Editrice
SOPI - Roma
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sopi@flashnet.it
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- n.
9 anno 4° (settembre 1977)
- In
copertina:
Elvis Presley, Sex Pistols, Riccardo
Fogli.
All'interno:
Uriah
Heep, Gianfranco Manfredi, Pooh,
Gruppo Folk Internazionale, Pete Seeger, Who, Roberto
Vecchioni, Riccardo Fogli, Mia Martini,
Trip,
Gino D'Eliso, Bob Marley, Tombstones, Maurizio Tatalo,
Enzo Carella.
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Riccardo
Fogli
- Il passato non serve
più

- Prima di porgere l'orecchio al suo nuovo
lavoro, viene d'istinto ripercorrere mentalmente le esperienze
trascorse di Riccardo Fogli nella speranza di poter d'ora in poi
finalmente relegarle al posto giusto; ma oggi il passato è
ancora la chiave che occorre per 'leggere' il personaggio senza
sbavature e soprattutto per impedirne un facile e qualunquistico
fraintendimento.

- Nasce musicalmente nel 1965 con un gruppo
beat di Piombino, sua città natale, come bassista e
cantante degli 'Slenders', e pur non avendo ancora
vent' anni inquadra immediatamente l'attività
professionistica accettando, dopo appena un anno di
attività 'part-time' con gli Slenders, l'impegno a tempo
pieno con un complesso che debuttava con ottime garanzie, tra le
quali un robusto contratto di abbinamento pubblicitario con una
casa di cosmetici: erano quelli di 'Bikini beat',
dell'estate 1966, i Pooh.
- Sette anni di rigida disciplina
professionale, centinaia di concerti, decine di incisioni e in
cambio il successo collettivo, un nome che rappresentava quattro
persone.
- Alla soglia del maggior successo,
Riccardo si trovò ad attraversare un periodo difficilissimo
di crisi personale che si riversò automaticamente sulla
vita artistica, inducendolo a prendere una grave decisione:
abbandonare il successo, gli amici, il danaro e ricominciare da
zero o peggio, da sottozero, in quanto ormai il suo nome, la sua
faccia e la sua voce erano irrimediabilmente legati al nome dei
Pooh, alle facce dei Pooh, al sound dei Pooh.
- Cosi pensò anche la prima casa
discografica che lo accolse a braccia aperte con la speranza di
'doppiare' il successo del suo gruppo di provenienza, così
gli impresari che spesso giocavano sull'equivoco, così in
fondo lo accolse il suo primo pubblico, accontentandosi di prender
nota della sua defezione.
- Incomprensione totale, quindi, tanto
all'interno dell'industria che lo aveva frainteso, quanto da parte
del pubblico, che in quegli anni aveva incominciato ad abbandonare
definitivamente il personaggio 'esecutore' a favore del fenomeno
dei cantautori, che stava prendendo piede nell'eccitante
novità della pop music.
- Riccardo, dopo l'insuccesso del suo primo
LP, cadde in una crisi profonda: su quel lavoro aveva investito
tutte le sue risorse personali e professionali, ed era stato un
errore. Nell'ambiente ci si chiedeva cosa volesse fare, qualcuno
lo prendeva in giro, molti 'puristi' lo ignorarono volutamente, ma
tanta indifferenza questa volta gli tornò utile,
perchè la sua casa discografica lo sciolse da ogni impegno,
e Riccardo fu di nuovo libero, anche se con una cosa in più
da far dimenticare.

- Chi scrive ricorda questa storia come un
romanzo, in cui il protagonista entra ed esce dall'ombra frustrato
da continui equivoci e dalla nostra peggior stampa, pur senza mai
perdere la propria dignità: se non fosse tutto
terribilmente vero, si potrebbe parlare di letteratura decadente e
scontata quando entra in scena, nel ruolo della fatina buona,
l'amico Giancarlo Lucariello (che non somiglia affatto ad una
fatina, ma che è un giovane e valido produttore
discografico) che lo prende sotto la sua protezione e riesce a
ridargli fiducia al primo colpo, con la canzone giusta, il
personaggio autentico e la giusta misura. Un singolo concretamente
autobiografico ("Sono un uomo che ha vissuto, ha sbagliato ed
ha pagato sempre...") tutt'altro che superficiale ed eseguito
con tutta la grinta che gli anni avevano accumulato:
'Mondo', e finalmente qualcosa cambia, e il pubblico
comincia a capire che in simili casi è meglio un ottimo e
sincero esecutore di un mediocre cantautore.
- Ed eccoci pronti all'ascolto del suo
terzo LP, in uscita in questi giorni, nel quale sono sompresi
quattro brani di cui è autore del testo.
- Un anno fa abbracciava quel
'Mondo' con tutta la rabbia, la speranza e l'orgoglio di un
gladiatore che debutta nell'arena, mentre oggi che è
sopravvissuto a molte battaglie trasmette una speranza meno
incosciente, una rabbia meno epidermica, l'orgoglio delle sue
carte vincenti.
- Ho parlato con Riccardo Fogli oggi,
proprio per sentirmi dire da lui, senza chiederglielo, se le mie
impressioni corrispondevano a realtà, se la musica che
interpreta continua ad essere lo specchio dei suoi stati
d'animo.
- "I tempi dell'industria discografica
hanno delle esigenze precise - mi ha detto - che non sempre
si accompagnano ai momenti umani dell'artista; per questo ho
preferito rimandare la produzione di brani completamente scritti
da me, che sarà il momento più importante della mia
vita artistica, al giorno in cui mi sentirò veramente
sicuro di parlare ad un auditorio attento e non superficiale, che
mi conosca e non mi fraintenda. Mi sono affidato a due carissimi
amici per la maggior parte dei brani di questo LP (Luigi Lopez
e Carla Vistarini n.d.r.) che hanno scritto per me
'Mondo', 'Ti voglio dire' e 'Stella', amici
che mi conoscono a fondo e non semplici costruttori di belle
canzoni. Anche quando si è trattato di rendere musicalmente
i miei testi abbiamo lavorato insieme con il rispetto delle
reciproche sensibilità, senza cercare colpi di scena
artificiosi e magari d'effetto. In questo momento, avevo
soprattutto bisogno di sentirmi completo come esecutore, ed
è su questo che ho basato tutto il lavoro di questo ultimo
anno; acquistata questa sicurezza, potrò sentirmi libero di
esprimermi anche in maniera più personale senza equivoci e
a maggior ragione senza presunzione".
- Ricordando queste frasi, non posso non
pensare all'espressione del viso di Riccardo, al sua gesticolare
istintivo, al quale le nevrosi dell'industria non sono ancora
riuscite a sottrarre la naturalezza.
- A freddo, in un'ora di relax mio
personale, fuori di qualunque deformazione professionale, questo
LP che accompagna i miei pensieri è più che
gradevole, godibile appieno dagli arrangiamenti
all'interpretazione, senza ammiccamenti al passato né alla
moda del momento; un campione di quel solido professionismo che
crea le basi per la diffusione internazionale di un' opera
tipicamente nostrana: a Riccardo Fogli dobbiamo riconoscere
l'onestà di non aver mai nemmeno lontanamente pensato di
speculare su linee e tematiche di sicuro successo, fondate
sull'ingenuità del pubblico, e di aver abbandonato perfino
le proprie radici alla ricerca di una espressione individuale che
sta conquistando gradualmente, con coerenza, senza lasciarsi
tentare come molti colleghi dall'esito di un successo dal non
indifferente peso commerciale come 'Mondo'; per non stare a
ribadire la seria coscienza professionale e le doti naturali che
ne fanno un potenziale campione di eclettismo, in grado di
adeguare alla propria personalità qualunque
stile.
- "Ho scelto questo genere di
espressione musicale - mi diceva Riccardo - perchè
in questo momento ho bisogno di estrinsecare questi argomenti, ma
sento che di giorno in giorno la mia, che è ormai una vita
pubblica, sta uscendo dall'individualismo per scaricare la sua
energia in dimensioni più complete, ma sempre attinenti
alla mia realtà".
- Sarebbe inammissibile, infatti, ascoltare
dalla voce di uno dei nostri migliori cantanti di musica leggera
situazioni sia pure importanti ma estranee alla propria
dimensione.
- Ci auguriamo in questa occasione che sia
l'ultima volta che, nel parlare di Riccardo Fogli, dobbiamo ancora
riferirci al passato: è arrivato il momento di aprire un
capitolo nuovo e definitivo che parte dal presente, il suo primo
autentico presente.
Susanna
Suman