REVISIONE CRITICA PER LA RICOSTRUZIONE DEL LABBRO INFERIORE DOPO EXERESI PER CARCINOMA
 
Neuendorf  A.D.- Bordoni D.- Fianchini G.- Bonanno A.- Scaglioni  A.- Bertani A.-  Gioacchini M. 
Clinica di chirurgia plastica e ricostruttiva. Università politecnica delle Marche. Prof.Bertani A.
 

Introduzione

 
Le labbra nella morfologia del viso, hanno un’ importanza fondamentale, non soltanto come elementi anatomici, che concorrono alla caratterizzazione della fisionomia della persona, ma soprattutto per le importanti funzioni che esse assolvono nella assunzione dei cibi e nella fonazione, con particolare riferimento alla pronuncia delle consonanti labiali e elle mute oltre a quelle delle vocali.
Dai mutevoli atteggiamenti che possono assumere per il loro complesso gioco muscolare, esprimono inoltre alcuni stati d’animo attraverso il sorriso, il cruccio, il pianto, ecc.
È comprensibile quindi, come qualsiasi mutazione di esse possa alterare tante importanti funzioni vitali in modo tale da condizionare l’ equilibrio psichico del soggetto.
Fin dai tempi antichi, si è cercato di avviare alle mutilazioni delle labbra, ma soltanto dal secolo scorso si sono affermate e codificate delle metodiche, alcune elle quali ancora oggi in uso,come ad esempio le tecniche di Bernard- Van Burrow, di Diffenbach e di Estlander.
Vi è comunque una continua ricerca di nuove e più soddisfacenti tecniche chirurgiche ricostruttive che ci permettono di recuperare non solo il lato funzionale ma anche quello estetico.
 
Eziopatogenesi
 
Le lesioni epitelioma tose del labbro inferiore possono aver origine da zone del labbro apparentemente integre, ma spesso, i carcinomi e specialmente quelli spinocellulari, sono preceduti da lesioni leucoplasti che. Questa lesione pare sia favorita nella sua insorgenza da vari fattori: fisici &endash; chimici &endash; traumatici.
L’ agente fisico più frequentemente chiamato in causa è costituito dalle radiazioni attiniche.
La prolungata esposizione al sole dei contadini e dei marinai, ad esempio, può determinare estese leucoplsie sulle labbra da cui poi possono insorgere lesioni neoplastiche.
Anche il calore ella sigaretta o della pipa tenuta a lungo tra le labbra, pare possa determinare negli anni una atrofia della mucosa del prolabio, che può degenerare anch’ essa in lesione neoplastica.
Anche la scarsa igiene orale può determinare prolungati stati infiammatori delle mucose sfocianti, a volte, in leucoplasie.
Infatti, si osserva di frequente nei portatori di epitelioma del labbro una pessima condizione del sistema gnatodontico, con vari denti cariati coperto da spesso tartaro che infiamma e traumatizza continuamente le mucose della cavità e delle labbra.
Non ultimi, sono da menzionare le protesi malfatte, che possono costituire una spina irritativa continua per le mucose, con le precedenti conseguenze descritte.
 
Frequenza
Ambedue le labbra possono essere colpite da lesioni neoplastiche, ma tutte le statistiche sono concordi nell’ affermare che il labbro inferiore viene colpito da lesioni neoplastiche di frequenza di gran lunga maggiore rispetto al labbro superiore, siamo infatti su una percentuale del 70% positiva per il labbro inferiore.
Nell’ ambito del labbro stesso, la sede preferita è il prolabio, memo frequente è localizzazione epitelioma tosa alla commissura; sono state anche osservate localizzazioni multiple, contemporaneamente presenti in più parti del labbro-
Statisticamente si è arrivati a queste conclusioni: il sesso prevalentemente colpito è quello maschile; a questa regola esiste una curiosa eccezione, rappresentati dai paesi scandinavi dove gli epiteliomi delle labbra e di tutta la cavità orale in genere, colpiscono maggiormente il sesso femminile.
Si è pensato di individuare la causa di questo fenomeno nell’ anemia sideropenia, di cui molte donne sono affette nei paesi nordici.
Questo tipo di anemia si accompagna infatti ad una notevolissima distrofia di tutte le mucose con immaginabili conseguenze.
Per quanto riguarda l’ età, la fascia più colpita è quella delle persone oltre i 40 anni.
La razza più predisposta alla malattia è quella bianca e, comunque la razza meno colpita è quella negra, forse per la protezione fornita, nei confronti delle radiazioni attiniche, dalla presenza della melanina nello strato malpighiano dell’ epidermide.
La localizzazione neoplastica sul labbro inferiore incide sulla sua malignità; si è visto infatti che le neoplasie della commissura e del versante mucoso del labbro, presentano una maggior malignità ed un andamento più tumultuoso dei tumori, che dal prolabio si accrescono verso la cute.
Questo fatto si può attribuire a due fattori: la maggior ricchezza vascolare della mucosa rispetto alla cute, e la facilità con cui le neoplasie della parte interna della cavità orale raggiungono le catene dei linfonodi profondi- la frequenza delle metastasi è valutabile attorno al 20% ed è maggiore per le forme infiltranti che per quelle vegetanti.
 

Anatomia patologica

 
Sebbene il punto focale di questo argomento sia la tecnica ricostruttiva nel labbro inferiore, non ci si può esimere da un cenno di descrizione della lesione neoplastica.
Le neoplasie che colpiscono con maggior frequenza il labbro inferiore sono del tipo epiteliale e con buona prevalenza di carcinomi spinocellulari.
Macroscopicamente le forme anatomo-patologiche sono:
Le due forme, piana ed infiltrante, evolvono in una forma ulcero-infiltrante o deostruente, con maggior tendenza all’ invasività ed alla metastatizzazione della forma vegetante che in genere, ha un andamento più lento con una diffusione più superficiale e minor tendenza alla metastatizzazione.
I carcinomi spinocellulari  del labbro inferiore possono prendere origine su porzioni di labbro apparentemente normali, ma spesso sono preceduti nella loro insorgenza da lesioni che, per la loro caratteristica evolutiva, vengono definite lesioni precancerose, la più frequente delle quali è la leucoplachia.
Le leucoplachie sono infatti manifestazioni a sede mucosa di aspetto biancastro, che si presentano in modo diverso a seconda della fase evolutiva. Nel cavo orale, ove sono più frequenti, possono interessare la mucosa della guancia e la mucosa delle labbra in prossimità della commissura; vanno da un aspetto puntiforme, biancastro a superficie liscia con mucosa atrofica, ad espressioni sopraelevate, biancastre a volte con aspetto verrucoso, che negli stadi più avanzati vengono percorse da erosioni ed ulcerazioni.
 

Diagnosi

 
La diagnosi di neoplasia del labbro inferiore quasi sempre è clinica, che si fa in base all’ anamnesi, all’ osservazione e alla palpazione, mentre quella istologica avviene solo tramite prelievo od exeresi completa della neoplasia.
Anamnesticamente si riscontra che il paziente, di solito persona dedita al fumo o per molto tempo esposta al sole per motivi professionali e sempre dotata di scarsa igiene orale, ha notato da alcuni mesi un rilievo oppure una irregolarità sul margine mucoso o su quello cutaneo del labbro, talora pruriginoso a volte manifestatosi come piccola ulcerazione guarita spontaneamente, ma poi recidivata nella stessa sede, quasi mai dolente e facilmente emorragica.
L’ insorgenza di queste neoformazioni si è verificata sul labbro apparentemente normale oppure in corrispondenza di una leucoplachia già presente anche da anni.
Le dimensioni delle neoplasie labiali possono variare da meno di 5 mm nelle fasi iniziali, sino ad interessare tutto il labbro ed ad invadere anche le strutture scheletriche.
Gli epiteliomi che giungono al chirurgo plastico, solitamente hanno già raggiunto l’ estensione di oltre un centimetro, dopo essere stati trattati con temporanei successi, mediante l’ uso di medicamenti locali o applicazioni fisioterapiche insufficienti; è opportuno ricordare infatti che i trattamenti RX- terapici eseguiti con perizia e riguardanti lesioni non eccessivamente estese, portano ad una percentuale di guarigione analoga a quella ottenuta con il trattamento chirurgico.
La lesione, alcuni mesi dopo la sua comparsa, appare come ulcerazione vegetante oppure crateri forme a fondo arrossato, a margini rilevati che alla palpazione sono duri, contornati da un alone infiammatorio.
Quando la lesione si presente di dimensioni non eccessive, e permette quindi una buona ricostruzione chirurgica, è preferibile eseguire immediatamente l’ esportazione completa della lesione con immediata ricostruzione, senza sottoporre il paziente al prelievo bioptico. Quando invece la lesione presenta dimensioni tali da richiedere, se maligna, un esteso atto demolitivo, si può ricorrere alla biopsia della lesione per essere certi di demolire il paziente non più del necessario.
È opportuno eseguire una palpazione accurata dei linfonodi tributari della regione interessata e di quelli contro laterali.
A questo proposito si è del parere che la linfonodectomia debba essere eseguita solo nei casi di N differente da zero e che per criteri di radicalità debba essere estesa a tutta la regione cervicale.
Nei casi N0 si preferisce soprassedere allo svuotamento linfonodale, ma intensificare i controlli a breve termine.
 

Terapia

 
Il primo impegno per il chirurgo è quello di calcolare l’ ampiezza e la profondità della lesione e quindi dell’ escissione.
L’epitelioma del labbro, soprattutto nella forma infiltrante, pur essendo una neoplasia della cute, invade con facilità il tessuto muscolare al quale è anatomicamente aderente e da ciò deriva la necessità di comprenderlo nell’ escissione.
Devono prelevare obbligatoriamente criteri oncologici di radicalità miranti alla massima garanzia di eliminazione dei tessuti neoplastici. La quantità ti tessuto, presumibilmente sano, che deve essere eliminata perifericamente alla neoplasia, deve superare i 5 mm.
Un programma ripartivo di massima viene deciso preoperatoriomente per avere una visione più completa ed anche per poter informare il paziente del tipo di mutilazione necessaria ed a quale risultati potrà ricondurre l’ opera di ricostruzione e secondo quale metodica.
La possibilità e le tecniche ricostruttive sono molteplici, e la scelta ed applicazione dipenderà da vari fattori che sarà necessario prendere in considerazione: l’ entità della ricostruzione, la quantità e la sede dei tessuti a disposizione per la ricostruzione, nonché la loro qualità. Anche l’età ed il sesso del paziente dovranno essere valutati.
La riparazione ideale è quella che si completa in un unico tempo ricostruttivo e ciò è possibile per danni parziali del labbro.
Purtroppo però, in casi di ampi demolizioni, la ricostruzione deve essere programmata in più tempi che prevedono il modellamento, a distanza di settimane, dei tessuti autologhi trapiantati da regioni adiacenti alla lesione.
Possiamo quindi distinguere i due gruppi fondamentali di tecniche ricostruttive:
Quelle che permettono la ricostruzione della parete del labbro inferiore in tutti i suoi elementi anatomici, come accade nei casi di costruzione per avvicinamento dei margini, lembi di scorrimento, rotazione dei lembi a tutto spessore dal labbro superiore;
Quelle che ci consentono una ricostruzione della parete del labbro senza il ripristino anatomico delle componenti muscolari e mucosa come nei casi di utilizzazione di lembi cutanei di trasposizione e di lembi cutanei prelevati a distanza.
Notevole importanza nella scelta tra questi due gruppi di tecniche riveste la dimensione della neoplasia, il suo grado di d’ infiltrazione, soprattutto a livello mucoso, e lo stato dei tessuti circostanti.
Le tecniche chirurgiche ricostruttive, pur essendo numerose, sirifanno tutte ai canoni classici della chirurgia plastica, utilizzando lembi di scorrimento, di rotazione, di trasposizione o lembi a distanza. Le possibilità riparative del labbro varieranno a seconda della demolizione eseguita.
 
Tecnica di ricostruzione per avvicinamento dei margini
 
Di largo impiego consiste, dopo l’ escissione a cuneo della neoplasia, nella successiva sutura diretta dei margini cruenti.
Essa costringere il chirurgo ad una demolizione limitata e, per avere un esito senza retrazione ed infossatura della rima, richiede l’ esecuzione di una sutura a lembi alternati. La funzione residua non è sempre perfetta in quanto i monconi dell’ orbicolare eserciteranno una tensione più forte nella porzione più interna ai confini della rima, che non nelle fasce esterne. Questa tecnica dovrebbe essere limitata a quei casi in cui le dimensioni della neoplasia non superano 1/3 della lunghezza del labbro e la neoplasia stessa non s’infiltra verso il versante mucoso.
 

Tecnica di scorrimento di lembi di vicinanza

 
Per ovviare ai possibili inconvenienti, in lesioni interessanti anche metà del labbro, purchè situate in posizione mediana o paramediana, si può utilizzare la tecnica di scorrimento di lembi di vicinanza. Essa consiste nell’ affrontare due lembi mucoso- cutanei a scorrimento orizzontale, con peduncolo laterale, secondo lo schema dei così detti lembi a gradino, descritto e valutato da Johanson nel 1974 e direttamente derivato dallo schema dei lembi di scorrimento bilaterali, scolpiti a tutto spessore e fatti avanzare medialmente secondo una linea arciforme; trattasi pertanto di una variante della tecnica di Bernard e van Burow (caratterizzata dalla escissione di due triangoli a tutto spessore del labbro superiore per meglio permettere lo scorrimento mediale dei lembi inferiori).
Innanzitutto l’ impiego di questa tecnica comporta la demolizione di un rettangolo di labbro a tutto spessore, largo tanto da comprendere la neoplasia e alto da raggiungere la piega della bozza mentoniera sulla cute ed il fornice labiale sulla parete mucosa.
Per ottenere i lembi a peduncolo laterale, si incide la mucosa, prolungando su due lati la linea praticata al fornice per l’ escissione: analogamente il piano cutaneo viene inciso orizzontalmente sino in corrispondenza delle commessure, dopo di che la linea di taglio procede alternamente in senso verticale ed orizzontale in modo da determinare, lungo il solco della bozza mentoniera, dei quadrati di compensazione di 6-7 mm. Di lato, che verranno rimossi in numero da 2 a 4 dipendentemente dalla tensione del labbro inferiore.
I due ritagli estremi potranno essere triangolari anziché quadrati. I due lembi così scolpiti vengono fatti avanzare in direzione latero- mediale a colmare la perdita di labbro e qui affrontati a singoli strati senza alcuna difficoltà o tensione.
Nella parte centrale del labbro e del margine mucoso corrispondente alla rima, si cercherà di eseguire la sutura lungo una linea non retta ma arciforme avendo cura, quando essa non cada nella linea mediana, di rivolgere la sua convessità verso al commissura più vicina. La guarigione sarà completa in 10 gg. senza alcuna tensione ne’ limitazione funzionale, ne’ deformità estetiche. Infatti, l’ azione del muscolo orbicolare affrontato si eserciterà parallelamente al labbro ed in modo uniforme su tutta la linea di sutura senza provocare irregolarità della rima labiale.
Possiamo classificare tra gli interventi di ricostruzione per scorrimento, anche la tecnica di Dieffenbach che consiste nella rotazione mono o bilaterale di un lembo comprendente parte della regione geniena a tutto spessore, della regione mentoniera e sottomentoniera.
Tale lembo, che sfrutta la vascolarizzazione fornita dai rami della carotide esterna, si utilizza per ricostruire il labbro inferiore nella sua totalità o per lo meno per i della sua larghezza, escisso contemporaneamente, e parte della regione mentoniera.
Sfruttando le incisione necessarie per scolpire questo lembo, potremo facilmente accedere alla loggia sottomandibolare ed ai linfonodi sopraioidei che quindi potremo asportare, se sarà necessario in un unico tempo operatorio.
Il labbro così ricostruito è anatomicamente molto diverso dal labbro normale, non essendovi più traccia nella sua parete degli strati muscolari tipici del labbro.
Gli scarsi risultati estetici e funzionali limitano l’ impiego di questo lembo a rarissimi casi.
 
Tecnica di rotazione di lembi a tutto spessore dal labbro superiore
Questa tecnica ricostruttiva consiste nell’ utilizzo, per la ricostruzione di porzione di labbro inferiore, di lembi a tutto spessore scolpiti nel labbro inferiore e fatti ruotere a riempire il difetto sottostante mantenendoli peduncolati all’ arteria labiale.
Dopo un periodo di 3 settimane e dopo essersi accertati della buana vitalità del lembo, si recide il peduncolo nutritizio e si modella il labbro così ricostruito. Tale tecnica, ideata da Estlander, può essere utilizzata per la riparazione del labbro in ogni sua porzione, sia centrale che commissurale e per difetti che arrivino ai 2/3 della sua lunghezza, anche perche possiamo ruotare due lembi contemporaneamente.
Usiamo questa tecnica quasi esclusivamente per difetti commissurali in quanto è proprio in questi casi che otteniamo i risultati migliori ed in un solo intervento chirurgico.
Questa tecnica è stata ripresa e modificata da Abbà che ha utilizzato specularmente lo stesso tipo di lembo peduncolato per la ricostruzione di porzioni di labbro superiore.
In questi casi il lembo viene scolpito nel labbro inferiore.
Quando il difetto interessa la porzione centrale della commissura con interessamento della mucosa vestibolare corrispondente, allora potremo ruotare il lembo sia dal labbro superiore che da quello inferiore. Solo in rare occasioni, a questo intervento, ha fatto seguito una microstomia. Se tale inconveniente è modico e non limita le normali funzioni del labbro, allora è preferibile non intervenire al fine di mantenere integre le fibre circolari dell’ orbicolare così ricostruite. Se al contrario la microstomia creasse dei problemi, si staccherà il lembo dal suo peduncolo e si aprirà maggiormente la commissura in modo da renderla simmetrica rispetto a quella contro-laterale.
La semplicitàe la rapidità di esecuzione di questi interventi, anche in anestesia locale, l’ affronta mento di elementi anatomici analoghi, la certa guarigione per prima intenzione della ferita dovuta ad un’ ottimale vascolarizzazione, danno risultati talmente positivi da far preferire proprio in questi casi la chirurgia ad altre terapie.
 
Tecnica di ricostruzione mediante lembi di trasposizione
 
Con questa tecnica ricostruttiva si attua un vero e proprio dislocamento dei lembi della regione donatrice alla zona del difetto. Vengono normalmente utilizzati dei lembi scolpiti nel solco naso- genieno con peduncolo inferiore ed apice superiore.
La superficie di tali lembi è normalmente glabra ed adatta quindi a ricostruire la parte interna del labbro ed del vermiglio.
I due lembi naso- genieni, dopo essere stati scolpiti, vengono ruotati medialmente; uno formerà la parete cutanea esterna, mentre l’ altro, oltre che medialmente, verrà ruotato su se stesso per ricostruire la parete vestibolare o fodera del labbro.
Avremo, in questi casi, una ricostruzione del labbro priva delle fibre del muscolo orbicolare e formato solamente dallo strato cutaneo e sottocutaneo della porzione di guancia che avremo scolpito.
Questa tecnica operatoria, che lascia integro il labbro superiore, si può utilizzare in tutti i casi in cui sia stato necessario eseguire una demolizione totale del albbro insieme al fornice gengivale. Nei casi in cui la demolizione è meno ampia, con la conservazione di circa la metà del labbro, potremo eseguire la ricostruzione utilizzando la rotazione di un unico lembo monolaterale che, scolpito anch’ esso nel solco naso- genieno e ripiegato medialmente e su se stesso, ci fornirà contemporaneamente sia la fodera che la parete esterna del labbro. I vantaggi di questa tecnica sono rappresentati da due fattori: la possibilità di una ricostruzione totale del labbro inferiore senza danno del labbro superiore con la contemporanea ricostruzione della parete interna del labbro utilizzando un lembo di cute glabra ed il limitato danno estetico della regione donatrice, in quanto le linee di sutura vengono a decorrere nei solchi naso- genieni, parallele quindi alle lenee di tensione cutanee. Gli svantaggi possono essere rappresentati dal fatto che il neo labbro, inizialmente poco elastico, può causare difficoltà sia nell’ alimentazione che nella pronuncia di certe consonanti. Normalmente, questi disagi diminuiscono con il passare del tempo e possono essere eliminati con modellamenti successivi.
Questa tecnica richiede due tempi operatoti il primo tepo consiste nella rotzione dei lembi naso- genieni, come si è precedentemente descritto, il secondo tempo consiste invece nel modellamento dei peduncoli dei lembi ruotati.
 
Tecnica di ricostruzione mediante lembi prelevati a distanza
 
Ci sono casi in cui è impossibile utilizzare, per la ricostruzione del labbro inferiore, lembi di vicinanza come avviene nelle tecniche ricostruttive per scorrimento o trasposizione. I motivi di impossibilità di utilizzo di questi lembi sono vari: esiti cicatriziali o radio- dermitici circostanti la lesione, estensione della neoplasia, ecc.ecc.
Ricordiamo in questi casi a lembi fascio- cutanei, prelevati da zone donatrici, che variano dalla regione cervicale a quella deltopettorale, come nel caso del lembo di Bakamjiam. Vettori saranno lunghi peduncoli dotati di sufficiente vascolarizzazione propria.
I lati positivi di queste tecniche ricostruttive consistono nella possibilità di avere a disposizione una grande quantità di tessuto sano, cosa che ci permette di demolire senza parsimonia la zona interessata dalla lesione neoplastica. Inoltre qualora fosse necessario ricostruire anche zone di mucosa, sulla faccia cruenta di questi lembi, è possibile eseguire innesti dermo- epidermici.
È da tenere presente, comunque, la scarsa funzionalità di questo neolabbro che avrà una costituzione anatomica estremamente diversa da quella del labbro, essendo costituita soltanto da cute e sottocute.
Avremo facilmente in questi casi dei problemi funzionali, soprattutto di incontinenza e di difficoltà alla fonazione. Si potrà ovviare a tali inconvenienti, almeno parzialmente, con modellamenti successivi all’ atto ricostruttivo.
 
Conclusioni
 
Dopo aver preso in esame le tecniche descritte, possiamo concludere soffermandoci sulla necessità di una ricerca continua atta a migliorare i risultati anatomo- funzionali delle tecniche chirurgiche usuali.
Come abbiamo visto, numerose sono le tecniche chirurgiche proposte per la ricostruzione del labbro mutilato; una continua selezione di essa è avvenuta nel tempo con lo scopo di migliorare i risultati anatomo- funzionali.
Quando viene asportato completamente, il labbro inferiore può essere ricostruito utilizzando tecniche differenti mediante lembi di trasposizione e di scorrimento o anche, nei casi più gravi, mediante lembi prelevati a distanza. In questo ultimo caso però, avremo un neolabbro piuttosto rigido, poco elastico, del tutto privo dell’ importante struttura muscolare.
Si ottiene comunque un risultato funzionalmente valido quando eviteremo, scegliendo la tecnica ricostruttiva più adatta per il caso che dobbiamo trattare, spiacevoli conseguenze come il microstoma e l’ incontinenza.
Le ricostruzioni dopo demolizione parziale del labbro, invece, permettono dei risultati più soddisfacenti sotto ogni punto di vista.
Quando la demolizione interessa il labbro da 1/3 a della sua lunghezza, la ricostruzione si può eseguire con un buon risultato sia estetico che funzionale mediante le tecniche di scorrimento o di rotazione. Tali tecniche sono quelle che più delle altre restituiscono una continuità al muscolo orbicolare.
 
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