderma) a forma di cono
invertito.
- Tra le varianti degli
innesti a isola possiamo considerare i cosiddetti innesti
"germogliati" di Wagenstein, che a dire il vero non sono altro
che innesti del tipo Reverdin posti in maniera profonda nel
tessuto di granulazione.
- II.
INNESTI LAMINARI
- Corrispondono, come abbiamo
detto, agli innesti 'split' di fonte americana, e comprendono
tutti gli innesti dermoepidermici larghi indipendentemente
dallo spessore, ma non raggiungono tutti gli strati della
pelle. Esistono tre tipi di innesti laminari:
- a) Thiersch (o sottile),
descritto nel 1874, che equivale per i laminari alll'innesto a
isola di Reverdin, raggiungendo al massimo un terzo della pelle
totale (da 0.2 a 0.25 millimetri); contiene l'epidermide e
parte del derma papillare.
- b) Blair-Brow (di spessore
intermedio), descritto dagli autori nel 1929; comprende circa
1a metà de1lo spessore della pelle (viene tag1iato tra
1/3 ed i 2/3 della sezione totale della pelle), 1a cui
grandezza varia da 0.3 a 0.4 millimetri. E'il più usato
per il trattamento plastico precoce delle ustioni
profonde.
- c) Padgett (o grosso),
soggetto a tecniche precise specificate dall'autore nel 1939
(innesti calibrati di Harkins), altrimenti detto "innesto
trequarti" poichè comprende oltre i 2/3 del1a sezione
della pelle; viene tagliato a circa 0.5-0.6 millimetri e
comprende l'epidermide, il derma papillare e gran parte del
corion o derma profondo.
- Gli innesti di "impianto" di
Braun e gli innesti a"timbro" di Goode-Gabarrò sono
delle varianti tecniche per l'applicazione di uno o dell'altro
tipo di innesti laminari citati.
- III.
INNESTI Dl PELLE TOTALE
- Sono costituiti dalla
totalità degli strati della pelle. Utilizzati da Wolfe
nel 1875 per ricostruire la palpebra inferiore, furono
introdotti e descritti nei dettagli da Fedor Krause nel 1893.
Anche se il successo dell'applicazione è legato a molte
attenzioni, più che per gli altri tipi di innesti, i
risultati estetici e funzionali sono molto superiori a quelli
di qualunque altro tipo di innesto libero di pelle
(poichè 1a morfologia e fisiologia sono esattamente
uguali a quelle della pelle normale). Gli inntsti di Doug!as o
a "setaccio" e quelli a " tunnel" o di Keller sono innesti di
Wolfer-Krause, con leggere varianti tecniche.
- IV.
INNESTI DERMICI
- Introdotti da Loewe nel 1913
per il trattamento delle ernie, e rinforzare la parete
addominale, hanno trovato molteplici indicazioni nella pratica
chirurgica per la riparazione dei tendini, delle meningi, dei
legamenti, ecc. e specialmente come materiale autogeno di
sutura. Cannady lo ritiene il materiale autoplastico di
elezione, superiore anche alla fascia lata. In chirurgia
plastica attualmente predominano due applicazioni degli innesti
dermici:
- a) come materiale di
riempimento per la correzione di difetti cranio-facciali
(Eitner, 1920).
- b) Per la riparazione di
perdite cutanee esattamente come gli innesti dermoepidermici,
tramite il processo di laminazione (tecnica di Zintel) di un
innesto laminare grosso tipo Padgett, preventivamente ottenuto
con il dermatomo; in questo modo lo si può dividere
completamente tramite la sua sezione, in modo da raddoppiare la
superficie dell'innesto ottenuto. L'innesto dermico ottenuto in
tal modo e adatto a coprire superfici cruente e svolge alla
perfezione il suo compito di riparazione della cute come
qualsiasi altro innesto laminare. Questa applicazione degli
innesti dermici è molto utile per ustioni estese dove le
zone donatrici sono insufficienti. Si aprono perciò
nuove possibilità grazie agli "innesti laminati", nome
che oltre ad indicarne la provenienza li distingue chiaramente
dagli innesti laminari (dermoepidermici) evitando possibili
confusioni di interpretazione e nomenclatura.
-
- INNESTI
PEDUNCOLATI O MEDIATI
- Comprendono tutti quegli
innesti o trapianti cutanei in cui si mantengono varie connessioni
temporali con la zona donatrice, fino ad accertare il nutrimento
del trapianto a spese del nuovo letto. Gli innesti mediati o
peduncoati possono essere praticati: in modo diretto, in cui il
lembo dissezionato si applica direttamente sulla zona da riparare,
ed in modo indiretto, in cui il trapianto ha luogo tramite una
zona o regione intermedia (ospite provvisorio). Sia negli innesti
mediati diretti che indiretti, i lembi possono essere preparati in
forma chiusa o aperta, a seconda che siano isolati o meno dalla
parte esterna del lato cruento. La "chiusura" di un lembo
può seguire tre procedimenti:
- a) il classico procedimento
dei lembi tubolari di Gillies-Filatov, ormai noto.
- b) Coprendo la superficie
cruenta dell'arco del lembo tramite applicazione di un innesto
laminare
- c) tramite giustapposizione
di un altro lembo peduncolato analogo, ma di base opposta,
prelevato dalla zona ricevente od intermedia a seconda che si
tratti di un innesto peduncolato diretto o
indiretto.
-
- INNESTI
PEDUNCOLATI DIRETTI.
- Sono quelli in cui il trapianto
si effettua direttamente dalla regione donatrice a quella che si
intende rlparare. Distinguiamo:
- a) innesti con lembo vicino,
prelevati da regioni adiacenti o prossime al difetto in
questione. Si usano prevalentemente per la riparazione delle
perdite di sostanza craniofacciale; possono essere lembi a base
unica (un esempio classico è il metodo indiano di
ricostruzione nasale basato su un lembo frontale) o lembi a
doppio peduncolo, quali il cosiddetto lembo "a elmo",
utilizzati essenzialmente per riparare le zone pelose del mento
a spese del cuoio capelluto.
- b) innesti per lembo diretto
a distanza, in cui il trapianto si effettua tra regioni
anatomicamente distanti tra loro ma che possono essere
avvicinate e mantenute in questa ultima posizione (tramite
un'ingessatura, ecc.) per il tempo necessario a far attecchire
il lembo nel nuovo letto; questi tipi di lembi diretti a
distanza comprendono i cosiddetti lembi a gambe e braccia
incrociate ("cross arm flaps" e "cross leg flaps" secondo gli
americani), usati per riparare gli arti inferiori e
superiori.
-
- INNESTI
PEDUNCOLATI INDIRETTI
- Si effettuano tramite una zona
intermedia od ospite "provvisorio" vale la pena di citare i lembi
"a larva" o a "salti successivi" di lembi "emigranti" di Hahn) in
cui l'avvicinamento al difetto da coprire avviene a salti,
sezionando alternativamente uno dei peduncoli del ponte che forma
il lembo tubolare reimpiantandolo ogni volta più vicino al
suo letto definitivo.
- Ricordiamo ancora, tra gli
innesti peduncolati indiretti, i lembi trasportati (con portatore
intermedio di Schrody), In cul il trapianto si effettua a spese di
una zona ospite. Il lembo trasportato può essere a forma di
tubo, usando in genere il polso come zona intermedia, o a forma di
lembo ampio trasportato (il "closed carried flap" americano) con
giustapposizione di due lembi peduncolati a base molto ampia
nell'addome e nell'avambraccio. Il lembo addominale sarà
definitivamente collocato nella zona da riparare, mentre quello
dell'avambracclo (che è servito come base nutritiva
provvisoria all'altro) sarà riportato nel letto
originale.
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-
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