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1963:

Primo applauso per Michele

da "Tuttamusica" luglio 1963


Di lui si sapeva soltanto che aveva inciso un disco ascoltato da pochi. Il suo pseudonimo d'arte, Michele, non aveva certo quell'originalità che subito lo fa distinguere fra decine d'altri. Nessuno o almeno soltanto pochi intimi lo avevano visto in faccia. Arrivò quindi a Torino, per la partenza del "Cantagiro'', con l'aria spaurita della matricola provinciale che si presenta all'Università cittadina il primo giorno di lezioni.
Poi, per quindici sere, Michele ha lottato con gli altri giovanissimi del girone B sulle piazze di mezza Italia: ha conquistato la maglia verde del primato a Torino e non l'ha più lasciata. La sua netta superiorità sugli avversari ha fatto presto dimenticare che lui era forse il meno conosciuto fra gli sconosciuti del girone B: Michele, però, questo non l'ha dimenticato e anche oggi, dopo che il trionfo dei "Cantagiro'' l'ha posto improvvisamente a contatto con la popolarità più grande, si guarda intorno con gli stessi spauriti occhi da matricola provinciale.
Che del suo disco si siano già vendute trentamila copie, che la sua partecipazione a una serata danzante venga pagata centomila lire, che la televisione lo abbia richiesto per ben tre differenti trasmissioni, non lo impressiona tanto come l'essere riconosciuto e additato dalla gente per strada.
"Forse anch'io mi abituerò, come i miei più famosi colleghi, a queste manifestazioni - dice Michele -ma per il momento ne sono impressionato come da un fenomeno stranissimo e incomprensibile al quale non avevo mai pensato, quando decisi di fare il cantante professionista ".
Michele nonostante la sua affermazione sia stata fra le più repentine, non è giunto per caso al mondo della canzone. Due anni fa, quando ancora studiava con profitto all'lstituto Nautico di Genova, venne consigliato da un amico a cantare qualche volta nei popolari locali da ballo di Sampierdarena. La sua passione per la musica era tanta che Michele accettò con entusiasmo questo suggerimento e il "qualche volta" divenne ben presto un "regolarmente" e, col passare del tempo, un "assiduamente". Di questa attività canora risentirono però i suoi studi con comprensibile disappunto del padre il quale, ad un certo momento parve deciso a proibirgli drasticamente di continuare per quella strada che egli giudicava assolutamente improduttiva.
Ma se papà Maisano, questo è infatti il cognome di Michele, non approvava le velleità canore del figlio, non così la pensava la madre che, prima del matrimonio, aveva ottenuto qualche successo come soprano lirico.
"E'stato l'appoggio di mia madre e un esaurimento nervoso, che lo scorso anno mi costrinse ad abbandonare l'lstituto Nautico prima di finire il quarto corso, a decidere che invece di andare per mare sarei andato per locali notturni e teatri". Michele dice queste cose con la parlata calma e senza scatti dei genovesi e aggiunge: "Ho voluto essere cantante proprio perchè ho sempre ammirato moltissimo la voce di mia madre e anzi devo confessare che questa voce gliela invidio".
Michele, che è nato a Genova diciannove anni fa, è molto legato alla famiglia. Anche ora che i suoi impegni professionali lo tengono spesso lontano da casa, coglie ogni occasione per tornare dai genitori ad aiutarli nella loro oreficeria a Sestri Ponente "Sono l'unico figlio - dice - e mi rendo conto che più del mio aiuto, hanno bisogno della mia presenza. Papà, che ora è diventato un mio acceso sostenitore è venuto a Fiuggi per assistere allo finale del "Cantagiro", ma l'ultima sera è rimasto fuori dal teatro per paura di soffrire troppo se avessi perso".
La strada seguita da Michele per giungere alla sua attuale affermazione è semplice, lineare. Ancora ragazzino si appassionò per i giovani cantanti che rivoluzionavano la canzone americana e in particolare divenne ammiratore di Pat Boone ed Elvis Presiey. Dall'ascoltare le canzoni dai dischi al ripeterle canticchiando il passo era breve: poi venne l'amico che scopri il suo naturale talento, vennero le prime esibizioni in pubblico e infine l'incontro con Gianfranco Reverberi, un musicista genovese che aveva al suo attivo il lancio di Umberto Bindi e Gino Paoli.
Reverberi segnalò Michele a Nanni Ricordi, il quale, essendo in procinto di organizzare una propria casa discografica, fece incidere al diciottenne ragazzo genovese il suo primo disco. "Ma se tu vorrai". Questo avveniva un anno fa.
Quel primo disco non fece molta strada e Michele, per altri dodici mesi, continuò il suo oscuro lavoro nelle balere genovesi. Quindici giorni prima del "'Cantagiro 1963", Nanni Ricordi, non volendo sacrificare l'indubbio talento di Michele, segnalò il proprio "poulain" alla RCA Italiana.
Michele venne ascoltato e lo si giudicò positivamente: c'era anche la canzone adatta per lui: l'aveva scritta da tempo Reverberi ed era rimasta nel cassetto in attesa di poterla far incidere proprio da Michele. Otto giorni prima della partenza per Torino e per la grande avventura che doveva laurearlo cantante di prima categoria, Michele incise "Se mi vuoi lasciare", un disco che, dopo il lancio del "Cantagiro", è diventato uno dei possibili successi dell'estate 1963.
0ra Michele guarda al futuro. Ha partecipato la settimana scorsa alla trasmissione televisiva '"La fiera dei sogni" e presto apparirà ancora sul piccolo schermo in "Follie d'estate" e "Smash".
"Non posso però cantare sempre la stessa canzone - afferma Michele, - ho bisogno di nuovi pezzi, anzi ho bisogno di crearmi un repertorio. Per fortuna ho un amico a Genova, lo stesso che mi ha scoperto, che scrive canzoni per me. Lui compone la musica, io la canticchio con parole inglesi improvvisate e poi su quel testo inglese un altro amico paroliere adatta il testo italiano. Oltre alle canzoni nuove sto anche cercando di organizzare un complesso che mi accompagni nelle esibizioni in pubblico. Guadagnerò certo di meno, ma avrò la sicurezza di far sempre bella figura e di accontentare il pubblico ".
Diciannove anni, un successo improvviso, travolgente, eppure le sue preoccupazioni non sono quelle di trovare il tempo per rispondere alle lettere degli ammiratori o di sfuggire alla caccia dei giornalisti. Michele vuol essere un buon cantante professionista come sarebbe stato un buon marinaio con serietà, coscienza e, perche no, spirito di sacrificio. Anzi, il successo di cantante, breve ed illusorio, si deve pagare più caro che non l'affermazione in una tranquilla e solida professione qualsiasi.
 

Da "Tuttamusica" luglio 1963

 

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