di Claudio Scarpa
Un freddo sabato mattina (quasi... all'alba) di dicembre 1986, tre amici si sono dati appuntamento alla stazione ferroviaria di Roma: binario 16. Alle 7,25 parte il treno diretto alla Stazione Centrale di Napoli. Claudio Scarpa, Norberto Checchè e Giancarlo Di Girolamo, avidi collezionisti di 45 giri d'epoca, in quel di Napoli conoscono ciò che può rappresentare una miniera di pepite d'oro per un incallito ricercatore: il negozio del Signor Di Biase, situato poco vicino alla stazione, nel sotterraneo ospita, impolverati dal tempo e smaniosi di tornare alla luce, più di centomila 45 giri, che non aspettano altro se non di rivivere e di essere solcati per la prima volta da una... puntina di giradischi (ancora non sanno gli ignari, che il tempo è passato, le puntine si chiamano testine ed i giradischi... piatti!) e quindi, finalmente, di espandere il loro magico suono, prettamente anni sessanta, ancora racchiuso nei loro solchi vergini imbrattati dalla polvere di quel magico sotterraneo.
Nasce per incanto, suffragata dal fatto che riviste sul collezionismo musicale non ne esistono, l'idea di un giornalino che si rivolga proprio agli appassionati del settore. Durante il viaggio di ritorno a Roma, dopo esserci divisi... abbastanza amichevolmente i 7/800 dischi acquistati (questo era l'ammontare medio del 'nostro bottino' dopo le 'visite' al 'negozio delle meraviglie' del Signor Di Biase), il progetto viene approfondito e sviscerato: siamo tutti e tre d'accordo, il giornalino si farà.
Il nome? "ANNI '60", dico io; non sarà molto originale
ma rispecchia fedelmente al 100% quello che abbiamo in mente di fare.
E' così che a marzo 1987, esce il 1° numero; 22 pagine di
materiale e tanto entusiasmo da buttare nel progetto, con il comune
accordo che i compiti dovrebbero essere suddivisi: tutti e tre
dovremo darci da fare per trovare i nuovi abbonati; io e Giancarlo
scrivere gli articoli, Norberto di occuparsi di far stampare il
giornale.
Il primo numero presenta una mia succosa intervista ad uno dei miei 'idoli' di gioventù: Roberto Castiglione, alias Roby Crispiano; articoli come "Il beat in Italia", "L'altra faccia del beat", riproduzioni di vecchi articoli da gloriosi giornali d'epoca e recensioni odierne di dischi del periodo. Si va avanti con il secondo numero (giugno '87) con intrvista (sempre del sottoscritto) ad un altro 'grande': Gian Pieretti, un articolo sulle primissime convention di Milano (ancora certi personaggi non sapevano nulla di tutto questo, e le prime convention avevano in Milano il solo punto di riferimento), degli articoli di Di Girolamo (tra i quali "R. & B., la nota nera") e via di questo passo. Il numero 3, vede la luce ad ottobre '87 e, parlando con Mal (che intervistai per il numero 3 e per il successivo numero 4) venni a sapere che la sua manager, Elisabetta Ponti, ex direttrice di "Nuovo Sound", nonchè una delle articoliste di "Big", monumento cartaceo d'epoca, è interessata al progetto e vuole parlarci. Il nostro primo approccio è molto positivo, tanto è vero che il N°5 esce sotto l'egida della Ponti, già con ottime novità: è a due colori (solo nella primissima stampa) ed è impaginato centralmente.
Nel frattempo qualcuno si è svegliato, non tanto per passione, quanto per più semplici mercenari motivi; senza nessuno scrupolo (ma in effetti non doveva averne, "ANNI'60" era una povera fanzine e non pretendeva certo di possedere esclusività) stampa un giornale che prende spunto dal nostro, per organizzare in grande stile (grande nel senso di enorme, non di magnifico, è bene puntualizzare) tutto ciò che riguarda il collezionismo relativo ad ogni tipo di musica, in uno spazio musicale affatto ristretto, che spazia dal... 1920 (forse esagero!) al... 2000 Dopo Cristo. Di questo inizialmente sono anche contento, più siamo (mi dico) e meglio è per tutti. Cambio idea piano piano, il motivo che mi fa 'capire' certe cose e certi orizzonti da raggiungere di 'certa gente', si materializza quando amichevolmente chiedo (chiaramente non lo pretendo gratis) di poter mettere una inserzione che riguardi "ANNI'60" e la sua esistenza; tra l'altro non avrei assolutamente sottolineato il fatto che... eravamo stati i primi ad aver avuto l'idea. Mi viene risposto (altrettanto amichevolmente e più... professionalmente) che non avendo io una partita IVA, forse non se ne poteva fare niente; avrebbero chiesto al commercialista. Dopo pochi giorni, l'oracolo: il commercialista ha sentenziato: non se ne può fare nulla... partita IVA o morte!. Ancora oggi mi chiedo come facesse tanta altra gente, sprovvista di certi requisiti a me richiesti, a poter mettere annunci particolareggiati a pagamento... probabilmente non lo capisco per mia ignoranza personale.
Nel frattempo con Elisabetta Ponti ci sentiamo molto meno; le lontananze che a Roma , in certi casi, diventano impossibili, ed una mia errata interpretazione di certe collaborazioni, contribuiscono a far decadere la cosa. Negli anni seguenti, "ANNI'60" continua le sue sporadiche ed irregolari uscite, anche perchè ormai il giornale pesa praticamente tutto sulle mie spalle e certi accordi iniziali sono già stravolti da tempo: Norberto per seri motivi familiari, Giancarlo per altri di lavoro, lasciano l'eredità incombente su di me. Anche se per i titoli (che facevo a mano libera), le foto d'epoca, l'impaginazione, le interviste, le spedizioni e soprattutto per il reperimento di nuovi abbonati e pubblicità varia, avevo fatto sempre tutto in prima persona, la mancanza del loro appoggio , soprattutto morale (possibile mai che nonostante la conoscenza di tanti colezionisti, non si riesca a reclutare nemmeno un abbonato?) mi aveva disamorato: tanto è vero che dall'uscita del n°11 a quella del N°12, passeranno ben 8 lunghi mesi.
Ma dovevo andare avanti (siamo alla fine del 1991) soprattutto per le lettere e le telefonate che ricevevo dai lettori; lettere spontanee, genuine, che venivano dal cuore e che spesso, perchè non ammetterlo?, mi hanno commosso. E' così che quasi per caso mi rimetto in contatto con Elisabetta Ponti, e questa è storia recente. La Signora Ponti mi ridà la forza, la voglia ed il piacere di continuare; nasce "ANNI'60 e dintorni", sotto una veste grafica mai vista prima d'ora. Presto, come ci auspichiamo, il giornale diventerà rivista ufficiale e verrà conosciuto sempre più da nuovi lettori. Io però non dimenticherò i cari amici primi abbonati, coloro i quali non esitarono a sottoscrivere un abbonamento per quel giornalino grezzo, artigianale e.. preistorico, composto (almeno per i primissimi numeri) di poche pagine ma di tanto amore. Tutti quei primi abbonati posseggono una dote rara e non comune al giorno d'oggi: sanno capire quando l'impilso per certe cose parte dal cuore, sanno preferire una brutta mela irregolare, poco lucida ma zuccherina e saporita, ad un'altra magari esteticamente bella all'esterno e lucidissima, ma insipida e poco appetitosa. E' loro che oggi ringrazio, poichè il merito della sopravvivenza di "ANNI'60" è tutta parte di essi.
aprile 1995- n. 4
Questa è la breve, succinta storia di "ANNI'60"; alcuni
vecchi articoli o interviste, verranno in futuro riproposti, dato
l'interesse generale in essi racchiuso. Da queste righe mi sia
permesso salutare Norberto e Giancarlo, che ora vedo più
raramente, ma che "quell'idea", quei viaggi a Napoli e quelle
avventure comuni, mi faranno sempre ricordare quell'amicizia che ci
legava.
Era tempo che Vi raccontassi tutte queste cose, che certe cose si
sapessero; non voglio partecipare o entrare in quella 'guerra di
potere' sorta da un pò di tempo fra certi personaggi (qualcun
altro ha avuto.. quell'idea) che si combattono per avere supremazia
totale. Cari amici, il cuore e le sensazioni sono con noi, anche Bob
Dylan e Joan Baez, ad un festival di Newport esattamente trenta anni
or sono, cantavano... "With God on our side".
Claudio Scarpa
da Anni 60, 13 gennaio 1993
Nel 1995, oberato dagli impegni, Claudio Scarpa lascia la direzione della rivista, e senza la sua guida competente e appassionata, lasciano la redazione anche i "tecnici" del collezionismo discografico a lui fortemente legati.
Da quel momento il contenuto della rivista vira sempre più verso l'archivio delle curiosità, delle ricerche, delle cose e persone da non dimenticare. Lentamente, il target degli abbonati cambia, il nostro archivio si esaurisce e il già modesto apporto degli inserzionisti pubblicitari scompare, la veste grafica deve abbandonare l'offset.
Abbiamo resistito per pura passione, per pochi affettuosi appassionati, fino al giugno 2000. Poi abbiamo dovuto chiudere per forza maggiore. Ma prima di mandare al macero tanti bei ricordi, ve ne offriamo quanto possibile qui, sui vostri monitors.
Elisabetta Ponti, maggio 2002
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